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Coni in difesa della cattiva compagnia

La strana vicenda della Sportass, assicurazione statale degli sportivi.

di Pasquale Coccia

Che strana compagnia assicurativa: è un ente pubblico ma delega le sue funzioni ai privati e a caro prezzo. Un ente automo di Stato, che resiste persino a leggi che lo vogliono sopprimere. Difesa strenua e misteriosa che costa ai cittadini centinaia di miliardi. La Sportass è un istituto assicurativo, che ha il compito di provvedere al rimborso spese per gli infortuni che accadono agli sportivi, sia professionisti che amatoriali, sul campo di allenamento, mentre si svolgono le gare, e perfino durante le trasferte. Fino ad alcuni anni fa, non c?era campionato o gara in Italia che non includesse per i partecipanti, anche la quota assicurativa Sportass. Per la sua funzione sociale, è stato dichiarato ente pubblico necessario da un apposito decreto del presidente della repubblica nel 1978, il n.250. E la sua utilità è dimostrata dal fatto che oggi, ben 5 milioni di sportivi si rivolgono alla Sportass. L?ente è infatti convezionato con una compagnia di assicurazione provata, la Ara Srl, a cui riconoscere 240 mila lire per la gestione di ogni sinistro, a prescindere dall?indennizzo effettivamente corrisposto.

Nel consiglio di amministrazione siedono alcuni dirigenti delle federazioni del Comitato olimpico italiano, perché proprio le federazioni sportive, attraverso i 3 milioni e 500 mila iscritti, dovrebbero essere i principali clienti di questo ente, ma preferiscono le compagnie assicurative private, perché più celeri nei rimborsi e disponibili a contratti assicurativi maggiormente rispondenti alle diverse esigenze. E al consiglio nazionale del Coni, che approva o meno il bilancio, deve dar conto il presidente dell?ente assicurativo Francesco Colucci, anch?egli presidente di una federazione del Coni. Una funzione sociale, quella della Sportass, oscurata da una cattiva gestione delle sue casse, tanto da far registrare un bilancio in rosso per il ?99 di oltre 100 miliardi, che il Coni ha approvato senza battere ciglio nella seduta del 29 novembre, impegnandosi a esaminare per il futuro le proposte di risanamento del presidente Colucci. Ma altri avvenimenti, rendono inquietante il quadro. La Sportass non è stata inserita nell?elenco degli Enti da privatizzare, secondo quanto prevista dalla legge Bassanini n. 59/97, mentre sono stati inclusi tutti gli altri enti assicurativi e previdenziali. Un privilegio inspiegabile e in netto contrasto con quanto indicato dalla Commissione Bicamerale, che cela la volontà di sottrarla alla conseguente liquidazione. Sull?argomento, il senatore Verde Fiorello Cortiana ha posto un?interrogazione al ministro competente Giovanna Melandri: «Già a ottobre del ?99, ho denunciato la grave situazione finanziaria dell?ente e le chiare responsabilità del Consiglio nazionale del Coni», afferma Cortiana, «quali provvedimenti il ministro intende prendere per ripristinare la legalità e l?interesse pubblico?» chiede il senatore.

Alla Sportass non mancano manovre sotterranee in palese contrasto con la legislazione vigente. In spregio all?articolo 22 del decreto legge 29 del ?93, che prevede il possesso di laurea per l?accesso alla dirigenza, è stato nominato con delibera del 10 novembre ?99 direttore generale Rodolfo Saraceni, un ragioniere. Nella stessa delibera, si stabilisce il collocamento in aspettativa del ragioniere Saraceni perché possa coprire l?incarico di direttore generale con il relativo emolumento, in contrasto con qualsiasi normativa in materia. Le promesse di risanamento finanziario della Sportass fatte dal presidente e l?impegno del Coni a considerarle prima di deciderne il futuro, sembrano non tener conto delle magagne e delle sue gestiti ?familiari?. Nel contempo però non si esita a ridurre i finanziamenti agli enti di promozione sportiva impegnati nelle periferie più difficili. Il bilancio in rosso di Sportass verrà risanato dal Tesoro. Perché Funzione Pubblica e Beni Culturali, permettono lo sperpero di denaro pubblico, senza intervenire?


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