Famiglia
Povertà educativa, oltre 6000 i minori aiutati da Family Hub
Presentato il bilancio del progetto triennale selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile e promosso dal Gruppo Cooperativo Co&So. Fulcro i CASE Manager (Connettere, Accogliere, Sostenere e promuovere l’Empowerment delle famiglie), figure che hanno coordinato la rete di partner territoriali e ascoltato i bisogni delle famiglie
di Redazione
Nel corso dei suoi tre anni di attività il “Family Hub: Mondi per crescere”, progetto selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile e promosso dal Gruppo Cooperativo Co&So, ha ottenuto risultati significativi raggiungendo ben 6010 minori in 5 regioni italiane: Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio e Basilicata. «Family Hub è stato uno dei progetti selezionati dal nostro fondo nato dalla riflessione che in Italia mancasse un’adeguata cultura della prevenzione dell’intervento in età prescolare», ha spiegato Simona Rotondi, vice coordinatrice Bandi e Iniziative dell’Impresa Sociale Con i Bambini, in occasione della presentazione dei risultati. «A conclusione di un progetto bisogna sempre chiedersi che cosa ha funzionato per estrarre buone pratiche da replicare in altri territori. Family Hub ha potuto contare su una forte competenza degli educatori e sulla giusta creatività pedagogica in grado di adattarsi alle situazioni».
Family Hub è nato per contrastare il fenomeno della povertà educativa intercettando le famiglie più vulnerabili con l’obiettivo di intervenire attraverso azioni di miglioramento dello stato di benessere, promuovendo l’accesso ai servizi educativi e puntando su una maggiore conoscenza, consapevolezza e protagonismo nella relazione con i servizi territoriali e pubblici. «Educazione, equità ed empowerment sono le tre piste su cui lavorare in modo coordinato nel piano d’azione per l’infanzia», ha precisato Aldo Fortunati, Direttore Area infanzia e adolescenza Istituto degli Innocenti. «La parola Hub, contenuta nel nome del progetto, vuol dire punto di riferimento. Mi fa piacere che non ci si ferma a considerare solo i punti di riferimento, perché quello di cui abbiamo bisogno sono le reti che funzionano. Questo progetto ha sottolineato per tutta la sua durata che le comunità locali sono punti di riferimento indispensabili per la qualità della vita e per immaginare il futuro. Legare aree differenti del Paese è un aspetto fondamentale e importante per future esperienze».
I dati elaborati da Fondazione Zancan hanno evidenziato come il Family Hub abbia offerto valide proposte pedagogiche potenziando i servizi di 56 asili nido e di 43 scuole dell’infanzia, raggiunto 6010 minori e coinvolto 5390 genitori innovando la proposta dei servizi soprattutto attraverso i CASE Manager (Connettere, Accogliere, Sostenere e promuovere l’Empowerment delle famiglie), figure che hanno coordinato la rete di partner territoriali e ascoltato i bisogni delle famiglie.
Nel complesso, quasi 5.300 bambini hanno potuto usufruire di attività direttamente rivolte a loro e di natura continuativa – attraverso i servizi integrativi – o caratterizzate da attività più contingentate nel tempo come il ciclo di laboratori ludico-didattici di “Vaccinati con la cultura” ed eventi di promozione del benessere.
Considerando la sola parte dei servizi integrativi, il progetto ha coinvolto 2000 bambini, il 10% di origine straniera e il 20% in condizioni di vulnerabilità economica. Circa 4.200 genitori hanno fruito delle attività, più continuative (Servizi integrativi, In Reach-Hub famiglie) o concentrate in tempi più ridotti (azioni di Vaccinati con la Cultura, Eventi di promozione del benessere). Un quarto di essi ha mostrato miglioramenti nelle competenze genitoriali. Accanto alle famiglie beneficiarie degli interventi progettuali anche 99 insegnanti ed educatori del Terzo settore hanno partecipato con regolarità ad attività di formazione a loro rivolte. Sul triennio sono stati stipulati 76 accordi formali con enti esterni alla partnership. Al termine del progetto sono state coinvolte attivamente, 163 realtà territoriali, mentre altre 63 realtà sono riconosciute come potenzialmente coinvolgibili. «Tra le sfide per il futuro vi è la possibilità di estendere questo modello di intervento adottandone le buone pratiche in altri territori estendendo così le reti territoriali consolidate», ha precisato Devis Geron di Fondazione E. Zancan.
Durante l’incontro Nima Sharmahd ricercatrice dell’Università degli Studi di Firenze ha tracciato alcune linee guida per l’accoglienza dei nuclei familiari nei servizi dedicati all’infanzia. «Disponibilità e una modalità di iscrizione semplice e in sede, sono le richieste che abbiamo ricevuto dai genitori accanto all’importanza di mettere a disposizione mediatori culturali o personale plurilingue. I genitori ci hanno restituito anche la capacità del progetto di mettere in atto "pratiche calde" che fanno sentire meno sole le famiglie con fragilità».
Francesco Tanini di Co&So ha rimarcato come «la nostra capacità di propensione all’ascolto ha portato alla creazione del ruolo professionale del Case Manager, una figura che lavora nei servizi all’infanzia, ma non solo e che è in grado di connettere famiglie e bambini con il territorio sostenendo la relazione genitoriale e la ricchezza del nucleo familiare».
A conclusione dell’evento Claudia Calafati ha rimarcato l’importanza che «le reti di collaborazione attivate con il Family Hub diventino permanenti per continuare a promuovere, da un lato, cambiamenti positivi nelle comunità e nei territori dove è intervenuto il progetto, dall’altro, progettazioni innovative che riescano a rispondere ai bisogni emergenti delle famiglie e dei bambini».
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