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Addio al Prof. Sante Tura, padre dell’ematologia italiana

L’Associazione Italiana contro leucemie, linfomi e mieloma si unisce al grande dolore che ha colpito la famiglia del professor Tura, padre dell’ematologia italiana scomparso all’età di 92 anni circondato dall’affetto dei suoi cari. «Per Ail è stato come un padre insieme all’indimenticato professor Franco Mandelli, suo grande amico e collega» osserva il presidente nazionale Sergio Amadori

di Redazione

«Per Ail il professor Tura è stato come un padre insieme all’indimenticato professor Franco Mandelli, suo grande amico e collega. Alla professionalità il professor Tura univa un’immensa umanità, lungimiranza e speranza nel futuro. Si è impegnato nella lotta contro i tumori del sangue per 50 anni con perseveranza e determinazione. Il Prof. Tura mancherà a tutti noi di Ail, mancherà ai suoi colleghi ematologi anche ai più giovani e mancherà a tutte quelle persone che oggi lo piangono e che lui ha curato con perizia, dedizione e affetto nella sua lunghissima carriera di ematologo» con queste parole il presidente nazionale di Ail Sergio Amadori esprime il grande dolore di tutta la comunità di Ail per il grande uomo e medico da tutti stimato e amato, "di cui sentiamo già la mancanza" sottolinea una nota.
La sua scomparsa segna una grave perdita per la medicina e per l’ematologia italiana. Il Prof. Tura ha compreso con assoluta lungimiranza l’importanza di creare una disciplina autonoma dalla medicina interna per procedere più rapidamente nella ricerca e nella cura dei tumori del sangue; la sua visione straordinaria ha influenzato l’Ematologia degli ultimi 50 anni e ha contribuito a costruire l’Ematologia moderna.

La sua lunga carriera è stata costellata da grandissimi successi e soddisfazioni: è stato professore ordinario dell’Università di Bologna, direttore dell’Istituto di Ematologia del Policlinico Sant’Orsola di Bologna, fondatore e direttore dell’Istituto “L. e A. Seràgnoli” e presidente di Ail Bologna dal 2004 al 2021.

Si è impegnato nell’applicazione delle terapie più all’avanguardia ed è stato anche chiamato “guardiano del sangue” per la passione e l’impegno totalizzante che metteva nella sua professione, che lui ha amato intensamente fino alla fine, tant’è che spesso ripeteva di essere “nato medico”.

In apertura il professor Sante Tura da Ail.it

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