Welfare

Quotidiana, l’edicola 2.0 che a Milano è luogo di incontro e di servizi per il quartiere

A raccontarla a Vita.it Matteo Arfaoui, giovane milanese di seconda generazione che oggi è uno degli edicolanti “futuristici” della rete di 15 edicole del gruppo MilanoCard. «Siamo sul territorio e a contatto con tutte le realtà di volontariato e di aiuto, ci sentiamo di svolgere una forma di servizio pubblico»

di Alessandro Banfi

La storia di Matteo Arfaoui è la storia di un giovanissimo milanese di seconda generazione (suo padre è marocchino) che si è coinvolto in un’impresa sul territorio. E che a vent’anni scopre l’importanza di un impegno nel quartiere, a contatto con le persone. È anche la storia di un riscatto, della voglia di indipendenza, realizzata valorizzando le proprie competenze. L’impresa si chiama Quotidiana, è costituita da una rete di edicole promossa dal gruppo MilanoCard. Una piccola rivoluzione in questo settore. L’edicola dove lavora Matteo, in via Bergamo a Milano, nella zona tra Porta Romana e piazza Cinque Giornate, non è solo una rivendita di giornali. «È diventata», racconta Matteo a Vita, «un punto di incontro per tanta gente, perché è anche sportello di servizi, piccolo market di emergenza e posto dove passare prima di tornare a casa». L’idea vincente ed innovativa è quella di coinvolgere giovani in un settore che in tanti casi appare molto maturo, quando non travolto dai cambiamenti. Ci sono già 15 edicole così a Milano, comprate dal 30enne Edoardo Scarpellini, che ha ingaggiato in questa iniziativa diversi giovani. L’obiettivo è l’edicola del futuro, un chiosco 2.0 al passo coi tempi.

«Da settembre faccio parte di quest’avventura», racconta ancora Matteo Arfaoui, «per me ha costituito un grande salto di qualità. Ero abituato a lavorare nel mondo della grafica, dopo gli studi, e tutte le collaborazioni di fatto arrivavano via computer. Comunque era un lavoro di ufficio, anche se creativo. Qui invece il novanta per cento di quello che faccio riguarda relazioni umane. Relazioni con i miei colleghi ma soprattutto con chi viene in edicola». La strada personale di Matteo, come quella di tanti giovani, era cominciata un po’ in salita: a soli 19 anni era andato a vivere da solo, anche se aveva pochi mezzi. Ora questo impiego gli dà una prospettiva diversa: «Vorrei presto andare in Marocco e conoscere la famiglia di mio padre», dice «è venuto il momento di riappropriarsi di parte delle proprie radici».

Ma in che senso il vostro lavoro ha anche un carattere sociale? «Soprattutto perché siamo sul territorio e a contatto con tutte le realtà di volontariato e di aiuto, ci sentiamo di svolgere una forma di servizio pubblico, con certificati, biglietti, servizi… Da un certo punto di vista anche la bottiglietta d’acqua o il litro di latte ti fanno sentire prima di tutto utile alla gente. In molti, in queste settimane, ci hanno proprio detto: avete riacceso Via Bergamo. C’è poi una clientela tradizionale della nostra edicola costituita da persone anziane, abituate a comprare il loro giornale preferito e a scambiare due chiacchiere, magari commentare qualche titolo…».

Un mondo che voi giovani magari conoscevate di meno…

«Devo ammettere che anche per me c’è stato da scoprire un mondo: di giornali, riviste, interessi, cultura. Allo stesso tempo lo scambio con chi ha più esperienza diventa un’occasione importante. Nei confronti delle varie testate, delle varie passioni, ci vuole terzietà: scherzando, dico che a volte mi sento come un cittadino svizzero. Neutrale». Presto nelle edicole gestite da Quotidiana ci sarà anche un banco di prodotti freschi e uno schermo dove scorreranno immagini e informazioni. «Le persone», dice ancora Matteo, «sono felici di trovare quello che cercano in pochi minuti e senza andare fino al supermarket. Diciamoci la verità: il Covid ha cambiato il modo di vedere prodotti e servizi. Noi lo misuriamo tutti i giorni».

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