Comitato editoriale
Al via la call rivolta ai cittadini bergamaschi per l’accoglienza dei profughi afghani
Dopo la presa di Kabul da parte dei talebani nell’agosto scorso, il Comune di Bergamo e Cesvi Fondazione Onlus hanno firmato a fine settembre un accordo finalizzato alla realizzazione di un’iniziativa di raccolta fondi per il finanziamento delle attività progettuali necessarie all’accoglienza di richiedenti asilo nellaprovincia di Bergamo, a fronte del flusso di famiglie provenienti dall’Afghanistan nell’ultimo periodo
di Redazione
In considerazione dell’emergenza umanitaria sorta a seguito alla presa di Kabul da parte dei talebani nell’agosto scorso, il Comune di Bergamo e Cesvi Fondazione Onlus hanno firmato a fine settembre un accordo finalizzato alla realizzazione di un’iniziativa di raccolta fondi per il finanziamento delle attività progettuali necessarie all’accoglienza di richiedenti asilo nellaprovincia di Bergamo, a fronte del flusso di famiglie provenienti dall’Afghanistan nell’ultimo periodo. Attualmente sono 49 le persone provenienti dall’Afghanistan presenti nelle strutture residenziali (CAS – Centri di Accoglienza straordinaria) sul territorio di Bergamo a cui la Prefettura garantisce i servizi di accoglienza previsti dalla normativa. I minori, in età da scuola dell’obbligo appartenenti al gruppo giunto ad agosto, sono già stati iscritti presso le scuole dei Comuni ospitanti e in buona parte stanno già frequentando.
Complessivamente il sistema dell’accoglienza conta 34 nuclei famigliari di diversa provenienza (11 afghani, 5 tunisini e 18 di altre nazionalità), tra cui 8 dal Camerun, Costa d’Avorio, Nigeria) particolarmente numerosi: 10 di questi hanno tra i 5 e i 9 componenti e 10 hanno tra i 3 e 4 componenti, inclusi i nonni. In totale 109 persone (50%-50% uomini e donne), dei quali 42 minori, 65 giovani-adulti e 2 over 65, distribuite su 26 strutture differenti in 19 Comuni della Provincia di Bergamo che, nell’arco di pochi mesi, vedranno esaminata la richiesta di protezione internazionale presentata. L’ottenimento del permesso di soggiorno per protezione è la premessa per costruire un percorso di integrazione attraverso la ricerca di un lavoro e di una abitazione autonoma Il progetto BERGAMO CASA ACCOGLIENTE, a cui saranno destinati i proventi della raccolta fondi, si rivolgerà a questi 38 nuclei attraverso interventi mirati su alcune specifiche necessità, affidati a Cesvi Fondazione onlus, nel ruolo di capofila, e ad alcuni partner con cui Cesvi ha siglato a sua volta specifici accordi di collaborazione: Fondazione Casa Amica, Fondazione Diakonia, Consorzio SolCo Città ApertaCooperativa La Fenice Onlus.
Sono state identificate tre categorie di bisogni/problemi sui quali focalizzare l’intervento.
1. Nell’immediato, è necessario provvedere a: materiale ed altri costi connessi all’istruzione per i minori, inclusi percorsi L2; sempre sul tema istruzione è in corso una ricognizione sugli adulti per l’insegnamento della lingua italiana; visite mediche, farmaci ed altre spese in ambito salute non coperte dal servizio sanitario; supporto psicologico nei casi in cui ci sia la necessità di rielaborazione di traumi vissuti nell’ultimo periodo.
2. In parallelo, è necessario svolgere un lavoro di sensibilizzazione delle comunità ospitanti e di costruzione di legami comunitari, per favorire una migliore accoglienza dei nuclei famigliari sul territorio: costruire una rete di soggetti che accompagnano le famiglie nel percorso di integrazione, grazie alla messa a disposizione di tempo e competenze da parte di singoli cittadini o gruppi; canalizzare al meglio la disponibilità di altre famiglie e volontari in percorsi di affiancamento, anche dal punto di vista linguistico e culturale; offrire spazi di socializzazione per le famiglie afghane, coinvolgendo cittadini, associazioni e altre famiglie.
3. Nella prospettiva di uscita degli ospiti nel breve periodo dal sistema di prima accoglienza, è necessario lavorare da subito a risposte di seconda accoglienza e di autonomia, in particolare ricercare risposte abitative adeguate, soprattutto trattandosi di famiglie numerose, e favorire percorsi di inserimento lavorativo o di formazione/istruzione, sfruttando servizi/progetti già esistenti presso la rete dei partner di progetto in particolare ampliando la rete di accoglienza del Servizio Accoglienza Integrazione (ex SPRAR).
Pertanto, in contemporanea alla raccolta fondi, sono state attivate due call rivolte ai cittadini di Bergamo per raccogliere la disponibilità ad offrire gratuitamente sia case o appartamenti inutilizzati da destinare a queste famiglie, sia competenze e tempo per sostenere e favorire il loro inserimento nel nuovo contesto di vita. Gli appartamenti saranno visionati e selezionati sulla base delle necessità esistenti. Saranno inoltre messi in atto meccanismi di garanzia per i proprietari sia riguardo la stipula dei contratti di locazione, sia per il mantenimento delle abitazioni in buono stato,fino alla fine della locazione.
Per rendere disponibili case o appartamenti inutilizzati accedere a questo appello online
Per mettere a disposizione competenze e tempo accedere a questo appello online
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