Cultura

Francia: torna dopo 120 anni la religione a scuola

Lo ha annunciato il ministro dell'Istruzione, il socialista Jack Lang

di Gabriella Meroni

Svolta nella scuola pubblica francese: torna dopo 120 anni la religione nelle medie e nei licei, per sopperire ad una ”lacuna” della cultura nazionale e per contrastare i ”demoni” delle sette. Lo ha annunciato il ministro dell’Istruzione, il socialista Jack Lang, presa visione di un rapporto commissionato a Regis Debray, intellettuale della gauche che fu amico di Che Guevara. Gli insegnanti saranno formati all’insegnamento del ”fatto religioso” attraverso un apposito ‘Istituto europeo in scienze delle religioni’. In nome di una ”cultura aperta”, e del rispetto della laicita’, la Francia deve ”meglio formare i suoi insegnanti ad avvicinarsi al fatto religioso, senza complessi e senza goffaggini”. L’istituto sara’ europeo perche’ – ha spiegato il ministro – ”e’ nel quadro europeo, dove siamo portati a vivere, che il modello laico francese deve dar prova della sua validita’ ”. L’insegnamento della religione a scuola fu soppresso nel 1882 dall’allora ministro dell’Istruzione Jules Ferry, che lo sostitui’ con ”l’istruzione morale e civica”. Invece delle vacanze estive, nel prossimo luglio, gli insegnanti pionieri della nuova disciplina saranno chiamati a frequentare stages estivi di storia delle religioni. Non si tratta di istituire la classica ”ora di religione”, ha precisato Lang, ma piuttosto di affrontare il fatto religioso attraverso i programmi delle varie discipline gia’ esistenti. Lang aveva commissionato il rapporto nel dicembre scorso a Debray, 61 anni, scrittore e intellettuale che fu guerrigliero in America Latina e braccio destro di Che Guevara, ma che di recente si e’ spostato su posizioni golliste, pur rimanendo di sinistra. Debray, nel suo rapporto, ha esposto i vantaggi dell’insegnamento della religione, lanciando un appello alla ”distensione”. Si tratta, spiega nel suo studio, di ”permettere ai giovani allevati dalla coppia ‘consumo- comunicazione’ di rimanere pienamente coscienti della propria cultura”. ”Mancare di informazioni religiose – continua Debray – rende incomprensibili i timpani della cattedrale di Chartres, il ‘Don Giovanni’ di Mozart o la ‘Semaine Sainte’ di Aragon. Come comprendere l’11 settembre 2001, le lacerazioni jugoslave o la vita di Martin Luther King senza conoscenze religiose?”.


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