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In Ucraina i bambini con disabilità sono abbandonati
Il report di denuncia di Disability rights international: «Per un osservatore esterno, i bambini e gli adolescenti a letto durante il giorno o legati su una sedia possono non sembrare terribili. Ma questi bambini hanno bisogno di interazione sociale, di stimoli. Seduti immobili, le loro braccia e gambe si atrofizzano letteralmente. Da un punto di vista sia psicologico che fisico questo li sta lentamente uccidendo». La Fish: «Subito un corridoio umanitario»
«I bambini con i problemi più difficili di due istituti sono venuti qui. Molti di questi bambini sono costretti a letto. I bambini più capaci di muoversi sono andati all'estero», racconta il direttore di un istituto ucraino. «Il personale dell'istituto dell'est ha abbandonato i bambini e se n'è andato come topi da una nave che affonda», afferma un altro. Usa l’aggettivo «atroce» l’associazione Disability rights international (DRI) per descrivere la situazione dei bambini con disabilità in Ucraina.
I bambini sani vanno in Europa, quelli con una disabilità più grave rimangono ad aspettare le bombe, senza medicine, senza personale in grado di occuparsi dignitosamente di loro. «I bambini disabili dell'Ucraina con le maggiori esigenze di sostegno vivono in condizioni atroci, completamente trascurati dalle principali agenzie di soccorso internazionali e ricevono poco sostegno dall'estero», ha scritto DRI nel report presentato ieri, esito delle ispezioni effettuate a fine aprile in alcune strutture dell’Ucraina occidentale. DRI ha visitato tre strutture che accolgono persone dai sei anni fino all’età adulta, e una casa per bambini dalla nascita ai sei anni. L’associazione ha anche diffuso un video è un pugno al nostro compiacerci dell’accoglienza che stiamo dando. Perché c’è chi qui non ci arriva.
Prima della guerra, negli istituti dell’Ucraina c’erano 98mila bambini, di cui molti con disabilità. «Ci hanno dato i bambini che nessun altro voleva. Nessuno vuole qualcosa di duro e difficile come questo. Li hanno scaricati dal treno come cadaveri», dice uno dei direttori citati nel report di DRI. «I bambini che vengono qui rimangono tutta la vita. Questo è il loro destino. Non c'è altro posto dove andare. Questa è una degradazione dell'umanità».
Molti bambini degli istituti nelle zone orientali dell'Ucraina devastate dalla guerra sono stati evacuati, ma DRI denuncia il fatto che «i bambini e gli adulti con maggiori esigenze di sostegno sono stati lasciati negli istituti dell'Ucraina occidentale, mentre i bambini meno disabili o non disabili dello stesso istituto sono stati trasferiti in Polonia, Italia e Germania. I bambini con maggiori handicap affrontano quindi il maggior peso dell'aumento dei pericoli. Gli investigatori di DRI hanno osservato bambini legati, lasciati nei letti in quasi totale inattività, tenuti in stanze buie, scarsamente ventilate e con così poco personale da essere avvolti da odori di urina e feci. I bambini si dondolano avanti e indietro o si auto-abusano come risultato di anni di trascuratezza emotiva. Il personale non ha risorse o conoscenze. […] In alcuni casi, le cure di base come il trattamento dell'idrocefalo erano carenti, lasciando i bambini a morire di una morte lenta e dolorosa».
DRI chiede «un'azione immediata per identificare dove si trovano i bambini nelle strutture remote – e assicurare che ricevano protezione per la loro salute e sicurezza». Per più di 200 bambini e adulti, per esempio, in un istituto visitato da DRI ci sono quindici infermiere, due medici part-time e un dentista. L'unico psichiatra dello staff si è arruolato nell'esercito. Il direttore dice che è stato costretto ad assumere sette nuove "tate" per occuparsi di 38 nuovi bambini e adulti. Le organizzazioni ceche e svizzere che fornivano aiuto prima della guerra continuano ad aiutare, ma non sono arrivate nuove risorse. Il personale degli istituti ha riferito di "non avere idea di cosa fare” con i ragazzi più gravi arrivati dall’est e che a causa del trauma del trasferimento e della mancanza di un trattamento coerente, molti ragazzi hanno avuto un gran numero di crisi.
Gli osservatori di DRI raccontano che «il personale ci dice che i loro più grandi bisogni sono pannolini e lenzuola di gomma. Capisco quanto si sentano sopraffatti dal numero di bambini che devono cambiare e tenere puliti. Questo deve prendere tutto il loro tempo e non hanno più risorse per le cure o altre attività. Così vediamo bambini lasciati nei letti. Ma alcuni membri del personale sembrano non rendersi conto del tipo di trattamento e di sostegno che i bambini non ricevono». E ancora: «Per un osservatore esterno, i bambini e gli adolescenti a letto durante il giorno o legati su una sedia possono non sembrare terribili. Ma questi bambini hanno bisogno di interazione sociale. Hanno bisogno di stimoli. Seduti immobili, le loro braccia e gambe si atrofizzano letteralmente nel tempo. Da un punto di vista sia psicologico che fisico – è doloroso, pericoloso, e li sta lentamente uccidendo».
Un abbandono, quello denunciato dall’organizzazione Disability Rights International, «in totale spregio di ogni norma internazionale sui diritti umani, a partire dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità», commenta Vincenzo Falabella, presidente della Fish. «Fin dalle prime fasi dell’aggressione russa all’Ucraina, la Fish si era attivata, impegnandosi da un lato per la pace, dall’altro per evitare ogni sofferenza a quasi 3 milioni di persone con disabilità presenti in Ucraina, tra i quali almeno 100mila bambini e bambine segregati dalla società in strutture chiuse».
Il Forum Italiano sulla Disabilità, organismo di collegamento con il Forum Europeo sulla Disabilità, in queste settimane sta intensificando i propri sforzi per garantire che le persone con disabilità e le loro organizzazioni di rappresentanza vengano supportate, sia per dare risposta alle esigenze più concrete di chi è rimasto nel Paese, sia per quelle di chi ha potuto riparare in altri Stati. A livello nazionale, la Fish è entrata a far parte di un gruppo di coordinamento interno al Consiglio Nazionale del Terzo Settore, che insieme ai Ministeri preposti e al Comitato Operativo Nazionale del Protezione Civile stanno organizzando gli aiuti per le popolazioni civili dell’Ucraina e gestendo i flussi di coloro che stanno giungendo in Italia. «All’inizio di marzo la Fish aveva chiesto al Ministro degli Esteri Di Maio e a quella per le Disabilità Stefani, l’immediata apertura di un corridoio umanitario, per consentire il rapido arrivo nel nostro Paese di quante più possibili persone con disabilità dall’Ucraina, a incominciare dai minori e dalle donne con disabilità grave. Ora però, di fronte a quanto denunciato in primis da "Avvenire" sulla base delle testimonianze dirette di organizzazioni come Disability Rights International, riteniamo che gli sforzi vadano intensificati e che ciò vada fatto rapidamente».
La Federazione, nell’appellarsi al sistema di aiuti e accoglienza nazionale e internazionale, conferma ancora una volta la propria piena disponibilità a collaborare a tutti i livelli per porre fine a queste situazioni disumane.
Il report di DRI è allegato in fondo all'articolo.
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