Volontariato
Diritti dell’infanzia: in Italia «disparità sempre più acute»
In occasione della Giornata internazionale dell'Infanzia e dell'Adolescenza, il 12° Rapporto di monitoraggio del Gruppo CRC accende un faro sulle diseguaglianze regionali che determinano disparità sempre più acute nell'accesso alle opportunità. Il report verrà presentato online giovedì 2 dicembre dalle 11.30 alle 13.00, in dialogo con assessori regionali e il ministro Mariastella Gelmini
di Redazione
Le disuguaglianze regionali nell’accesso ai servizi sono uno dei crucci dell’Italia. Salute, servizi educativi, povertà: sono tutte aree in cui nascere in un luogo o in un altro determina opportunità differenti: e non stiamo parlando del mondo, ma della nostra Italia. Non per nulla la riduzione delle diseguaglianze territoriali è uno dei cardini del Pnrr e degli investimenti previsti. «Queste numerose e profonde diseguaglianze regionali che ancora permangono in Italia, di fatto comportano che le persone di minore età abbiano differenti opportunità e diritti a seconda di dove nascono e crescono. Si tratta di una forte discriminazione su base regionale, che ha un forte impatto sulla vita dei bambini e che rende indispensabile avviare una programmazione strategica in grado di investire con efficacia le risorse, comprese quelle che arriveranno dal livello europeo, per l’infanzia e l’adolescenza», afferma Arianna Saulini, coordinatrice del Gruppo CRC.
Ecco quindi che in occasione della Giornata internazionale dell’infanzia e dell’adolescenza 2021, il Gruppo CRC nel pubblicare il suo annuale rapporto di monitoraggio, sceglie di aggiornare la fotografia regionale scattata per la prima volta nel 2018. La seconda edizione del Rapporto “I dati regione per regione 2021” verrà presentato in un appuntamento online giovedì 2 dicembre dalle 11,30 alle 13 in diretta sulla pagina Facebook e sul canale YouTube di Vita.
Il Rapporto verrà presentato da Maurizio Bonati, Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS; Tullia Musatti, Gruppo Nazionale Nidi e Infanzia e Donatella Turri, Caritas Italiana. A commentare i dati ci saranno Claudio Di Berardino, Assessore al Lavoro e nuovi diritti, Formazione, Scuola, Politiche per la ricostruzione, Personale del Lazio e Coordinatore Commissione Istruzione, Università e Ricerca della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome; Tilde Minasi, Assessore regionale alle Politiche Sociali della Calabria; Filomena Calenda, Assessore regionale Politiche del lavoro; Politiche sociali, Terzo settore; Politiche per l'immigrazione (Molise) e Coordinatore vicario Commissione Politiche Sociali della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome e Paolo Siani, Vice-presidente Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza. Le Conclusioni saranno affidate a Mariastella Gelmini, Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie. «Con questo lavoro le associazioni del Gruppo CRC intendono contribuire e stimolare un processo che porti ad una maggiore conoscenza e consapevolezza della condizioni dell’infanzia nei singoli territori, e conseguentemente superare le disparità che si fanno sempre più acute», dice Saulini.
La fotografia regionale è basata su alcuni indicatori raggruppati in sette aree tematiche (due in più rispetto alla prima edizione).
1. Dati demografici
I dati confermano il problema correlato alla denatalità che attraversa in modo diffuso il nostro Paese. Tutte le regioni hanno un tasso di natalità in diminuzione e in particolare sono sotto la media nazionale (6,8 nuovi nati per mille abitanti) la Sardegna con 5,1, seguita da Molise e Liguria con 5,7. La Provincia di Bolzano che sta a 9,6 ha invece il tasso più elevato in Italia. La popolazione minorile rappresenta il 15,7% della popolazione totale residente in Italia: la provincia di Bolzano (18,8%) e la Campania (17,4%) sono le regioni con una percentuale di minorenni maggiori. All’opposto ci sono Liguria (13,4%) e Sardegna (13,3%). Le famiglie maggiormente vulnerabili si confermano i nuclei monogenitoriali e i nuclei numerosi, che sono quelli più a rischio di svantaggio economico. I nuclei monogenitoriali sono in crescita rispetto alla precedente edizione, mentre sono in diminuzione le famiglie con 5 o più componenti.
2. Risorse dedicate all’infanzia e all’adolescenza
Vengono riprese le analisi relative alle risorse dedicate all’infanzia e all’adolescenza realizzate dal Gruppo CRC nel maggio 2021 con il Dossier Risorse Infanzia. Ricostruire le linee di finanziamento destinate ai minori e identificare l’ammontare di tutte le risorse pubbliche spese per i minorenni non è agevole ma è fondamentale, ed è tanto più urgente in un momento in cui il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) deve programmare l’investimento di ingenti risorse per i prossimi 5 anni, con importanti voci e fondi correlati all’infanzia e all’adolescenza. Le disuguaglianze sono tutt’ora enormi se si guarda l’ammontare complessivo dei fondi e l’impatto che hanno sulla condizione dei minorenni rispetto all’offerta di Servizi.
3. Povertà materiale ed educativa
Se nell’edizione del 2018 erano presenti i dati sulla povertà economica, in questo rapporto sono stati aggiunti nuovi indicatori che consentono una visione più completa del fenomeno della povertà, che è multidimensionale e non può non tenere in considerazione anche la povertà educativa. La povertà relativa nel 2020 aumenta in ben 10 regioni dal Nord al Sud del Paese, mentre nove regioni hanno una percentuale più alta della media nazionale (20,4). In tema di povertà alimentare, il rapporto evidenzia come in Italia il 2,8% dei minori non consuma un pasto proteico al giorno, percentuale che raggiunge l’8,4% in Sicilia, 5,4% in Campania, 4,9% in Basilicata e 4,5% in Lazio. L’abitudine alla lettura nel tempo libero riguarda poco più della metà dei ragazzi/e (51,9%), con significative differenze regionali (-16 punti in Calabria e + 13,9 in Emilia Romagna). La percentuale di ragazzi/e che nel tempo libero praticano sport è 59,8%, ma anche in questo caso con marcate differenze regionali (-18,4 punti in Campania e + 14,4 a Bolzano o 20,5 in Valle D’Aosta). Rispetto alla povertà educativa digitale la percentuale di famiglie che dispongono di internet da casa varia dal 67,7% della Calabria all’85,2% della provincia di Bolzano, mentre i ragazzi/e più disconnessi vivono in Campania (22,3%), Valle d’Aosta (20,8%) e Puglia (19%).
4. Ambiente familiare e misure alternative
Le informazioni relative al numero delle persone di minore età che vivono fuori della propria famiglia di origine e che sono inserite in percorsi di affidamento familiare e in comunità di accoglienza, continuano ad essere non adeguati sia temporalmente (i dati disponibili si riferiscono al 2017), sia rispetto alle caratteristiche del percorso di accoglienza. Per l’affido familiare il tasso per mille residenti è passato dal 1,4 (2014) a 1,5 (con punte di 2,6 in Liguria e 2 in Piemonte). Per le comunità di accoglienza il tasso è passato dal 1,2 (2014) a 1,3. Le dichiarazioni di adottabilità delle persone di minore età per l’adozione nazionale (2019) sono state 1.237 (di cui 193 da genitori ignoti), rispetto alle 1.199 del 2016. Con riferimento all’adozione internazionale i minori per i quali è stata rilasciata l’autorizzazione all’ingresso in Italia sono stati 1.205 nel 2019 mentre erano 1.874 nel 2016, quindi con un trend decisamente in calo. Infine rispetto alle persone di minore età con genitore detenuto, la percentuale di colloqui con minori sul totale colloqui vede la Calabria con 35,9% e l’Umbria con il 30,2% con la percentuale più alta.
5. Educazione, gioco e attività culturali
Il numero di posti nei servizi educativi per la prima infanzia per 100 bambini di 0-2 anni è in aumento a livello nazionale (26,9 contro 22,8 nella precedente edizione), e in tutte le regioni (tranne nella Provincia di Bolzano). Tuttavia permangono forti differenze regionali che vanno dal 43,9% della Valle D’Aosta e 43% dell’Umbria al 10,4% della Campania o al 10,9% della Calabria. Il 70,47% delle classi della scuola primaria (statali) non ha il tempo pieno a livello nazionale percentuale che però cela forti differenze regionali: Abruzzo, Campania, Molise, Puglia e Sicilia sono di oltre 10 punti sopra la media. Solo il 56,32% degli alunni della scuola primaria usufruisce del servizio mensa, percentuale che arriva all’87,55% in Liguria, mentre scende all’opposto fino al 10,41% in Sicilia. Uno specifico approfondimento riguarda il diritto all’istruzione per gli alunni con disabilità e per gli alunni stranieri mentre la sezione relativa alla sicurezza nelle scuole registra un trend leggermente migliorativo per tutti gli indicatori. Resta preoccupante la situazione degli Early school leavers che raggiungono il 13,1% (media europea 9,9%) e che sono in aumento in Calabria e Friuli Venezia Giulia, Lazio, Piemonte, Toscana, Umbria e Veneto. I NEET raggiungono il 23,3% (media europea 13,7%) con punte in Sicilia (37,5%), Calabria (34,6%) e Campania (34,5%), all’opposto Veneto (14,7%) e Friuli Venezia Giulia (13,6%) e Province di Bolzano (12,4%) e Trento (14,6%).
6. Salute e servizi di base
Nel Rapporto CRC è stata evidenziata la presenza di numerose e profonde diseguaglianze regionali anche nell’accesso e nella qualità dei servizi di salute: la mortalità infantile a livello nazionale è del 2,88 per mille, in lieve aumento rispetto alla precedente edizione (2,8), ma con tassi superiori al 3,8 in Calabria, Campania, Sicilia e Basilicata. All’opposto le Marche con 1,67. La percentuale di bambini obesi e gravemente obesi è in aumento a livello nazionale e si attesta al 9,4%: alta in particolare in alcune regioni del Sud, come Puglia, Calabria e Campania dove supera il 15%. La percentuale di popolazione nella fascia 12-19 che ha completato il ciclo vaccinale contro il Covid-19 (al 10 ottobre 2021) è del 62,8%, variando dal 69,9% in Lombardia al 55,5% in Sicilia. È stata inserita una sezione dedicata all’ambiente, con una serie di indicatori che riguardano anche la qualità dell’aria.
7. Protezione
In questa ultima sezione sono riportati i dati relativi ai minorenni stranieri non accompagnati (il dato sui MSNA presenti e censiti è in calo a livello nazionale, anche se in crescita in poche regioni tra cui il Friuli Venezia Giulia e la Puglia dove sono presenti rispettivamente il 10,65% e l’11,59% dei MSNA totali; i dati dei minorenni inseriti nel circuito della giustizia minorile e per la prima volta quest’anno sono stati inseriti i dati forniti dal Ministero dell’Interno rispetto ai minori vittime di abuso e di maltrattamento per una serie di reati, che in mancanza di qualsiasi altra informazione relativa al fenomeno della violenza a danno di minori, abbiamo ritenuto importante includere, nella consapevolezza che forniscono solo uno sguardo parziale sul fenomeno.
Photo by Xavi Cabrera on Unsplash
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