Volontariato
Il mattone della Porta Santa per cementare l’accoglienza alla “Casa Frizzi”
Intitolata allo showman amico di Unitalsi la struttura che sta sorgendo all’Ortica, storico quartiere milanese, è destinata ad accogliere le famiglie dei bambini in cura negli ospedali del capoluogo lombardo. «Non perdete mai la forza di rispondere ai bisogni veri e concreti delle donne e degli uomini che incontrate nella vostra vita», il messaggio inviato da Papa Francesco
Non è un mattone qualsiasi quello che è stato benedetto dall’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini e posato alla Casa di accoglienza intitolata a Fabrizio Frizzi che l’Unitalsi Lombarda sta realizzando nel quartiere Ortica di Milano, all’interno del “progetto dei Piccoli”. Si tratta di un mattone della Porta Santa del Giubileo della Misericordia, donato da Papa Francesco per un luogo destinato ad accogliere i genitori dei bambini in cura, lontano da casa, nei nosocomi milanesi realizzata nell’immobile dell’ex oratorio del santuario della Madonna delle Grazie e che in questi mesi è in fase di ristrutturazione.
Alla semplice cerimonia che si è tenuta in via Amodeo, 90 a Milano, erano presenti l’arcivescovo di Milano Mario Delpini, il sindaco Giuseppe Sala, il presidente della Bcc di Milano Giuseppe Maino e don Stefano Venturini, responsabile della comunità pastorale Lambrate-Ortica, la presidente del Municipio 3, Caterina Antola e il direttore di Caritas Ambrosiana Luciano Gualzetti.
Per don Venturini la casa di accoglienza che rinasce come un luogo dedicato a tutti i giovani d’Italia colpiti nella salute. È il segno di una chiesa «ospedale da campo».
Un struttura per la cui realizzazione hanno concorso in tanti: dall’immobile donato per 20 anni dalla curia di Milano, alle donazioni di tanti e in particolare dai soci della Banca di Credito Cooperativo, dal Cav. Ernesto Pellegrini e dallo stesso Vittore De Carli, storico presidente dell’Unitalsi Lombarda, che ha donato tutti i proventi derivanti dalla pubblicazione del suo libro “Dal Buio Alla Luce con la Forza della preghiera” (ne avevamo parlato qui). Lo stesso De Carli intervenendo alla cerimonia ha sottolineato come questa casa di accoglienza sia frutto di un “dono”, anzi di tanti doni: della vita alla fede, dall’amicizia alla fede alla scrittura: «Tutto nasce da un libro, “Dal buio alla luce con la forza della preghiera” edito dalla Libreria Editrice Vaticana, nel quale racconto la mia esperienza di malattia e il cammino verso la guarigione. Questo libro con l’aiuto di alcuni amici diventa il primo volano per promuovere l’iniziativa a livello regionale e per una raccolta di fondi da privati», ma c’è anche i dono della gioia «tutti insieme festeggiamo questo traguardo con la partecipazione simbolica di papa Francesco che per l’occasione, oltre ad averci donato un mattone della Porta Santa del Giubileo dell’Anno 2000, ci ha inviato il suo messaggio augurale».
Il messaggio del Papa, letto da monsignor Busti, assistente della sezione lombarda dell’Unitalsi rivolto all’Unitalsi Lombarda è di non perdere mai «la forza di rispondere ai bisogni veri e concreti delle donne e degli uomini che incontrate nella vostra vita. E rispondere al bisogno di una casa accogliente perché i genitori possano vivere la cura dei propri figli ricoverati nelle strutture sanitarie è oggi, in un contesto di precarietà e nuove povertà, una testimonianza dell’amore di Gesù per i più poveri».
da sx Giuseppe Maino presidente Bcc Milano, Mons Mario Delpini arcivescovo di Milano, Giuseppe Sala sindaco di Milano e Vittore De Carli
Da parte sua monsignor Delpini ha ricordato come l’alleato di questa opera buona sia Dio «senza il Signore non possiamo fare nulla che possa resistere» e riferendosi alla casa di accoglienza ha sottolineato come questo «sia un piccolo segno di attenzione, come tanti altri, di fronte a un immenso bisogno. Ogni piccolo segno è come una piccola luce nella notte, un punto di riferimento che aiuta a trovare un luogo in cui si aprono le porte a chi viene a bussare». Il pensiero di Delpini è andato anche alla guerra in corso leggendo la benedizione del mattone per la casa di accoglienza Fabrizio Frizzi come una profezia oggi «necessaria perché l’assurdità della guerra distrugge in pochi giorni tutto il bene che si è fatto: sentiamo la guerra come un’angoscia che paralizza, ma noi vogliamo reagire, continueremo a costruire, con questo piccolo segno diciamo che il Signore è dalla parte di quelli che edificano e che a Milano c’è un cuore cristiano, una forza che si unisce ad altre, per dire la speranza che non morirà. Dio è dalla parte di chi fa il bene».
Per il sindaco Sala nell’opera in costruzione si incarna lo spirito milanese «del fare un passo alla volta», ma soprattutto in tempi così tragici come gli attuali «è consolatorio sapere che nascono questi semi». Non è mancato poi un riferimento al quartiere dell’Ortica «dove non manca l’ottimismo».
Al termine della cerimonia l’architetto Sara Ugazio che sta curando la ristrutturazione dell’immobile e ha illustrato i lavori e le accortezze che vengono utilizzate per rendere l’accoglienza delle famiglie e dei bambini in cura la più sicura possibile anche in considerazione della fragilità dei piccoli malati oncologici (l’Istituto nazionale dei Tumori è poco lontano). Nei suoi tre piani potranno essere accolti fino a sei nuclei familiari.
Immagini da Ufficio Stampa Unitalsi
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