Famiglia
A casa di Nina volano i piatti e le mani. Un libro racconta la violenza assistita ai bimbi
A casa di Nina ci sono sere in cui tutto vola. Volano i piatti, volano le parole, volano anche le mani. Nina vive la violenza dentro casa. Ad agirla è il suo padre, nei confronti della madre. Nina è la protagonista di “Il Grande Volo”, un nuovo albo illustrato dedicato alla violenza assistita
A casa di Nina ci sono sere in cui tutto vola. Volano i piatti, volano le parole, volano anche le mani. Nina vive la violenza dentro casa. Ad agirla è il suo padre, nei confronti della madre. Nina è la protagonista di “Il Grande Volo”, il nuovo albo illustrato scritto da Fulvia Degl’ Innocenti, illustrato da Silvia Colombo (Edizioni Astragalo) dedicato alla violenza assistita.
Come lei, ogni anno, sono circa 500 mila i minori vittima di violenza assistita in Italia. Sono silenziosi testimoni di soprusi e maltrattamenti, atti di violenza fisica, verbale, psicologica, sessuale ed economica agiti da uomini (mariti, compagni, partner) nei confronti delle loro madri.
Cura, affetto e dialogo sono i tratti fondamentali di un buon ambiente familiare. Purtroppo, in alcuni casi questi valori possono venire meno e le famiglie, si trasformano in luoghi dove i comportamenti violenti, compiuti dagli uomini nei confronti di madri e figli, compromettono la salute fisica e psichica di entrambi.
«Lo spunto per cimentarmi in una storia che affrontasse il tema della violenza assistita mi è arrivato da una operatrice della Casa Delle Donne di Bologna che mi ha sollecitato a scrivere una storia che potesse aiutare chi ha a che fare con i bambini vittime di violenza», racconta Fulvia Degl’ Innocenti, l’autrice, giornalista di Famiglia cristiana e autrice di oltre 130 libri per bambini e ragazzi. «La mia idea era quella di scrivere una storia in cui i bambini che assistono a scena di violenza (o ne sono a loro volta vittime) potessero identificarsi, ma che fosse anche una storia per tutti, nella convinzione che la letteratura per l’infanzia possa avvicinare i piccoli lettori a ogni genere di tematiche, anche le più drammatiche, se raccontate nel giusto modo, attento cioè alla loro sensibilità, evitando i particolari più crudi, e offrendo una visione di speranza e di possibilità di superare le difficoltà»
«La mia idea era quella di scrivere una storia in cui i bambini che assistono a scena di violenza (potessero identificarsi, ma che fosse anche una storia per tutti, nella convinzione che la letteratura per l’infanzia possa avvicinare i piccoli lettori a ogni genere di tematiche, anche le più drammatiche»
Fulvia Degl’ Innocenti
Fulvia Degl’ Innocenti ha immaginato così una bambina che assiste quotidianamente ai litigi dei genitori, ho dato voce al suo smarrimento, alla sua angoscia e al goffo tentativo di mettersi in mezzo per placare la furia del padre. Diventando così oggetto lei stessa di quella furia. Quello che nella realtà può essere descritto come uno spintone o una percossa diventa nella narrazione l’inizio di un volo che la porta fuori da quella casa così piena di angoscia, e la fa librare nell’aria, finalmente libera e leggera. Un volo alla fine del quale ritorna a casa per scoprire che l’orco non c’è più, e che davanti a lei e alla madre c’è una nuova vita senza più violenza.
«Il sottotesto suggerisce che, come spesso accade, quando una madre si rende conto che la violenza del compagno non si indirizza solo su di lei ma anche sui figli, essa trovi la forza di lasciar andare quell’amore malato, per mettere al riapro sé stessa e i suoi bambini chiedendo aiuto a una delle tante associazione che si occupano di donne maltrattate e che offrono alle vittime la possibilità di allontanarsi da casa, aiutandole a trovare un lavoro e una nuova sistemazione, e parallelamente fornendo sostegno psicologico per aiutarle a superare il trauma subito».
Le parole da sole non sarebbero bastate senza essere accompagnate dalle illustrazioni evocative e sognanti di Silvia Colombo.
«Quando Fulvia mi ha parlato di questo libro, è stato subito un turbinio di pensieri ed emozioni. Perché il tema è davvero impegnativo ed urgente, visti anche i recenti fatti di cronaca, di quelli che non sempre un genitore ha voglia di affrontare», racconta Colombo. «Ma io, come illustratrice e come mamma, ho sempre pensato che valga davvero la pena dialogare con i bambini anche degli argomenti più difficili, perché con un linguaggio appropriato, accompagnato da immagini adatte all'età, si può far crescere ed educare attraverso i libri». (E' di Silvia Colombo anche l’albo illustrato “Gesù bambino venuto dal mare”)
«Non dobbiamo dimenticare – le fa eco Fulvia Degl’ Innocenti, che dirige inoltre la collana di narrativa di edizioni Paoline Il parco delle storie ed è la presidente di Icwa, Associazione italiana degli scrittori per ragazzi – che le fiabe classiche, di cui si sono nutriti generazioni di bambini, hanno toccato temi come l’incesto (Pelle d’asino), l’abbandono (Hansel e Gretel), i maltrattamenti (Cenerentola) e che hanno rinforzato nei bambini la capacità di poter superare le difficoltà confidando nelle loro risorse interiori e nell’intervento di altre figure».
Colombo ha voluto sottolineare il suo stato emotivo attraverso colori molto forti, anche acidi, in contrasto con il nero di alcuni sfondi, sempre stemperando l’atmosfera con un elemento “amico” come, per esempio, il gatto di Nina. «Gli oggetti, le parole taglienti come lame e purtroppo le mani che "volano” li ho voluti sottolineare attraverso delle composizioni molto movimentate: vortici, scie e nuvole che si rincorrono». Nina, ad un certo punto del racconto, per evadere dalla violenta realtà familiare compie un volo immaginario: «l'ho ritratta su di una mongolfiera arancione, un tocco di colore suggestivo, che fa capolino qua e là, sopra le case, le strade, il mare, le nuvole». Man mano che il testo si snoda, le immagini cambiano ritmo, i colori si rischiarano insieme alle parole e diventano più delicati, perché il suo viaggio la condurrà all’ abbraccio con la mamma, ora consapevole di un disagio, coraggiosa, capace di chiedere aiuto. E tutto si rischiara in una nuova casa!
«"Il grande volo" è il viaggio onirico di una bimba ma anche di una madre, attraverso la consapevolezza che in una famiglia, la violenza, in qualsiasi forma essa sia consumata, non deve essere tollerata, perché l’amore vero non vive di violenza», sottolinea l’illustratrice. «Questo è il messaggio che vorrei far arrivare alle mamme, ai papà, ai bambini, ai professionisti che leggeranno questa storia. Credo infatti che questo libro possa essere uno strumento utile da usare in famiglia, ma anche nei centri antiviolenza, nelle associazioni che si prodigano ogni giorno nell'aiutare donne e bambini per uscire da questi ambienti soffocanti e viziati. Documentandomi per illustrare questo libro, ho scoperto essere davvero tanti! Cito il 1522: è il numero di telefono ufficiale nazionale antiviolenza e stalking, promosso dal Dipartimento delle Pari Opportunità e gestito dall'associazione Differenza Donna; D.i.Re; Lucha y Siesta; Casa Internazionale delle Donne; il Telefono Rosa; Casa Marcella; Casa delle Donne di Bologna; Casa Internazionale delle Donne; C.H.I.A.R.A. Onlus… Senza contare tutti i centri antiviolenza in ogni Regione dove gratuità, segretezza, sono i punti cardine».
Foto di apertura:
Illustrazione tratta da "Il Grande Volo", albo illustrato dedicato alla violenza assistita. Per cortesia dell’autrice.
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