Volontariato

Sviluppo Italia, nel suo futuro una Sgr

Prima riunione del nuovo CdA e prime indicazioni sul suo nuovo assetto: parere favorevole alla costituzione di una nuova Società Gestione Risparmio

di Redazione

In ritardo la restituzione dei mutui da parte delle imprese giovanili

Sviluppo Italia sarà configurata come una holding operativa e avrà, rispetto all’assetto attuale, un numero ridotto di società, una soltanto per ogni Regione, che lavoreranno in stretto raccordo con le Regioni.
E’ quanto prevedono le prime indicazioni sul piano di sviluppo della Società illustrato dal Consiglio di Amministrazione nella sua prima riunione dopo il rinnovo dei vertici. Il Presidente Carlo Pace e l’Amministratore Delegato Massimo Caputi hanno illustrato ai Consiglieri le linee guida del piano di sviluppo in vista dei successivi esami e del confronto con il Governo. Nella prima riunione il C.d.A. ha dato parere favorevole alla costituzione di una nuova SGR (Società Gestione Risparmio), con l’obiettivo di razionalizzare le partecipazioni industriali in filiere omogenee tramite fondi mobiliari chiusi, creando anche una leva finanziaria per aumentare risorse disponibili per gli investimenti.

I risultati dell’area finanza e partecipazioni, secondo quanto emerso dal primo esame del C.d.A., presentano un andamento positivo e possono essere migliorati con una razionalizzazione ed integrazione delle gestioni aziendali.
Aspetti critici invece sul fronte delle imprese giovanili costituite con i fondi della ex legge 44. Il nuovo Consiglio di Amministrazione ha preso atto della situazione di mora in cui si trova la maggior parte delle imprese attive: su 1.183 imprese finanziate ne sono state collaudate solo 399, ma 224 di queste, pari al 56%, sono in mora nella restituzione delle rate dei mutui agevolati, sottraendo risorse finanziarie al fondo del prestito d’onore.

Massimo Caputi ha varato già la riorganizzazione dell’Area Attrazione Investimenti e Attività Internazionali, che prevede l’eliminazione delle attività estere e la concentrazione di risorse e competenze su quello che è considerato uno dei core business della Società, cioè l’attrazione di investimenti in Italia. Infine, è stato avviato un processo di riduzione dei costi con l’introduzione di meccanismi di razionalizzazione delle spese e di valorizzazione delle attività interne, con il trasferimento di risorse umane dalle aree di staff alle linee operative.

Nei prossimi giorni si avvieranno i confronti con il Dipartimento delle Politiche di Coesione diretto dall’economista Fabrizio Barca e con i vertici di tutte le Regioni.

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