Non profit

DeRev: disco verde a un bollino di garanzia per le raccolte fondi del Terzo settore

Dopo la nostra inchiesta ci scrive il fondatore di una delle piattaforme digitali che aderirà alle proposte di VITA: con l’inizio del nuovo anno, offriremo un bollo di garanzia alle campagne di crowdfunding promosse da organizzazioni del Terzo settore che siano dotate di bilanci e report sociali certificati, che ci impegneremo a visionare e a rendere consultabili nella pagina della raccolta

di Roberto Esposito

Gentile direttore,

le scrivo in relazione al vostro articolo dal titolo “Il Far West del Crowdfunding online”. Vi riportate, ragionevolmente, alcune perplessità relativamente alle destinazioni effettive delle raccolte fondi, evocando un’opacità data da un meccanismo che non permette, o almeno non completamente, di avere certezza delle buone intenzioni di chi lancia una campagna fondi. Operiamo nel crowdfunding di tipo donation e reward, quello meglio conosciuto proprio con il termine “raccolta fondi” o più genericamente “colletta”, dal 2013. Ho fondato DeRev per favorire l’incontro tra progettisti, associazioni, Enti del terzo settore e istituzionali e i loro potenziali donatori, con l’obiettivo di realizzare progetti che possano generare valore per la collettività.

Sin dall’inizio, ho dotato quella che era una startup di personale dedicato al controllo manuale di ogni singola campagna: un team rafforzato con l’ultimo rilascio della piattaforma, avvenuto proprio in questo mese di novembre, per contrastare il fenomeno delle raccolte fraudolente. Abbiamo policy stringenti, un manifesto dei valori che chiediamo di rispettare a tutti quelli che operano con noi e linee guida che sono state certificate da Altroconsumo per completezza e trasparenza. Chiunque voglia lanciare una raccolta fondi su DeRev deve identificarsi e, nel caso di campagne organizzate per beneficiari terzi, questi ultimi devono produrre documenti e autorizzazioni scritte. Inoltre, ci assicuriamo che l'intestatario del conto corrente beneficiario dei fondi coincida con l'organizzatore della campagna.

Il nostro sforzo è attivo e consapevole, perché sappiamo che realtà capaci di lavorare con correttezza subiscono a volte le conseguenze dell’operato di altri che non applicano la medesima cura a garanzia dell’utente. Succede in tutti i settori, ne siamo consapevoli. Ma quello del crowdfunding si basa particolarmente sul concetto di fiducia, perché si tratta di donazioni in cui, nella maggior parte dei casi, un finanziatore non conosce personalmente il beneficiario. Se questa fiducia venisse meno, molti territori e molti progetti sarebbero privati delle condizioni di base per migliorare e svilupparsi. Ecco perché sarebbe estremamente dannoso iniziare a diffidare universalmente dello strumento del crowdfunding; meglio imparare a distinguere, scegliendo con cura a chi donare e su quale piattaforma.


Per questo, nonostante e oltre l’impegno finora concretizzato, siamo pronti a fare passi ulteriori e ad accogliere i suggerimenti proposti da Vita. Con l’inizio del nuovo anno, offriremo un bollo di garanzia alle campagne di crowdfunding promosse da organizzazioni del Terzo Settore che siano dotate di bilanci e report sociali certificati, che ci impegneremo a visionare e a rendere consultabili nella pagina della raccolta.

Per quanto concerne il secondo punto suggerito da Vita, rileviamo che, da un punto di vista normativo, l’obbligo di rendicontazione sussiste unicamente nei confronti dei donatori. Nella sezione della piattaforma che, non a caso, si chiama “Fiducia e sicurezza”, spieghiamo tra gli altri anche questo diritto del finanziatore. Ciò che aggiungeremo è un esplicito remind nelle mail che DeRev invia a tutti i donatori al completamento della campagna, con le informazioni di rendiconto. Qui ricorderemo che in ogni momento un finanziatore può chiedere tutti i dettagli, contabili e legali, sull’effettivo utilizzo dei fondi. Per quanto concerne i progettisti, DeRev già sollecita l’utilizzo della pagina di raccolta, che rimane a loro disposizione, per tenere aperto il dialogo con la community dei finanziatori e aggiornarli sul progetto. Aggiungeremo la previsione di un ulteriore bollino per quei soggetti privati che completano l’iter di trasparenza nei confronti dei loro donatori, rendendoli riconoscibili in caso di ulteriori raccolte fondi.

In ogni caso, continueranno a permanere i meccanismi di sicurezza che fanno di DeRev una piattaforma affidabile e di qualità. A nessuno verrà mai concesso di lanciare una raccolta fondi senza aver prodotto i documenti necessari, ivi compresa l’esplicita autorizzazione nel caso della presenza di un beneficiario terzo. Si tratta di una forma di tutela che ci sentiamo in obbligo di garantire in forza della nostra esperienza. Abbiamo visto con la recente pandemia quanti ospedali abbiano scoperto raccolte fondi a loro nome senza saperne nulla, spesso lanciate da privati o da profili di associazioni inesistenti e, ovviamente, senza ricevere il denaro. Questo perché la solidarietà che vive di emozioni, spesso mostra il fianco alle truffe e noi ci siamo sempre posti a baluardo, con raziocinio e lucidità, per fare in modo che il gesto del dono possa restare una positiva espressione di sentimenti comunitari, e non si trasformi invece in un’occasione di abuso o egoistica sopraffazione.

Forse tutto questo ci porta qualche campagna in meno, con raccolte e percentuali meno vistose, ma a noi piace lavorare così.


*Founder e CEO DeRev Crowdfunding

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