Formazione

Convenzioni: continua lo scontro tra Asl 3 e Anpas genovesi

Si risolve in un nulla di fatto l'incontro tra direzione della Asl 3 genovese e le Anpas sul problema della Croce Gialla srl

di Mario Pesce

Nella giornata di ieri un incontro tra la direzione sanitaria della Asl 3 genovese e le pubbliche assistenze dell’area della circoscrizione Medioponente non ha risolto lo scontro in atto sulla convenzione stipulata con una ditta di assistenza privata per il trasporto di malati. la proposta della direzione di ripartire la chiamate tra le quattro assistenze, equiparando quindi di fatto il privato ai no profit è stata rigettata dalle PP.AA. e il funzionario presente a rappresentare la Asl non ha potuto fare altro che prendere atto della situazione. dal resoconto che ne viene fatto da Aleardo Longhi: “noi PP.AA. ci siamo sempre divise le chiamate, senza bisogno di accordi: se una ambulanza non era disponibile, ne arrivava un altra da un’altra assistenza e lo facevamo proprio per solidarieta’ e nell’interesse del malato. non possiamo fare la stessa cosa per chi invece lo fa per profitto, e in un contesto poco chiaro.” secondo l’attuale presidente della Croce Verde Sestrese, niente di nuovo è stato portato al tavolo del confronto: rimane ancora incerta la situazione della ditta privata e si è usciti dalla riunione senza neppure venire a conoscenza del numero esatto dei dipendenti della stessa. le domande avanzate ieri da Carruba delle Anpas in un articolo comparso sul Secolo XIX, e dallo stesso Longhi sul Corriere di Sestri, rimangono ancora senza risposta. la convenzione già in atto prevede un investimento per le pubbliche assistenze complesivamente di circa otto miliardi, da ripartirsi tra tutte le associazioni: circa sessanta alle quali si aggiunge ora, a budget invariato, la Croce Gialla srl. la convenzione corrisponde alle PP.AA. sulla base delle chiamate 22.000 lire + 1200 a chilometro: una cifra superiore a quella prevista in altre regioni, ma sicuramente insufficiente a garantire un servizio completo e efficiente, qualora non ci si appoggiasse al lavoro di volontari e alle donazioni. ci si chiede quindi come una società di capitali possa stipendiare i propri dipendenti facendo conto esclusivamente sui proventi delle chiamate, essendo chiaramente proibite in questo caso prestazioni di lavoro gratuito. un caso simile, verificatosi a Modena, si era chiuso dopo qualche tempo con il fallimento della ditta di assistenza, proprio per l’impossibilità di gestire il servizio. rimane ancora nel vago la ragione per cui la Asl ha stipulato comunque la convenzione, malgrado la presenza sul territorio di ben tre altre assistenze, e quindi in una situazione nella quale è difficile parlare di carenza di servizi.


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