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Iran, giustiziato il primo manifestante
Mohsen Shekari è stato impiccato questa mattina con l'accusa di essere un "rivoltoso" che lo scorso settembre bloccò una strada principale di Teheran e ferì un membro di una forza paramilitare con un machete. Secondo le informazioni ottenute da Iran Human Rights, almeno 458 persone, tra cui 63 bambini, sono state uccise dalle forze di sicurezza dall'inizio delle proteste nel Paese dopo la morte di #MahsaAmini. E il numero totale delle condanne a morte dei manifestanti è salito a 11
di Redazione
L'Iran ha annunciato la prima esecuzione di un manifestante condannato durante le manifestazioni antigovernative. "Mohsen Shekari è stato impiccato questa mattina dopo essere stato giudicato colpevole da un tribunale rivoluzionario di "inimicizia contro Dio", hanno riferito i media statali", scrive la bbc. "È stato accusato", come si legge nel pezzo, di essere un rivoltoso che lo scorso settembre bloccò una strada principale di Teheran e ferì un membro di una forza paramilitare con un machete". La magistratura ha dichiarato che l'udienza si è tenuta il 10 novembre e l'imputato ha confessato le sue accuse
"Le autorità iraniane hanno giustiziato un manifestante, condannato a morte in processi farsa senza alcun giusto processo. Le sue accuse: aver chiuso la strada e ferito un ufficiale con un coltello. Si chiama #MohsenShekari – È stato impiccato questa mattina presto. #RivoluzioneIran2022", ha twittato Mahmood Amiry-Moghaddam, direttore di Iran Human Rights con sede in Norvegia.
Secondo Iran Human Rights sarebbero almeno 458 le persone, tra cui 63 bambini e 29 donne, rimaste uccise durante le proteste in corso in Iran. Le autorità iraniane hanno anche riferito che sono state emesse condanne a morte contro altri cinque manifestanti, portando il numero totale a 11 persone.
L'ong ritiene che l'esecuzione dei manifestanti sia una violazione di tutte le leggi e gli standard sui diritti umani e invita la comunità internazionale a reagire in modo appropriato. Il direttore Mahmood Amiry-Moghaddam ha dichiarato: "L'emissione di condanne a morte in processi-farsa privi degli standard minimi di equità processuale è la continuazione del piano di uccisione extragiudiziale dei manifestanti deve essere accolta con una forte reazione da parte della comunità internazionale".
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