Economia

Tutti i libri del mondo a Solomeo

È il nuovo progetto lanciato da Brunello Cucinelli, imprenditore leader nel cashmere: una Biblioteca universale nel paese dove sorge l’industria: «Lo facciamo nella convinzione che aprire una biblioteca sia come costruire i granai pubblici: si sfama il bisogno di sapere»

di Giuseppe Frangi

Per presentare la sua nuova utopia Brunello Cucinelli ha fatto le cose in grande. Ha convocato giornalisti, collaboratori e amici a Milano al Teatro Strehler. Dall’Umbria con lui sono arrivati il cardinal Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia e presidente della Cei, la governatrice della regione Donatella Tesei e Maurizio Oliviero rettore dell’Università. Cucinelli, o meglio Brunello dato che tutti lo chiamano così all’insegna di un’informalità e familiarità che è nello stile dell’impresa, da amante del teatro ha scelto la situazione che più gli era congeniale.

Sul palco insieme a lui c’erano l’amico e complice di tante riflessioni Massimo de Vico Fallani e lo spirito dell’imperatore Adriano, presente in forma di busto. Ad un certo punto ha chiesto di far calare una scenografia sul palco e così si è scoperto qual è l’oggetto di questa nuova utopia: una biblioteca universale, sul modello mitico di quella di Alessandria, da costruire a Solomeo, per iniziativa della Fondazione Federica e Brunello Cucinelli. «Sarà un luogo dove vorrei venisse custodita, anno dopo anno, la sapienza antica di tante parti del mondo», ha detto Brunello. «Sarà un luogo dove chiunque se lo desidera può entrare per studio, per leggere un libro. Il parco della villa che accoglierà la Biblioteca diventerà un parco pubblico di Solomeo». L’idea si presta a dimensioni fuori controllo. Per questo sono stati messi dei criteri: le sezioni saranno quattro, rispettivamente Filosofia, Architettura, Letteratura e libri sulla cultura dell’artigianato. Saranno “libri primi”, vale a dire testi base e non libri di critica o di analisi dei grandi autori dell’umanità. In tutto 400/500mila volumi raccolti nell’arco del tempo, cominciando da un nucleo iniziale di 30mila. «Facciamo progetti trimestrali, triennali», ha detto l'imprenditore, «ma questo è per i prossimi mille anni. Come scrive Marguerite Yourcenair nelle sue Memorie di Adriano, “ci sentiamo custodi del creato e della bellezza, custodi pro-tempore, ma custodi”».

C’erano invitati rappresentanti della Silicon Valley, ma il tono di questo incontro era quello di un ritorno ai fondamentali, come fattori intramontabili. Sono intramontabili i libri di carta che tutte le ricerche stanno confermando come vincitori rispetto agli e-book. Ed è intramontabile la coscienza e la sapienza artigiana, di cui anche tutta la grande imprenditoria non può fare a meno. «Crediamo in un grande ritorno dell’artigianato nei prossimi anni», ha assicurato Cucinelli. «Siamo i primi manifatturieri al mondo di qualità, la catena italiana della produzione sta bene. Stiamo lavorando per dare una sorta di immortalità alla filiera. E molta gente sta cambiando, il capitalismo deve essere contemporaneo». Una battuta anche sulle conseguenze della pandemia: «Sin dal primo giorno abbiamo cercato di fare quello che ci ha insegnato l’umanista Tommaso Moro, ovvero accettare ciò che non può essere cambiato, cercando di cambiare ciò che può essere cambiato. È stato un anno difficile per la mente e per l’anima. Da qui credo sia ripartita una nuova visione del mondo che sarà la base del nostro secolo».

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