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Afghanistan, i talebani vietano alle donne di lavorare nelle ong
Solo pochi giorni fa i talebani avevano vietato alle donne di frequentare le università. Ora arriva un nuovo editto: non potranno lavorare più per le organizzazioni umanitarie né internazionali né nazionali. La giustificazione? "Le lamentele riguardo alla mancata osservanza dell'Hijab islamico e di altre norme e regolamenti riguardanti il lavoro", si legge nella lettera firmata dal ministro dell'economia. "In caso di mancata osservanza della direttiva, la licenza dell'organizzazione rilasciata da questo Ministero sarà annullata"
di Redazione
Il Ministero dell'Economia afghano ha la responsabilità di coordinare e dirigere tutte le organizzazioni nazionali e internazionali per conto dell'Emirato Islamico dell'Afghanistan. Con una lettera inviata all'organizzazione Acbar, l'Agenzia Coordinating Body for Afghan Relief & Development, un organismo indipendente afghano che riunisce 183 ONG nazionali e internazionali che lavorano in Afghanistan e rispettano i principi umanitari di indipendenza, neutralità, imparzialità e umanità, ha vietato alle donne di lavorare per le ong nazionali e internazionali.
"Interruzione del lavoro del personale femminile delle organizzazioni nazionali e internazionali fino a nuovo avviso", si legge nell'oggetto della lettera. La giustificazione? "Secondo le informazioni più recenti", si legge nel documento, "ci sono state lamentele riguardo alla mancata osservanza dell'Hijab islamico e di altre norme e regolamenti riguardanti il lavoro delle donne nelle organizzazioni nazionali e internazionali. Il Ministero dell'Economia, in base alla responsabilità che ha/hanno in termini di applicazione delle norme e dei regolamenti dell'Emirato Islamico dell'Afghanistan, ordina a tutte le organizzazioni di interrompere il lavoro delle donne nelle loro organizzazioni fino a nuovo avviso. In caso di mancata osservanza della suddetta direttiva, la licenza dell'organizzazione rilasciata da questo Ministero sarà annullata". La lettera è stata firmata dal ministro dell'economia Qari Din Muhammad Hanif.
Nel giro di 48 ore dall'annuncio, sette delle principali Ong – Save the children, Norvegian refugee council, Care international, International rescue committee, Christian aid, Action aid e perfino l’Islamic relief – hanno chiuso i battenti o hanno ridotto le attività al minimo
Intanto nel Paese il numero di persone che ha bisogno di assistenza umanitaria è salito a 28,3 milioni. Le continue siccità hanno provocato un drammatico aumento dei bisogni di igiene personale e le politiche delle autorità de facto, in particolare per quanto riguarda la partecipazione delle donne alla società, hanno determinato un aumento del 25% dei bisogni di protezione. Nel 2022, gli operatori umanitari hanno aiutato 27,2 milioni di persone.
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