Fondazioni: Guzzetti a Tremonti, pensi a privatizzazioni

Superministro, si sbaglia. Sul Corriere della Sera di oggi, il presidente della Fondazione Cariplo e dell’Acri, Giuseppe Guzzetti risponde a Tremonti che, mercoledì scorso, inaugurando l’anno accademico dell’Università di Macerata, aveva sparato a palle incatenate sul settore. Tremonti aveva detto che le fondazioni «si occupano poco di Alzahimer e troppo di banche» e, riferendosi senza citarla alla Cariplo, aveva ricordato che «ha 33 dipendenti ed è una holding e non fa il mestiere che deve fare». Nel suo intervento odierno, Guzzetti rimanda al mittente le critiche, ricordando la distinzione fra fondazione operative, quelle che appunto si occupano di problemi sociali, ambientali e culturali (citando il Fai, Telethon, Legambiente, Cdo e Forum del Terzo settore, Wwf, Mario Negri, Airc e Summit della solidarietà) e le fondazioni erogatrici, così come previste dalla legge Ciampi. E riferendosi agli enti non profit, Guzzetti ricorda come esistessero già ai tempi della legge, richiamandosi a quell’autorevole legislatore che oggi fa il Capo dello Stato. Dati alla mano, Guzzetti ricorda come sia migliorata la gestione stessa delle erogazioni, i cui costi sono passati dal 14,5% del 2000 al 10,5% dell’anno precedente e come sia cresciuta la redditività dei patrimoni (5,5%). Anche la presenza delle fondazioni ex-bancarie nelle banche, il presidente della Fondazione Cariplo rammenta a Tremonti come «la quota di partecipazione media che le fondazioni detengono negli istituti di credito è scesa dal 100% di dieci anni fa al 26% di oggi. Mi sembra», ha concluso, «una riduzione molto consistente e certemente superiore, tanto per fare esempi, a quella che ha interessato la presenza dello Stato nell’Eni e nell’Enel». Insomma, caro Tremonti guarda alla trave nel tuo occhio, prima di guardare alla pagliuzza delle fondazioni.