Politica

Contro la logica di chi dice: “Stranieri presto a casa”

Il commento di Livia Turco sulla legge Bossi- Fini sull'immigrazione

di Livia Turco

È iniziato al Senato l?esame del testo di legge Bossi-Fini. L?opposizione ha presentato oltre mille emendamenti per sottolineare il dissenso rispetto al testo del governo. La dialettica che c?è stata nella maggioranza non l?ha migliorato. Gli ultimi due emendamenti depositati (regolarizzazione delle colf e uso della Marina come forza di polizia) sono la metafora della vera politica dell?immigrazione della Bossi-Fini: severità nei confronti dei più deboli, aumento della clandestinità, successive moratorie. Ci permettiamo di far osservare all?onorevole Follini e al ministro Buttiglione che pensare di affermare la solidarietà con la regolarizzazione delle colf, lasciando intatto il meccanismo del contratto di soggiorno, e cancellare lo sponsor è come mettere assieme diavolo e acquasanta! In realtà, la Bossi-Fini è un manifesto politico, voluto per sostenere la retorica contro gli immigrati che Bossi sintetizza nell?espressione: ?Immigrati pochi, solo per lavoro, solo per il tempo necessario e poi a casa?. Ai ministri Bossi e Fini non interessa avere strumenti per governare meglio l?immigrazione, ma solo saldare il conto con l?elettorato. Lo scarto tra propaganda e realtà si fa sentire. A partire dalla protesta dei datori di lavoro contro un provvedimento come quello del ministro Maroni di chiudere le frontiere, bloccando gli ingressi per lavoro nel 2002. Per non parlare del contrasto all?immigrazione clandestina. Mentre gli scafisti continuano ad arrivare, il governo non è riuscito a fare un accordo con i Paesi da cui provengono i flussi. Perciò l?opposizione a questa riforma non può che essere netta e forte.


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