Economia
Imprese sociali, per l’80% Pnrr occasione di rilancio
I risultati della XV edizione dell'Osservatorio Isnet vedono un rimbalzo degli indicatori economici ed occupazionali: posti di lavoro + 5,5%, volume delle entrate +4,7%. Premiate le organizzazioni con più alta capacità di innovazione (46,5%). «Il cambiamento tanto evocato è già in atto», afferma Laura Bongiovanni, responsabile dell’Osservatorio e presidente di Associazione Isnet
di Redazione
L’ultima edizione dell’Osservatorio Isnet, la quindicesima, un appuntamento consolidato per aggiornare gli indicatori economici dell’impresa ad impatto sociale e restituire una fotografia delle principali dinamiche e direzioni di sviluppo, ha realizzato l’annuale istantanea sull’andamento economico, occupazionale e la capacità innovativa con riferimento ai temi del Pnrr di interesse per le imprese ad impatto sociale.
Dopo lo choc causato dai ripetuti lockdown si evidenzia un rimbalzo dei valori economici ed occupazionali che tornano sui livelli precedenti l’emergenza sanitaria. Le imprese interpellate stimano un +4,7% di aumento del volume delle entrate e un + 5,5% di aumento dei posti di lavoro. Il rimbalzo per le imprese sociali A e A+B attive negli ambiti dell’assistenza sociale e sanitaria è ancora più marcato (+ 7,7% del volume delle entrate, + 9,1 incremento posti di lavoro). L’emergenza in atto ha favorito alcuni ambiti di attività a discapito di altri che hanno subito maggiormente le conseguenze del distanziamento e delle chiusure. Cresce progressivamente negli ultimi 5 anni la quota di fatturato proveniente dalla vendita di prodotti e servizi ad aziende e cittadini e diminuisce quella proveniente da contratti e convenzioni con enti pubblici e locali (36,3% quota di fatturato da privati e 53,2% quota di fatturato da pubblico, quest'ultimo nel 2017 rappresentava il 62% delle entrate).
Anche gli indicatori di capacità innovativa, dopo il crollo dello scorso anno, rimbalzano sui valori pre-emergenziali in alcuni casi anche con importanti incrementi: è il caso degli investimenti per il miglioramento dei prodotti e servizi esistenti (72% a fronte del 20,5% nel 2020 e del 59% nel 2019), o il miglioramento dei processi e dell’organizzazione interna (67,5% a fronte del 42,8% nel 2020 e del 58% nel 2019). La quota di innovatori che esprime la maggior parte di investimenti (da 3 a 5 ambiti nell’ultimo anno), è pari al 46,5% del Panel ed esprime il miglior andamento economico ed occupazionale (+5% e + 7,3%) e una più alta capacità di coinvolgimento dei giovani (+4,7%).
Il focus sulla capacità di innovazione tecnologica restituisce un 26,5% di imprese che stanno utilizzando nuove soluzioni e/o avviato sperimentazioni: digitalizzazione dei processi 60,4%, strumenti e attrezzature automatizzate 28,3%, rilevatori di presenza, attivatori, gestione da remoto 26,4%, tra le principali.
Sempre alta e costante negli ultimi anni, la quota di organizzazioni che considera l’innovazione tecnologica non adatta alle esigenze di un’impresa ad impatto sociale (61%). Sarà importante accompagnare i processi per favorire un dialogo tra imprese e ricerca scientifico-tecnologica all’insegna di una effettiva reciprocità e non di un mero trasferimento tecnologico.
In accordo con il ministero del Lavoro che patrocina l’Osservatorio Isnet, la XV edizione dell’indagine ha focalizzato il suo approfondimento su Pnrr e impresa ad impatto sociale per capire livelli di esperienza e consapevolezza delle imprese sociali.
Le imprese sono state interpellate su 23 tipologie di attività selezionate dalle missioni del Pnrr. La top five della classifica indica che sono molto diffuse le esperienze negli ambiti: occupabilità dei giovani M5C1(72%); servizi socioassistenziali MCC3 (69%); servizio civile orientato all’apprendimento MCC1 (54,5%); sostegno capacità genitoriale delle famiglie vulnerabili MC52.1 (52,5%); imprenditoria femminile MC51 (47,5%). Queste esperienze sono più diffuse tra le imprese innovative (8,9%).
Interpellato sulla consapevolezza del proprio ruolo ben il 75,5% del Panel identifica nel Pnrr un’occasione storica e di rilancio dell’economia sociale (43%), a patto però che ci sia un dialogo efficiente pubblico/privato sociale (29,5%).
Nel messaggio inviato dal ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Andrea Orlando si legge: «L’appuntamento odierno di presentazione dei risultati dell’indagine annuale svolta da Isnet sulle imprese sociali trova nella sua collocazione temporale due elementi caratterizzanti: 1) gli effetti prodotti dalla pandemia sulle attività e sulla complessiva tenuta dei soggetti dell’economia sociale; 2) lo scenario del futuro prossimo nel quale questi medesimi soggetti andranno ad operare. La pandemia ha evidenziato come l’azione della pubblica amministrazione, per essere realmente efficace, deve svilupparsi in forma integrata con i soggetti dell’economia sociale, che hanno svolto un ruolo fondamentale nella tenuta delle relazioni sociali, in virtù della loro prossimità ai cittadini, che li rende interpreti validi e legittimi dell’interesse generale delle comunità».
«Il cambiamento tanto evocato è già in atto», ha affermato Laura Bongiovanni responsabile dell’Osservatorio e presidente di Associazione Isnet. «Lo testimoniano le esperienze innovative e le buone pratiche realizzate dalle imprese sociali sui nostri territori. L’auspicio è che si attui il processo di collaborazione e coprogettazione pubblico-privato sociale. Efficientare i processi, monitorare le attività, coinvolgere i giovani, sono temi irrinunciabili perché si realizzi il processo di collaborazione e coprogettazione pubblico-privato sociale. Va costruita una nuova grammatica, che coinvolga anche le comunità locali che saranno chiamate non solo a recepire ma anche a contribuire ai processi in atto».
All’evento hanno partecipato Alessandro Lombardi, Direttore Generale del Terzo settore e della Responsabilità Sociale delle Imprese del ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Mario Calderini, Consigliere di Gabinetto del ministro dell’Innovazione; Mauro Giardini, presidente Impresa Sociale Ceas; Luca Pacini, Capo Area Welfare e Immigrazione Anci e Andrea Zanta, Direttore Impresa Sociale Orso Blu.
In apertura photo by Tom Barrett on Unsplash
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.