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Negli hub di Banco Alimentare Lombardia cresce la generosità verso i profughi

Il centro di via Borsieri è stato messo a disposizione della generosità dei milanesi con il coordinamento del Comune di Milano che ha pubblicato anche un vademecum "Milano Aiuta". «Ci stiamo attrezzando a supportare ancor di più le strutture caritative, il periodo non è facile anche perché con il Covid la povertà è cresciuta», osserva il presidente Dario Boggio Marzet

di Antonietta Nembri

Milano è una delle principali mete dei profughi ucraini in fuga dalla guerra insieme a Bologna, Roma e Napoli. A oggi, dati del ministero dell’interno aggiornati al 16 marzo, nel nostro Paese ne sono arrivati poco più di 47mila. Nel capoluogo lombardo la macchina della solidarietà si è mossa immediatamente. Sul portale del Comune è stato pubblicato un vademecum in cui sono raccolte alcune indicazioni rivolte ai cittadini milanesi che vogliono aiutare gli ucraini in fuga: dalla messa a disposizione di alloggi e ospitalità, ai luoghi in cui far confluire le donazioni, per quelle in denaro si indica il fondo della Fondazione di Comunità di Milano Città, Sud Ovest, Sud Est e Adda Martesana, mentre per chi vuole donare beni non deperibili vengono indicati quattro hub in cui portare prodotti alimentari e non. Si tratta delle strutture di Cri Milano, Terre Des Hommes, Ibva Solidando e anche quella di via Borsieri di Banco Alimentare della Lombardia che ha messo a disposizione il suo centro nel quartiere Isola.
«Ci siamo mossi subito nell’immediato», racconta Dario Boggio Marzet, presidente di Banco Alimentare della Lombardia "Danilo Fossati". «La prima cosa che abbiamo fatto è stata una survery con le nostre 1.200 strutture caritative lombarde per capire chi stesse già accogliendo dei profughi e chi lo ha in programma e dalle prime risposte (circa la metà di quelle contattate ha già risposto) sono davvero tante quelle che si stanno attrezzando all’accoglienza». E di conseguenza anche il Banco Alimentare si sta preparando «ad aiutare le strutture che ospiteranno i profughi, stiamo facendo il possibile perché non possiamo perdere di vista anche la situazione più ampia: continuare ad aiutare le strutture che aiutiamo nella quotidianità e affrontare una nuova emergenza».
Anche perché ammette il presidente «non è un periodo facile per le donazioni, al di là della buona volontà. Nelle aziende con ci siamo in contatto abbiamo però percepito la voglia di aiutare ed è importante perché ci aspettiamo un aumento del bisogno in generale in tutta la Lombardia, anche al di là dell’emergenza profughi».

L’organizzazioni oltre che a Milano ha messo «a disposizione spazi e volontari a Lipomo vicino a Como dove in accordo con i Cavalieri di Malta stiamo raccogliendo anche farmaci da banco per rispondere ai bisogni» spiega Boggio Marzet. «A Milano invece in coordinamento con il Comune e la Protezione civile nell’hub di via Borsieri si possono portare sia alimenti sia prodotti non alimentari per l’igiene personale». Banco Alimentare collabora anche con Progetto Arca «una collaborazione che rientra in quella rete di enti del Terzo settore che si è concretizzata in periodo Covid e che ora si sta rafforzando».

Per il Banco Alimentare la partecipazione delle persone al dono è un’esperienza che si ripete ogni giorno e che emerge ogni anno in occasione della Giornata della Colletta Alimentare, ma ammette il presidente «in questo caso si nota un coinvolgimento ancora più forte. Forse perché siamo davanti a una tragedia che è stata causata dall’uomo. Come se ci fosse la consapevolezza che non è come il Covid, la tragedia cui assistiamo oggi è stata scatenata dagli uomini e ha come conseguenza questo afflato di generosità». E non mancano gli esempi: «C’è gente che ci ha chiamato per mettere a disposizione pieni di benzina per i mezzi. Questa voglia di fare e donare è come se si volesse mettere una voce di pace in questa situazione di guerra».

In apertura foto di © Bryan Smith/Avalon/Sintesi

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