Welfare
Ong europee: un bluff l’impegno contro la povert
Le ong europee dissentono dal documento che verrà presentato alla Conferenza sulla finanza per lo sviluppo a Monterrey
La conferenza Finanza per lo sviluppo poteva essere un’occasione per un mondo più giusto. Ma secondo le organizzazioni non governative eropee nell’impegno per sconfiggere la povertà le dichiarazioni sono altisonanti e i passi concreti pressochè illusori.
La Conferenza si terrà a Monterrey, in Messico, dal 18 al 22 marzo. E’ la prima volta che l’Onu convoca una conferenza sui problemi dell’economia e della finanza globali.
Riportiamo per intero la dichiarazione su Monterrey delle Ong Europee:
«Dov’è la coalizione internazionale contro la povertà?» si chiedono le ong europee. «A soli 18 mesi dal Milennium Summit delle Nazioni Unite, le speranze che i leader della terra potessero onorare i loro impegni per combattere la lotta contro la povertà alla Conferenza Finanza per lo Sviluppo, che si terrà a Monterrey, in Messico, dal 18 al 22 marzo, stanno scomparendo.
Il cosiddetto Monterrey Consensus, ovvero l’accordo raggiunto già nell’ultima fase negoziale precedente alla conferenza, non contiene nessun impegno concreto per aumentare le risorse finanziarie necessarie per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio entro il 2015.
Il Monterrey Consensus non riesce ad affrontare i problemi strutturali che impediscono la realizzazione di una globalizzazione economica sostenibile, attenta alle pari opportunità tra i sessi ed equa. Questo supposto “Consenso” ripete solamente la promessa che ulteriore commercio e liberalizzazione degli investimenti permetteranno al settore privato di occuparsi dei poveri del mondo, a dispetto della crescente evidenza del contrario. I nostro governi non sembrano pronti ad affrontare la sfida delle riforme.
Il Monterrey Consensus è un finto consenso. Riflette la mancanza di volontà di impegnarsi in una seria politica globale per lo sviluppo sostenibile da parte degli stati più potenti. Si è fatto in modo che l’accordo passasse, scontentando le numerose proposte progressiste e molto pragmatiche portate avanti dai paesi più poveri e dalle Ong di sviluppo. Il suo contenuto privo di impegni riflette appieno il fallimento dei governi nell’accordarsi su un consenso politico su come procedere.
Il 15 e 16 marzo i capi di governo e di stato dell’Unione Europea si incontreranno a Barcellona, in Spagna. Le Ong si aspettano che i leader emetteranno una dichiarazione con una testo molto forte nelle parole, ma purtroppo molto “leggero” nella sostanza. Nei due anni di processo che hanno portato a Monterrey l’Unione Europea non è riuscita per niente ad assicurare un risultato significativo.
Con il Monterrey Consensus i governi falliscono nella loro responsabilità di fare del mondo un posto più sicuro e più giusto. I governi sono stati capaci di costruire una coalizione internazionale contro il terrorismo in meno di un mese. Le Ong aspettano, dunque, anche la creazione di una coalizione internazionale contro la povertà.
Noi, rappresentanti delle organizzazioni non governative europee, abbiamo supportato il processo che ha portato alla Conferenza di Monterrey con le nostre competenze e le nostre proposte. Crediamo che, nello spirito di Porto Alegre, “un altro mondo è possibile”. Alla luce del fallimento dei governi dell’Unione Europea di andare oltre il concetto di “business-as-usual”, saremo presenti a Monterrey per dichiarare il nostro dissenso al Monterrey Consensus.
Le Ong andranno a Monterrey per:
· Informare l’opinione pubblica mondiale del fallimento dei governi nell’affrontare le questioni riguardanti uno sviluppo globale sostenibile, basato sulle persone e sulle pari opportunità trai sessi e la giustizia economica;
· Fare campagna per ottenere delle azioni concrete da parte dei governi per la realizzazione degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio.
Le Ong chiedono:
· Maggiori livelli di aiuti ed un calendario per il raggiungimento dell’obiettivo dello 0,7% del PIL dei paesi più industrializzati in aiuti allo sviluppo;
· Un impegno per la stabilizzazione del mercato finanziario internazionale, includendo la tassa sulle transazioni valutarie;
· Una riduzione sostenibile del debito estero per permettere ai paesi indebitati di realizzare gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio;
· Un processo di arbitrato giusto e trasparente per i paesi indebitati;
· Una seria valutazione degli impatti dell’esistente quadro del commercio e degli investimenti mondiali sull’eliminazione della povertà;
· Un’equa partecipazione per tutti gli stati in organi decisionali sull’economia globale che siano stati efficacemente riformati».
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