Cultura

Design pro disabili: c’è chi lo studia. Architetti in missione no limits

L’Iidd, istituto italiano design e disabilità, progetta la vita di persone reali. E stimola università e comuni a ideare città più vivibili

di Olivia Rabbi

Il segreto per abbattere le barriere tra i portatori di handicap e la società dei così detti normodotati? Sta nel progetto. E proprio della capacità di progettare un?architettura e un prodotto di design industriale a misura di un?utenza ampliata l?Iidd-Istituto italiano design e disabilità di Milano ha fatto il fulcro della propria attività associativa. A spiegare le finalità dell?istituto è Paolo Favaretto, architetto e presidente dell?istituto. «Lo scopo della nostra attività è progettare per un?utenza reale. L?utente standard, infatti, non esiste: progettare un ambiente vuol dire tenere presenti tutte le possibili varianti che l?uomo può affrontare durante la propria vita, comprese le imprevedibili disabilità. Dobbiamo progettare per tutti, non solo per i disabili in senso stretto ma anche per i bambini, gli anziani, per le donne in gravidanza. E far capire alla gente che non bisogna sottolineare le diversità che dividono le persone ma al contrario evidenziare le diverse abilità di ognuno». Non a caso, nel 2001 la Giornata europea della persona disabile ha avuto come tema ?Design for all?; su scala italiana qualcosa si sta muovendo grazie al contributo dell?Iidd che, nell?ambito del programma europeo, è stato tra i fondatori del Daiee-Design for all information exchange Europe. Recentemente Iidd con l?Adi ha anche lanciato Cittàbile, progetto promosso con il contributo di Estel Group (azienda leader nella produzione di arredi domestici), presentato il 3 dicembre scorso alla Triennale di Milano. Cittàbile coinvolge in un progetto unitario, su scala nazionale, diversi istituti universitari con l?obiettivo di portare la lotta alle barriere architettoniche e culturali fin dentro le aule universitarie e, da qui, agli enti locali. Sul tavolo da disegno di studenti e professori stanno quindi nascendo nuove strategie per una diversa fruibilità della città, dall?arredo urbano alla segnaletica, dall?individuazione di percorsi sicuri alla razionalizzazione del traffico, fino alla definizione di un ambiente domestico confortevole e tecnologicamente attrezzato. In seconda battuta, tra i progetti messi a punto nel corso di esami di progettazione o di tesi di laurea, verranno selezionati gli elaborati migliori, che saranno esposti, all?inizio del 2003, in una mostra che prenderà il via dalla Triennale per poi spostarsi in tutte le sedi universitarie che hanno partecipato all?iniziativa. «Con il progetto Cittàbile», conclude Favaretto, «puntiamo a sensibilizzare non solo il mondo accademico, ma soprattutto gli enti locali, incentivando l?adozione di queste tecnologie e metodologie di progettazione pratica degli interventi sullo spazio urbano». Otto anni di… Fondato nel ?94 come delegazione di Adi-Associazione italiana per il disegno industriale, l?Istituto italiano design e disabilità riunisce 50 architetti, designer, psicologi, operatori della comunicazione. Il direttore è Paolo Favaretto (nella foto, che si riferisce al varo del progetto Cittabile, è l?ultimo in piedi a destra). Iidd fa parte dell?European institute for design and disability, il network europeo che promuove la cultura dell?integrazione. Iidd ha sede a Milano in via Bramante 29 (tel. 02.33100241), ma la sede operativa si trova a Vicenza, tel. 0444.914236, email: iidd@proservizi.com


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