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Caffo: «Ucraina, minori a rischio scomparsa»

«Oltre due milioni di rifugiati ucraini che hanno lasciato il Paese sono minori», dice Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro. Di molti si è persa traccia: «alcuni sono stati spostati in istituti fuori dall'Ucraina, alcuni hanno passato la frontiera da soli e sono spariti con il rischio di essere esposti a sfruttamento e abusi sessuali. Servono rilevamenti biometrici dei bambini che passano i confini. Ora stanno arrivando anche denunce su una possibile deportazione in Russia»

di Anna Spena

Stando ai dati di Unhcr i cittadini ucraini che hanno lasciato il Paese dopo l’invasione russa iniziata lo scorso 24 febbraio sono 4,656,509 (dati aggiornati a martedì 12 aprile), oltre due milioni e mezzo sono passati dalla Polonia. «Almeno la metà degli oltre quattro milioni rifugiati», dice Ernesto Caffo, fondatore e presidente di Telefono Azzurro, «sono minori. Ci sono diverse iniziative attive per i minori nei Paesi europei, ma manca ancora un piano di intervento complessivo e condiviso».

«Quando un numero importante di migranti e rifugiati giunge in nuovi paesi, dopo un viaggio estremamente difficile e potenzialmente traumatico, le persone più vulnerabili, soprattutto i bambini, sono spesso le più duramente colpite ed esposte a ulteriori rischi, in particolare di sfruttamento e abusi sessuali», ha dichiarato in una nota la Rappresentante speciale della Segretaria generale sulle migrazioni e i rifugiati, Leyla Kayacik. Il Comitato di Lanzarote del Consiglio d’Europa ha pubblicato dieci rapporti di conformità, che valutano la legislazione, i servizi e altre misure predisposte per proteggere dallo sfruttamento e dagli abusi sessuali i minori colpiti dalla crisi dei rifugiati in 41 Stati Parti contraenti (*) della Convenzione di Lanzarote.

«Il tema», spiega Caffo, «è complesso. E i dati certi sul numero dei minori sono pochi. Quello che sappiamo è che circa 150mila minori che in Ucraina vivevano in istituti sono stati, per la maggior parte, spostati in altre strutture, soprattutto in Polonia. Il Paese, così come l’Ucraina, dispone di istituti che possono accogliere anche 250 minori, cosa che in altri contesti, come l’Italia ad esempio, non sarebbe possibile. I minori sono stati spostati insieme agli educatori».

Non tutti i minori sono orfani: «Alcuni sono stati inseriti in comunità perché le autorità amministrative ucraine hanno ritenuto che i genitori non fossero in grado di mantenerne la podestà genitoriale». Questo è il caso meno complesso: «Di fatto», aggiunge Caffo, «di questi minori sappiamo dove sono e con chi, rimangono comunque diverse aree grigie sulla gestione».

Il secondo caso che si sta verificando riguarda i minori che hanno superato i valichi di frontiera accompagnati da adulti che, molto spesso, non appartengo al loro nucleo familiare. «Gli uomini dai 18 ai 60 anni non possono lasciare il Paese», ricorda Caffo. «Le giovani donne spesso sono impegnate nel sostegno sanitario o nell’organizzazione degli aiuti e quindi restano in Ucraina. I genitori per mettere in salvo i figli li affidano a conoscenti e persone che hanno deciso di lasciare il Paese. La polizia di frontiera, soprattutto nei primissimi giorni di guerra, non ha effettuato i controlli necessari: i bambini quindi sono usciti dal Paese con dei quasi sconosciuti per non si sa quale destinazione».

Ma i controlli sono mancati anche superati i confini dell’Ucraina: «tante persone, anche singoli cittadini, sono arrivate ai confini per offrire un passaggio ai profughi. Ma anche in questo caso: per dove? Nella grande confusione dell'afflusso, non sono effettuati rilevamenti biometrici dei bambini che passano il confine e non sono stati attivati monitoraggi del percorso».

Poi ci sono i minori che arrivano alle frontiere totalmente da soli. «Fenomeno», spiega Caffo, «che si è verificato fin dai primissimi giorni di questo dramma umanitario. Anche in questo caso è stata la paura della morte e delle bombe a spingere i genitori a mettere i figli su treni e bus per allontanarli dal conflitto». Cosa gli è successo? «Non lo sappiamo», dice Caffo. «Erano minori senza documenti. Il rischio di sottrazione dei minori o di infiltrazione criminale era ed è altissimo».

Telefono Azzurro supporta i che l’emergenza in Ucraina mette in immediato pericolo di vita tramite il servizio 116.000 accoglie le segnalazioni relative a scomparsa, avvistamento e ritrovamento di bambini e adolescenti, insieme ai partner europei di Missing Children Europe che ha lanciato una nuova pagina web dedicata ai bambini ucraini scomparsi. Sul loro sito le immagini dei ragazzi che si stanno cercando come Mykola, sparito il sei marzo da Zaporizhzhya, ha 17 anni. O ancora Samira scomparsa il 16 marzo da Odessa, anche lei ha 17 anni. Il sito web fornisce informazioni su come segnalare un bambino ucraino scomparso in tutta Europa, poster di bambini ucraini attualmente segnalati come scomparsi e risorse per sostenere i bambini scomparsi e le loro famiglie in fuga dall’Ucraina.

L’ong Magnolia, partner ucraino di Telefono Azzurro e Missing Children Europe, «ha già raccolto moltissime denunce», dice Caffo. «All’appello mancherebbero duemila minori e sono 200 i casi aperti di adolescenti spariti nel nulla, di cui le famiglie hanno denunciato la scomparsa. Le segnalazioni continuano ad aumentare: “dove sono i nostri figli?”, non c’è risposta. Fatta accezione, come dicevo, per chi si trova in istituto e che possono essere in parte ritrovati» Ma più passa il tempo più è difficile ritrovare i minori.

«Migliaia di bambini sono stati deportati in Russia», aggiunge Caffo. Questa denuncia arriva dalla pagina Facebook di Lyudmila Denisova, responsabile dei diritti umani del parlamento ucraino. «Di loro non sappiamo niente». Il Paese (la Russia) rapisce i bambini”, si legge nel post. “I media temerari hanno cominciato a pubblicare informazioni sull'iniziativa del presidente della Federazione Russa di modificare la legislazione per organizzare una procedura accelerata per l'adozione dei bambini del Donbass. Si riferisce che la Duma di Stato sta già lavorando a modifiche appropriate della legislazione, dopo le quali la sostituzione della famiglia per il bambino sarà impossibile. Secondo varie fonti, più di 121.000 bambini sono già stati deportati con la forza nella Federazione Russa. Si tratta sia di orfani che di quelli che hanno i genitori”. «Intanto il Governo Ucraino», aggiunge Caffo, «ha chiesto esplicitamente all’Europa di non dare i minori in affidamento o in adozione. Una cosa è certa i bambini hanno subito e stanno subendo un trauma incredibile. Non hanno il senso di futuro e sentono una grande paura».


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