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Siria, 1 comunità su 3 vive in luoghi contaminati da mine ed ordigni inesplosi
Gli ultimi dati parlano di oltre 10,2 milioni di persone a rischio incidente in tutto il paese e solo nel 2021 si sono contate 805 vittime. Sono molti di più però quelli che hanno avuto incidenti non mortali. Tra i sopravvissuti 2 su 3 riportano danni permanenti e avranno bisogno di assistenza per tutta la vita. Negli ultimi 4 mesi, in coordinamento con il Ministero dell’Istruzione locale, WeWorld ha organizzato formazioni in Risk Education per 350 insegnanti, fornendo informazioni su come riconoscere ordigni inesplosi
di Redazione
Attività come l’agricoltura, la lavorazione del terreno o la raccolta dei rottami metallici, in Siria possono essere fatali. Nel paese, infatti, 1 comunità su 3 vive in luoghi contaminati da mine ed ordigni inesplosi ma la crisi socio-economica causata dal Covid-19 ha spinto negli ultimi anni molte più persone a correre dei rischi per generare reddito.
“Un intervento di formazione e sensibilizzazione su larga scala sui rischi creati da mine e ordigni inesplosi è sempre più urgente”, dichiara in occasione della giornata internazionale per la sensibilizzazione sulle mine Stefania Piccinelli, responsabile programmi internazionali di WeWorld, organizzazione impegnata da 50 anni a garantire i diritti di donne, bambine e bambini in 25 paesi del mondo.
Gli ultimi dati parlano di oltre 10,2 milioni di persone a rischio incidente in tutto il paese e solo nel 2021 si sono contate 805 vittime. Sono molti di più però quelli che hanno avuto incidenti non mortali. Tra i sopravvissuti 2 su 3 riportano danni permanenti e avranno bisogno di assistenza per tutta la vita.
“Purtroppo questo è un rischio molto reale che riguarda da vicino le persone con cui lavoriamo nel paese – racconta Piccinelli – Le aree dove interveniamo (i governatorati di Aleppo e Deir-Ez-Zor) sono state duramente colpite dal conflitto e gli incidenti legati alle mine e ordigni esplosivi improvvisati (IEDs) sono molto frequenti”.
Gli ordigni vengono ritrovati soprattutto nei terreni agricoli e nelle strade ma anche nei dintorni delle scuole, delle infrastrutture pubbliche e degli ospedali. “Tra chi ha incidenti con le mine – racconta lo staff che lavora sul campo – ci sono moltissimi bambini e bambine che riportano gravi ferite e mutilazioni. Questo, tra le altre cose, comporta grandi difficoltà nel tornare a scuola perché molte strutture non sono adeguate ad accogliere studenti disabili: non ci sono ci sono rampe o servizi igienici adeguati. Eppure l’istruzione dovrebbe essere un diritto di tutti e tutte”. Generalmente gli incidenti ai bambini avvengono mentre giocano: formare insegnanti e minori sui rischi che incontrano è dunque necessario. È per questo che WeWorld – in Siria dal 2011 con un focus sul settore dell’Educazione – negli ultimi anni ha deciso di aggiungere una componente di “Risk Education” per sensibilizzare e formare insegnanti, bambine e bambini sui rischi legati alla presenza di mine e ordigni inesplosi.
Negli ultimi 4 mesi, in coordinamento con il Ministero dell’Istruzione locale, WeWorld ha organizzato formazioni in Risk Education per 350 insegnanti, fornendo informazioni su come riconoscere ordigni inesplosi, come comportarsi per ridurre le conseguenze degli incidenti, e come discutere con i bambini di questi argomenti sensibili. Nel corso del 2022 più di 18.000 studenti saranno coinvolti in una campagna di sensibilizzazione, nella speranza che imparare di più sull’argomento e avere la possibilità di discuterne con i propri insegnanti li aiuti ad evitare i pericoli nella vita di tutti i giorni.
“Quando organizziamo le formazioni – conclude lo staff – il messaggio principale che cerchiamo di trasmettere è che devono mantenere sempre alta l’attenzione, anche mentre giocano. Raccomandiamo sempre responsabilità e di stare attenti ad oggetti strani che possono trovare per strada. Siamo molto felici quando sappiamo che i bambini danno ai genitori gli stessi consigli che noi diamo a loro: è la dimostrazione di un sistema che può aiutare a migliorare le cose”.
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