Maroni ha spiegato che l’obiettivo della riforma e’ quello di rendere il mercato del lavoro ”più moderno ed efficiente”. L’equo indennizzo al posto del reintegro in caso di licenziamento senza giusta causa sarà applicato in tre ipotesi. Per spiegarli c’è stato un vero e proprio ”duetto” tra il premier e il responsabile del Welfare.
EMERSIONE DAL NERO. La prima, ha detto Maroni, riguarda ”l’emersione dal lavoro irregolare”. Subito gli ha fatto eco Berlusconi spiegando che con questa norma ”si aggiungono diritti a chi oggi non li ha”.
AZIENDE CHE CRESCONO. La seconda ipotesi è quella che riguarda le imprese che oggi hanno meno di 15 dipendenti e che aumentano gli occupati. ”Si toglie, in questo caso, – ha spiegato ancora Maroni – il ‘tappo’ dei 15 dipendenti che impedisce alle imprese di crescere e, quindi, la norma serve a superare il loro nanismo. Oggi quelle tra dieci e 15 dipendenti sono quattro volte piu’ numerose di quelle che hanno da 15 a 19 dipendenti. Non viene meno il principio della giusta causa a differenza di quanto avevano proposto il sindacato ed esponenti della sinistra che oggi ci criticano”. Con chiosa del premier: ”Così si toglie il blocco allo sviluppo”.
CONTRATTI A TEMPO INDETERMINATO PER IL SUD. Il terzo caso riguarda la stabilizzazione dei contratti che da tempo determinato si trasformano a tempo indeterminati, ma solo per le regioni del mezzogiorno. ”Si tratta – ha spiegato il ministro – di lavoratori senza tutele e senza diritti. Di lavoratori che oggi non hanno nulla. E’ un incentivo alla stabilizzazione dei rapporti di lavoro, a trasformarli da uno stato di precarietà ad uno di qualita’. E, nella lotta alla disoccupazione, siamo pronti alla sfida. Al termine di due anni intendiamo realizzare una verifica sull’effetto di questi provvedimenti nell’innalzare i tassi di occupazione. Altre verifiche – ha concluso – saranno poi previste al terzo e al quarto anno”.
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