Sostenibilità

Transizione energetica, Cese: «La società civile deve avere un ruolo centrale»

I rappresentanti di organizzazioni della società civile provenienti da tutta Europa hanno chiesto a Parigi, nel corso di una conferenza organizzata dal Gruppo Diversità Europa del Cese all'Académie du Climat, una transizione climatica ed energetica giusta e inclusiva, che coinvolga i cittadini, le organizzazioni della società civile, e in particolar modo i giovani

di Cristina Barbetta

Nell’ambito della presidenza francese del Consiglio dell’Unione europea il gruppo Diversità Europa del Comitato economico e sociale europeo (Cese) ha organizzato a Parigi la conferenza: “Cambiamento climatico e transizione energetica” (“Climate Change and Energy Transition”). L’evento ha affrontato molti aspetti legati al tema, tra cui le dimensioni sociali e geopolitiche, e le azioni da intraprendere a livello locale, nazionale ed europeo. L’evento, organizzato in forma ibrida, si è tenuto all’ Académie du Climat, un luogo nato su iniziativa del Comune di Parigi e dedicato in particolar modo ai giovani, per informarsi e formarsi sulle questioni ambientali. Hanno partecipato alla conferenza 120 persone, tra cui membri del Cese, accademici, organizzazioni della società civile e rappresentanti di autorità francesi locali e nazionali.

Séamus Boland, presidente del gruppo Diversità Europa del Cese, che ha aperto la conferenza, ha sottolineato l'urgenza di un’azione immediata per quanto riguarda il cambiamento climatico e la transizione energetica; questioni urgenti, che ci riguardano tutti. «Come la pace, così il cambiamento climatico e la transizione energetica riguardano il nostro futuro, i nostri valori e la nostra umanità. Per questo motivo dobbiamo affrontare queste tematiche, anche in questi tempi difficili», ha affermato.

Boland ha sottolineato come le organizzazioni della società civile debbano essere al centro del processo di transizione . «Ciascun settore socio-economico della società civile deve essere rafforzato per poter guidare, ideare e sviluppare la transizione. Le organizzazioni della società civile possono promuovere nuovi modelli economici, come quello dell’economia sociale, di cui hanno dimostrato la grande utilità nell’affrontare sfide socio-economiche», ha sottolineato.

Serge Orru, presidente del consiglio consultivo dell’Académie du Climat, ha spiegato che l’Academie si impegna a educare i giovani e a sviluppare un'economia con il minimo impatto possibile sul clima e sull'ambiente. L’istituzione francese si impegna a sensibilizzare per supportare una transizione energetica e ambientale che preservi il pianeta per le generazioni future.

Alla prima sessione è seguito il discorso di apertura di Emmanuelle Wargon, ministra delegata del ministro francese per la transizione ecologica, incaricata dell’edilizia abitativa. «La transizione energetica è al cuore della lotta contro il cambiamento climatico», ha detto la ministra delegata, e ha sottolineato come sia necessario lavorare a tutti i livelli. Emmanuelle Wargon ha spiegato che il cammino verso la transizione ecologica ed energetica è stato difficile e impegnativo. Mentre gli obiettivi erano chiari, si sono dovute trovare soluzioni prima che fossero imposte ulteriori limitazioni, in modo da assicurare l’accettazione da parte dei cittadini.

Assia Oulkadi, esperta di clima dello European Youth Forum, ha portato la prospettiva dei giovani europei all’interno del dibattito. Ha chiesto un cambiamento di sistema ricordando ai partecipanti che i giovani europei stanno sollecitando i politici affinché si occupino della questione del consumo eccessivo, alimentato dal nostro sistema economico dipendente dalla crescita. Il consumo eccessivo è la vera ragione della crisi climatica e di quella della biodiversità, ha affermato Assia Oulkadi.

La conferenza ha affrontato anche il tema delle sfide geopolitiche e militari nel contesto climatico ed energetico. Jean-Michel Valantin, dottore in studi strategici e ricercatore associato presso The Red Team Analysis Society, ha affermato: «Il disordine di oggi a livello globale sta causando massicci cambiamenti geopolitici, strategici e militari, che potrebbero accompagnarsi all’insorgere di nuovi conflitti, e dare origine a “guerre climatiche” sia internazionali sia civili».

Il Gruppo Diversità Europa del Cese ha pubblicato le conclusioni e le raccomandazioni della conferenza, che fanno parte del contributo del Gruppo alla Conferenza sul Futuro dell’Europa.


Conclusioni e raccomandazioni

Il Gruppo Diversità Europa del Cese afferma che bisogna cambiare mentalità: « È necessario un cambiamento di valori, attitudini e aspirazioni, in modo che i cittadini ripensino che cosa significhi “vivere bene”. È necessario riconoscere che la natura ha un vero valore e che l’umanità ha una responsabilità di lungo periodo nei confronti di essa».

«Ci deve essere sopratutto un dialogo regolare e costruttivo tra cittadini e politici». Inoltre «questa discussione dovrebbe avere luogo a tutti i livelli e con il più ampio coinvolgimento possibile a livello sociale, includendo i cittadini vulnerabili ed emarginati. Se non investiamo in questo dialogo, ci sarà una fortissima resistenza e reazione negativa da parte dei cittadini alle misure di transizione. Senza il coinvolgimento dei cittadini, non sarà possibile intraprendere le azioni necessarie per mitigare il cambiamento climatico, o per prepararsi alla transizione energetica».

Il Gruppo Diversità Europa del Cese cita come best practice in questo contesto il Patto climatico europeo , il cui obiettivo è quello di connettere i cittadini, di sensibilizzare e sviluppare e collettivamente soluzioni per il clima.

Il ruolo della società civile organizzata è al centro della transizione energetica. Ogni settore socio-economico della società civile deve essere messo in grado di ideare e implementare questo processo, sostiene il Cese. In particolare le organizzazioni giovanili dovrebbero essere al centro di riflessioni su possibili soluzioni: i giovani potrebbero educare e sensibilizzare altre fasce della popolazione sulle sfide future, e anche su come spostarsi da risposte individuali ad approcci sociali di sistema. Il Gruppo Diversità Europa del Cese sottolinea come anche il settore privato abbia un ruolo importante nel promuovere investimenti e imprenditoria.

Inoltre, afferma il Gruppo, è necessario trasformare la retorica in azione, pianificando e coordinando in maniera migliore le strategie Ue, e le politiche a livello nazionale, regionale e locale. I politici dovrebbero promuovere approcci olistici, sistemici e multidisciplinari per affrontare il cambiamento climatico e la transizione energetica.

In questo contesto il successo della città di Parigi nell’implementare il suo ambizioso Piano d’Azione per il Clima è di ispirazione per altre città e mostra in modo molto chiaro che le città dovrebbero essere in prima linea nell’affrontare il cambiamento climatico e la transizione energetica.

«La partecipazione diretta dei cittadini alla transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio sarà fondamentale, attraverso l’investimento in energie rinnovabili e assicurando modelli di sviluppo innovativi, decentralizzati e democratici, che creeranno posti di lavoro e modernizzeranno l’economia europea».

Proteggere le persone più vulnerabili

La transizione ecologica ed energetica porteranno a perdite di posti di lavoro e a costi della vita più alti. Di conseguenza è necessario informare, coinvolgere e assistere i consumatori e i cittadini vulnerabili, fornendo anche opportunità per migliorare le proprie competenze (upskilling) e impararne di nuove (re-skilling,) per affrontare i cambiamenti economici e la digitalizzazione

Particolare attenzione deve essere prestata all’impatto del cambiamento climatico e della transizione energetica sulle famiglie e sui nuclei domestici europei. La decisione del Gruppo Diversità Europa di commissionare uno studio su questa tematica è un importante passo in questa direzione.

Le foto sono del Comitato economico e sociale europeo.

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