Comitato editoriale
Previdenza, nuove sinergie per rendere il lavoro del Patronato sempre più digitale e di qualità
A Roma il convegno a 20 anni dalla legge 152 per rilanciare l’azione dei patronati. «Abbiamo un nuovo ruolo che non è solo quello di fare richieste di pensioni, ma ascoltare i bisogni. Siamo oggi un avamposto in grado di ammortizzare e catalizzare alcune tensioni sociali», ha sottolineato il presidente nazionale delle Acli, Emiliano Manfredonia
di Redazione
Un evento ricco di spunti e di riflessioni, organizzato dal Patronato Acli, per celebrare i 20 anni dalla legge 152 del 2001 e soprattutto per aprire un tavolo di confronto con il Governo e gli altri attori affinché si possa migliorare una legge fondamentale per i patronati che oggi però ha bisogno di alcune modifiche.
«Quella legge fu una grande svolta perché fu la risposta al tentativo di cancellare totalmente l’istituto del patronato tramite un referendum che per fortuna non andò in porto», ha detto durante il convegno Mimmo Lucà che della 152/2001 fu primo firmatario.
«Oggi il mondo è cambiato, sono cambiate le norme e le esigenze dei cittadini – ha detto nel suo intervento il Direttore Generale del Patronato Acli, Nicola Preti – anche noi siamo cambiati naturalmente, molto del nostro lavoro è diventato telematico, ma è importante che venga implementata la digitalizzazione di tutto il processo, ad esempio per quanto riguarda le modalità di controllo».
Il Presidente del Patronato Acli, Paolo Ricotti, in uno dei suoi interventi ha voluto sottolineare come, «i Patronati sono per natura dei sensori nella società tra i cittadini che chiedono di trasformare i loro diritti in pane e lo abbiamo visto in maniera molto marcata durante la pandemia, soprattutto nel periodo più duro del lockdown: ci sentiamo più partners della Pubblica Amministrazione che intermediari, nell’opera di accompagnamento verso il riconoscimento e la fungibilità dei diritti».
Tra gli ospiti istituzionali anche il saluto del Sottosegretario agli Esteri, Benedetto della Vedova che ha voluto rimarcare come «i patronati svolgono un lavoro fondamentale all’estero e al Ministero è pronta la Convenzione da far firmare a Patronati per offrire supporto ai Consolati italiani, credo necessaria, perché fino ad oggi tutto ha funzionato sulla base di accordi singoli, mentre c’è bisogno di uniformità».
A rappresentare il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali c’era la Sottosegretaria Tiziana Nisini che ha ringraziato il Patronato Acli per aver organizzato l’evento per poi sottolineare come sia stato prezioso il lavoro dei patronati in questi 20 anni ma soprattutto negli ultimi 15 mesi di pandemia. «La mia presenza qui – ha continuato la Nisini – significa che c’è la volontà da parte del Governo di aprire un tavolo di confronto per migliorare alcune criticità e aggiornare una legge che evidentemente dopo 20 anni va rivista».
Durante il convegno, moderato dalla giornalista Giada Valdannini, si è parlato anche di sicurezza sul lavoro con l’intervento del Presidente dell’Inail, Franco Bettoni che ha voluto prima di tutto soffermarsi sull’importanza del ruolo dei patronati, «sinonimo di sussidiarietà e vicinanza ai cittadini e a coloro che hanno difficoltà nell’esigere i propri diritti», per poi chiarire come i fondi che l’Inail destina alla formazione, informazione, consulenza e assistenza per la sicurezza sul lavoro sono rivolti anche ai patronati e sono fondi che vanno confermati e implementati.
«Sono convinto che convegni come questi sono l’occasione per completare una sinergia per un nuovo welfare relazionale di cui i patronati sono una parte fondamentale grazie alla loro capillarità nei territori», ha detto il Presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, «In questi 20 anni i rapporti con la politica non sono stati sempre semplici, ma il ruolo dei patronati non può essere messo in discussione, rimangono dei presidi fisici importantissimi per sviluppare un welfare relazionale di prossimità che sarà fondamentale anche nei prossimi anni, nonostante la crescente digitalizzazione dei servizi».
Tra i parlamentari presenti in platea c’era anche il Sen. Tommaso Nannicini, Presidente della Commissione bicamerale per il controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza: «il nostro stato sociale ha bisogno che diritti e servizi siano più universali – ha detto il senatore – e che siano ricompresi in quei servizi erogati da una Pubblica Amministrazione sempre più digitale. Per farlo occorre il contributo di tutti e soprattutto dei patronati che svolgono attività di prossimità e che garantiscono l’universalità dei diritti: c’è bisogno di ripensare il fondo patronati ampliando la base di calcolo aggiungendo, oltre alla previdenza, l’assistenza, mentre, sul lato dei servizi, serve formazione, gestione delle banche dati, coprogettazione di software applicativi con gli istituti previdenziali».
Il Presidente nazionale delle Acli, Emiliano Manfredonia, ha portato i saluti finali soffermandosi sul ruolo che i patronati hanno in Italia e all’estero, «un ruolo che non è solo quello di fare richieste di pensioni, ma è quello di ascolto dei bisogni del cittadino, di ascolto anche delle eventuali delusioni, e dunque quasi un avamposto in grado di ammortizzare e catalizzare alcune tensioni sociali: facciamo, nel nostro piccolo, anche democrazia».
«Il mondo è cambiato, noi siamo cambiati – ha concluso il Presidente Ricotti – ora si tratta di dare il giusto corso progettando nuovi servizi e nuovi ruoli per il nostro Istituto. Lo dobbiamo a noi, lo dobbiamo ai nostri concittadini attuali ma ancora di più a quelli futuri, che vogliamo continuare a servire con sempre maggior competenza e passione».
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