Non profit

Pax Christi: ascoltare appello operai del settore armi

Monsignor Diego Bona: «La 185 tutelava i lavoratori del settore e promuoveva la conversione al civile»

di Giampaolo Cerri

Tra le tante prese di posizione che in questi giorni la società civile va esprimendo contro l?ipotesi di modifica della legge italiana che regola il commercio delle armi (185/90), Pax Christi chiede di porre grande attenzione all?Appello firmato da alcune lavoratrici e lavoratori dell?industria bellica. Il testo si rivolge alle rappresentanze sindacali affinché assumano una linea coraggiosa e non ricada ?di fatto e di nuovo, sui lavoratori dell?industria militare, la responsabilità di collaborare a traffici di morte. Essi venivano quanto meno parzialmente tutelati dalle limitazioni poste dalla 185/90?. Commentando la nota, Mons. Diego Bona, vescovo di Saluzzo e presidente di Pax Christi ha detto che ?queste parole meritano un?attenzione tutta speciale perché provengono da persone che hanno pagato anche di persona e si confrontano coraggiosamente con la propria coscienza invitandoci a fare altrettanto?. L?appello chiede sostanzialmente ai sindacati contribuire ?individuare le vie più opportune per la riduzione della spesa militare, della ricerca e della produzione bellica, per difendere e semmai estendere le limitazioni alle esportazioni di armi previste nella 185/90, per promuovere la riconversione al civile della produzione militare (a partire per esempio da quanto previsto proprio dalla L.185/90 e dalla rivitalizzazione dell?Agenzia per la riconversione dell?industria bellica lombarda istituita dalla L.R.6/94), per tutelare l?obiezione professionale alla produzione militare, per dare ai lavoratori gli strumenti per opporsi alla guerra, e a quella sua forma che oggi va sotto il nome di ?guerra permanente?, ed agire per la prevenzione dei conflitti e la diffusione di una cultura di pace?.


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