Volontariato
I filosofi e la scuola
Ci sono quindici scuole in cui la proposta del Ministro Patrizio Bianchi di portare la filosofia negli istituti tecnici è più che un’idea: «Stiamo costruendo una rete nazionale di scuole per la sperimentazione della filosofia negli istituti tecnici», dice Massimo Iiritano, presidente di Amica Sofia. E per i più piccoli? C'è una scuola per imparare a fare filosofia con i bambini, anche senza bisogno di un'ora dedicata
«La scuola che mi porto dentro dopo la pandemia è iniziata la sera del 5 marzo del 2020, data della proclamazione del lock-down nazionale, dovuto allo stato di emergenza COVID-19. Quel-la sera, alle ore 20:00, noi, io e la mia classe, eravamo già connessi. Le nostre prove generali avevano funzionato, il giorno successivo avremmo fatto lezione online e online avrebbe trovato continuità anche l’ora di filosofia. La filosofia è quella cosa che ci ha trattenuti e fatto rimanere, proprio perché sempre e di per sé filosofia è quello che RIMANE, che arriva dopo, che chiarisce le idee, come la nottola di Minerva. Mai come in quel periodo la scuola avrebbe dovuto avvalersi della filosofia per recuperare la presenza nella distanza. […] Quella sera ci preparavamo a vivere in un altro luogo, fuori dalle mura, dalle porte delle aule. Non sapevamo cosa sarebbe accaduto. Eppure, avevamo la certezza di esserci. Di trovarci in una paradossale prossimità e che la filosofia ci stava aiutando ad accorciare le distanze. Ci siamo discostati per avere una nuova prospettiva, come i presbiti, che se allontanano il foglio vedono meglio. […] È così che molto presto abbiamo capito che nella scuola a distanza accadevano almeno due cose singolari: in primo luogo, a distanza la percezione del volto era paradossalmente molto più vicina che nella scuola in presenza, laddove, protetti dalle mascherine, non riuscivamo ormai più da tempo ad indovinare la mimica esatta dei volti. Inoltre, durante il collegamento on line, oltre a guardare il volto dell’altro, ciascuno guardava (per la prima volta?) se stesso, parlare, gesticolare, ascoltare. Com’è il mio volto mentre spiego? Come gli altri percepiscono la mia voce se sono agitato? Cosa si vede sullo sfondo? Come sono la posa, l’espressione, la luce? Era mai capitato prima, di vedersi così da vicino?».
Questo brano è uno stralcio di un articolo di Luna Renda sull’ultimo numero di Amica Sofia, il magazine della omonima associazione, nata nel 2008 per la promozione della ricerca e delle pratiche di filosofia dialogica, con i bambini e con gli adulti. È stata la prima in Italia a promuovere la ricerca e la sperimentazione della filosofia con i bambini e della filosofia civile, attraverso una serie di laboratori e incontri di formazione per i docenti, attivati in tutta Italia, nelle scuole di ogni ordine e grado: sono trascorsi dieci anni. La proposta del Ministro Patrizio Bianchi di portare la filosofia negli istituti tecnici, per completare la formazione degli studenti che andranno in futuro a occupare posizioni importanti nel settore tecnico, qui è più che un’idea: «Su questo lavoriamo da tempo con una quindicina di scuole e stiamo costruendo una rete nazionale di scuole per la sperimentazione della filosofia negli istituti tecnici», dice Massimo Iiritano, presidente di Amica Sofia. Il progetto si chiama Inventio, è promosso e coordinato dal Gruppo di Ricerca ΑΙΩΝ / AIÓN – Filosofia e Didattica del Dipartimento di Filosofia e Comunicazione dell’Università di Bologna, dall’Associazione Filò – Il filo del pensiero e dall’Associazione Amica Sofia e mira appunto a costruire un dibattito scientifico e pubblico sull’introduzione in via sperimentale della filosofia negli istituti tecnici e professionali. Uno dei prossimi step è quello di costruire un Tavolo di lavoro, volto a scrivere insieme alcune proposte per il curricolo della futura Rete di Scuole: il prossimo 21 Ottobre ci sarà una Tavola Rotonda in cui verranno messe a confronto alcune esperienze condotte in questi anni.
Perché la filosofia negli istituti tecnici? «Per ripensare l’offerta formativa di queste scuole in termini più umanistici, aperti al dialogo, alla conoscenza di sé, al confronto con l’altro e alla possibilità di ripensarsi in un contesto lavorativo continuamente in evoluzione, che richiede sempre creatività e innovazione», spiega Iiritano. «Le vecchie impostazioni delle scuole tecniche sono clamorosamente inadeguate rispetto a mondo del lavoro ma anche rispetto all’orientamento dei ragazzi rispetto al loro futuro. Come è possibile trovare dei ragazzi, in V, che mi dicono “È la prima volta che a scuola mi viene chiesto cosa penso io…”?».
Al di là di questa ipotesi di riforma, già oggi la filosofia può entrare a scuola, anche con i più piccoli e anche senza avere nel curricolo “l’ora di filosofia”. Come? Amica Sofia organizza ogni anno una scuola di formazione per gli insegnanti, per conoscere e sperimentarsi in questa proposta di fare filosofia con i bambini e i ragazzi. La Scuola di Formazione Nazionale di Amica Sofia, con il patrocinio dell’Associazione Filò – il filo del pensiero e dell’Università LUMSA di Roma quest’anno si terrà dal 5 al 7 novembre tra Striano e Pompei, in presenza e sotto il titolo “La scuola e i filosofi, tra distanza e presenza”. «La scuola e i filosofi» è un tema emerso durante la Dad, che ci ha portati a riflettere su come essere presenti nella distanza e come a volte si è distanti nella presenza», dice Iiritano. Ci saranno laboratori di formazione in situazione con gli alunni della scuola ospitante, tenuti dagli esperti di Amica Sofia alla presenza degli insegnanti iscritti al corso e laboratori di formazione in situazione con gli insegnanti. Domenica 7 novembre la scuola si concluderà con una passeggiata filosofica all’interno degli scavi archeologici di Pompei, per il confronto e lo scambio di opinioni: ogni insegnante sarà invitato a scegliere e leggere un brano che fa riferimento a Pompei, alla forza dirompente della natura, ai disastri naturali… come La ginestra. Insieme si filosoferà partendo da quelli spunti, come si potrebbe fare in classe con i bambini.
Per iscriversi: https://forms.gle/UtShHh7mk64Kwccy8. In allegato il programma completo delle tre giornate.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.