Leggi
Guerra tra automobilisti e vigili: c’è il giudice di pace
Dal 15 gennaio 2000 il ricorso contro le ingiunzioni del Prefetto relative alle multe prese dagli automobilisti, va fatta, al Giudice di pace e non più al Giudice unico.
di Redazione
Sono il rappresentante di una società e per svolgere il mio lavoro viaggio sempre in automobile. Discuto spesso con i vigili per le infrazioni che a loro avviso commetto: sono tempestato da multe, solleciti e pure da ingiunzioni di pagamento; una volta mi hanno addirittura ritirato la patente. Più di una volta ho fatto ricorso. La scorsa settimana il mio datore di lavoro, che mi rimprovera sempre, mi ha detto che c’è stato un riordino del sistema sanzionatorio e quindi il ricorso contro le ingiunzioni del prefetto ora va fatta al Giudice di Pace e non più al Giudice Unico. Potrei avere qualche informazione in più?
F.S. (Pa) E-mail
Per prima cosa vorrei dirle subito che il suo datore di lavoro le ha dato un’informazione corretta. Dal 15 gennaio 2000 il ricorso contro le ingiunzioni del Prefetto relative alle multe prese dagli automobilisti, va fatta, infatti, al Giudice di pace e non più, come succedeva in precedenza, al Giudice unico. Questa novità – come ha dichiarato tra l’altro di recente anche Primo Mastrantoni, segretario dell’Aduc (l’Associazione per i diritti degli utenti e dei consumatori) – è contenuta nel Decreto Legislativo n. 507/1999, relativo al riordino del sistema sanzionatorio. Nella stessa occasione è stato stabilito inoltre che anche il ricorso contro le ingiunzioni, quello contro le ordinanze per il ritiro della patente e il sequestro dell’automobile va fatto al Giudice di pace. Va sottolineato che non cambiano invece i termini di tempo: il ricorso dovrà essere fatto entro e non oltre 30 giorni. Rimane invariato, invece, il ricorso al Giudice unico contro il verbale di accertamento alle infrazioni al codice della strada (quello fatto dai vigili stessi, tanto per intenderci). Quindi da ora in avanti tutti i cittadini ai quali verrà notificata una multa, avranno due possibilità di scelta distinte. La prima: ricorrere al Giudice unico. Si attiverà in questo modo la procedura tradizionale, con un eventuale successivo processo, oppure ci si può anche rivolgere al Prefetto. Va aggiunto infine che comunque, anche nel caso in cui il Prefetto dovesse decidere di respingere le giustificazioni dell’automobilista ritenedole inattendibili e dovesse ordinare quindi di pagare (quella che viene chiamata “ingiunzione prefettizia”), il cittadino, per tentare di ottenere ragione, potrà sempre ricorrere al Giudice di Pace.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.