Welfare

A Genova la salute non è straniera

Diritti inalienabili e negati. Quello all'assistenza sanitaria è uno di questi per molti emarginati ormai immemori della propria identità, come i senza dimora.

di Anna Baricelli

Diritti inalienabili e negati. Quello all’assistenza sanitaria è uno di questi per molti emarginati ormai immemori della propria identità, come i senza dimora, o timorosi di dichiararla come come gli immigrati clandestini che sempre più numerosi si riversano nelle nostre città alla ricerca di un futuro di contorni assai incerti. Nel tentativo di rispndere alle loro esigenze, è nato a Genova l’Ambulatorio internazionale Città aperta. Il gruppo di medici che l’ha fondato nel ’93 proviene proviene da “Città Aperta” un’associazione che, dalla fine degli anni ’80, si occupa di immigrati. Questa esperienza ha ben presto evidenziato la drammatica urgenza della problematica sanitaria. Da qui l’idea di dare ad essa una risposta mirata. L’ambulatorio che può contare sulla partecipazione di 30 medici affiancati da una quindicina di volontari, è aperto tutti i giorni dalle ore 17 alle 19. Viene offerto il servizio di medicina di base, si effettuano diagnosi specialistiche e vi è una sezione pediatrica attiva due giorni la settimana. Gli utenti sono circa 4 mila l’anno. Oltre all’obiettivo più immediato dell’assistenza sanitaria ai clandestini, l’associazione si batte per affermare il diritto alla salute di tutti con un’intensa attività culturale che prevede convegni e studi sul rapporto salute-immigrazione. Interlocutore privilegiato di quest’opera di sensibilizzazione sono le istituzioni: “lavorare in rete” è il presupposto per garantire al meglio la tutela di un diritto centrale in una società civile.
Anna BaricelliDiritti inalienabili e negati. Quello all’assistenza sanitaria è uno di questi per molti emarginati ormai immemori della propria identità, come i senza dimora, o timorosi di dichiararla come come gli immigrati clandestini che sempre più numerosi si riversano nelle nostre città alla ricerca di un futuro di contorni assai incerti. Nel tentativo di rispndere alle loro esigenze, è nato a Genova l’Ambulatorio internazionale Città aperta. Il gruppo di medici che l’ha fondato nel ’93 proviene proviene da “Città Aperta” un’associazione che, dalla fine degli anni ’80, si occupa di immigrati. Questa esperienza ha ben presto evidenziato la drammatica urgenza della problematica sanitaria. Da qui l’idea di dare ad essa una risposta mirata. L’ambulatorio che può contare sulla partecipazione di 30 medici affiancati da una quindicina di volontari, è aperto tutti i giorni dalle ore 17 alle 19. Viene offerto il servizio di medicina di base, si effettuano diagnosi specialistiche e vi è una sezione pediatrica attiva due giorni la settimana. Gli utenti sono circa 4 mila l’anno. Oltre all’obiettivo più immediato dell’assistenza sanitaria ai clandestini, l’associazione si batte per affermare il diritto alla salute di tutti con un’intensa attività culturale che prevede convegni e studi sul rapporto salute-immigrazione. Interlocutore privilegiato di quest’opera di sensibilizzazione sono le istituzioni: “lavorare in rete” è il presupposto per garantire al meglio la tutela di un diritto centrale in una società civile.
Anna Baricelli

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