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Milano, riaperto l’hub della stazione Centrale per i profughi

Apre questa mattina, venerdì 18 marzo, un punto di accoglienza, screening sanitario e informazioni nel sottopasso Mortirolo. I locali che 7 anni fa accoglievano i siriani e altre popolazioni in fuga ora sono stati riallestiti per gli ucraini che arrivano nel capoluogo lombardo con il treno. L’impegno di Regione Lombardia, Comune di Milano e Fondazione Progetto Arca

di Antonietta Nembri

I locali del sottopasso Mortirolo, sotto la stazione Centrale di Milano, nella memoria dei milanesi sono un luogo di accoglienza. Da questi spazi sono passati i siriani in transito, gli eritrei e tanti altri in fuga dalle guerre. Ora che l’ennesimo conflitto è esploso nel cuore dell’Europa l’hub riapre i battenti per accogliere i profughi ucraini in arrivo in città con il treno.
«Questo vuole essere un primo punto per avere un appoggio, effettuare il tampone obbligatorio, la registrazione e avviare l’iter dell’accoglienza», ha spiegato l’assessore regionale alla Protezione Civile Pietro Foroni. L’iniziativa vede in prima linea accanto alla Regione che per le spese di gestione dei locali concessi dal Gruppo Grandi Stazioni Retail con Rfi ha messo sul piatto 140mila euro – «un anticipo che la speriamo lo Stato provveda a riconoscere», ha chiosato Foroni – il Comune di Milano, la prefettura e Fondazione Progetto Arca. Un luogo in cui le sinergie sono importanti e a darne una plastica dimostrazione il tavolo allestito in occasione della conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa con gli assessori regionali Foroni e Claudia Maria Terzi (Infrastrutture, Trasporti e mobilità sostenibile), la vicepresidente e assessore al Welfare Letizia Moratti, gli assessori comunali Lamberto Bertolè (welfare e salute) e Marco Granelli (sicurezza e protezione civile), Alberto Sinigallia presidente di Fondazione Progetto Arca e il viceprefetto vicario Natalino Manno.


Da sx, Alberto Sinigallia, Marco Granelli, Lamberto Bertolè, Pietro Foroni e Letizia Moratti


I numeri, aggiornati all’altro giorno, parlano di 11mila profughi arrivati nel territorio lombardo di cui circa 5mila nel territorio della città metropolitana di Milano «Il dato è in crescita» ha osservato Foroni ricordando che se è vero che la quasi totalità delle persone arrivate è accolta da amici e parenti ci si prepara a una maggior capacità di accoglienza «alla piattaforma che abbiamo messo in piedi per cercare disponibilità dagli alberghi in due giorni sono arrivate disponibilità per 730 alloggi in tutta la regione». Da parte sua l’assessore Terzi ha confermato che i profughi ucraini da fine febbraio possono viaggiare gratis sui treni Tilo e Trenord, la spesa è a carico delle due società.

Meno del 10% delle persone ucraine arrivate a Milano è accolta nei centri messi a disposizioni a livello comunale, ha ricordato l’assessore Bertolè. Sono 200 i posti oggi disponibili tra Cas e strutture al momento apporntate (come Casa Jannacci). «Aumenteremo il coordinamento con il Terzo settore e sarà anche molto importante trovare dei dispositivi per poter sostenere le persone e famiglie che già oggi stanno accogliendo i profughi».
La stazione Centrale di Milano è da sempre uno degli accessi alla città e anche per questo, quando ci si è accorti alcuni profughi ucraini iniziavano ad arrivare con il treno la protezione civile comunale ha allestito un gazebo «dal 7 marzo, con la regione e la prefettura abbiamo accompagnato oltre 300 persone, ma ci siamo resi conto che il gazebo non sarebbe bastato e che serviva qualcosa di più. Questo luogo», ha detto l’assessore Granelli riferendosi ai locali del sottopasso Mortirolo «racconta una storia, quella di come Milano sia stata capace di accogliere le persone in fuga dalla guerra».

Una capacità di accoglienza che oggi come sette anni fa vede in prima fila accanto alle istituzioni il mondo del Terzo settore, come ha ricordato Alberto Sinigallia «Oggi riparte il nostro impegno in questo luogo dove 7 anni fa abbiamo accolto per molti mesi i migranti di varie nazionalità che arrivavano in Stazione Centrale e avevano bisogno di una prima assistenza. Oggi siamo ancora qui, insieme alla Protezione Civile comunale e Ats, per questa nuova emergenza umanitaria che coinvolge la popolazione ucraina in fuga dalla guerra».

Operatori e volontari di Progetto Arca saranno presenti insieme alla protezione civile e ai sanitari per fornire un primo aiuto concreto ai profughi che arriveranno e avranno bisogno di un luogo sicuro dove trovare un pasto completo e caldo, un momento di privacy da dedicare all’igiene personale grazie alle docce e ai kit igienico sanitari che saranno distribuiti insieme agli abiti nuovi. «Abbiamo allestito uno spazio protetto dove intrattenere e far giocare i bambini e un desk per fornire informazioni utili grazie ai mediatori culturali di lingua ucraina. È previsto anche l’intervento di uno psicologo nei casi di traumi importanti» continua Sinigallia.
«Questo hub vuole essere inoltre un anello di congiunzione con i luoghi di accoglienza dove le persone saranno ospitate in attesa dei ricongiungimenti familiari o dell’accoglienza in casa; ne è un esempio il centro di via Stella, gestito sempre da noi di Progetto Arca, già pronto per accogliere 50 persone, tra mamme, bambini e anziani», conclude Sinigallia.

Il viceprefetto Manno ha infine sottolineato come sia stato attivato un sistema a più livelli che vede tutti gli enti dalla protezione civile ai comuni impegnati, ma «serve il Terzo settore: è fondamentale», ha chiosato ricordando le tante realtà impegnate nel territorio milanese: dalla Caritas ad Emrgency, a Refugee welcome. Un punto di accoglienza analogo, infine, è allestito alla stazione di Lampugnano per gli arrivi con i pullman.

In apertura l'area dove operatori e volontari di Progetto Arca accoglieranno i bambini – foto da Ufficio stampa

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