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Ucraina, «Ancora 1,5 milioni di bambini sotto i bombardamenti»

La cruda testimonianza di Darya Kasyanova, responsabile Programmi Sos Villaggi dei Bambini Ucraina. L’organizzazione lancia un appello per la crisi umanitaria che ha investito il Paese e chiede «accoglienza di qualità a bambini e ragazzi privi di cure familiari. Importante che si operi con una chiara regia istituzionale»

di Antonietta Nembri

“Serve un’azione urgente e coordinata per proteggere e accogliere bambini, ragazzi e famiglie vulnerabili in fuga dall’Ucraina”. A dirlo è Sos Villaggi dei Bambini Italia che rivolge anche un appello alle istituzioni italiane affinché, a livello governativo, si chiarisca la cornice giuridica che permetta la protezione temporanea con programmi di supporto psicologico e di integrazione nella comunità. Secondo Unhcr sono oltre 2 milioni le persone che, dallo scorso 24 febbraio, hanno lasciato le loro case in cerca di rifugio in altri Paesi. In Italia, secondo il ministero dell’Interno, sono oltre 21mila i cittadini ucraini entrati nel nostro Paese, tra cui più di 8mila minorenni.

Sos Villaggi dei Bambini che è presente in 137 Paesi fra cui Polonia, Romania, Ungheria, Repubblica Ceca, Lituania e Italia, lancia un appello alla comunità internazionale, ai partner e ai sostenitori affinché vengano unite le forze per garantire che i bambini e ragazzi che hanno perso le cure familiari o sono a rischio di perderle, rimangano al sicuro e ricevano l’accoglienza e il sostegno economico e psicologico. La principale preoccupazione, rivela una nota dell’organizzazione, è rivolta ai bambini soli che non sono nei programmi Sos Villaggi dei Bambini, ma che sono accolti negli istituti pubblici in Ucraina, dove il personale sta scarseggiando, molti stanno scappando e i bambini rischiano di rimanere abbandonati a se stessi.


La testimonianza di Darya Kasyanova (nella foto), responsabile Programmi Sos Villaggi dei Bambini Ucraina, è drammaticamente cruda e toccante:
«Il numero di bambini che vivono in queste regioni è di circa 4 milioni. All'interno di queste regioni, circa 1,5 milioni di bambini vivono in hotspot, ovvero città e paesi che sono bloccati al momento, come Irpin, Mariupol, Bucha, Hostomel, Stanytsia Luhanska, Sievierdonetsk, Starobilsk, Popasna e altri. Alcuni istituti pubblici nelle regioni di Luhansk e Donetsk sono riusciti a evacuare i bambini nell'Ucraina occidentale. Attualmente, ci sono grossi problemi con l'evacuazione dei bambini nelle regioni di Zaporizhia, Kharkiv, Mykolaiv, Sumy, Kherson, Zhytomyr, Chernihiv. Non ci sono statistiche esatte poiché ogni giorno compaiono nuovi hotspot. Monitoriamo costantemente la situazione dei bambini negli istituti. Proprio sabato siamo riusciti a portare fuori circa 150 bambini di età compresa tra 0 e 3 anni da quattro strutture a Kharkiv. Il personale inizialmente non voleva andarsene e l'evacuazione dei bambini senza di loro è illegale. Dopo tre giorni di dialogo siamo riusciti a convincerli. Le persone che stanno sostenendo le evacuazioni stanno rischiando la propria vita perché l'evacuazione dalle zone a rischio avviene spesso durante i bombardamenti. Ci sono stati casi in cui sono iniziati esattamente al momento dell'evacuazione. Da un lato si rischia di essere isolati in un Paese o in una città totalmente bloccati e lasciati senza elettricità, senza accesso ai medicinali, senza riscaldamento. D'altra parte, si corre il rischio di evacuare mettendo a repentaglio la propria vita. Sappiamo di una struttura che ospita circa 50 bambini a Vorzel, vicino a Kiev, che è stata isolata per circa cinque giorni. Nessuno sa cosa stia succedendo lì. Nessuno ha accesso. Avevamo contatti con i volontari e il direttore, ma ora non hanno una connessione telefonica e l'accesso fisico è bloccato. Attraverso la nostra rete e insieme al Commissario per i diritti dei bambini monitoriamo la situazione».

In Ucraina l’organizzazione già il giorno successivo all’invasione aveva fatto sapere che a causa dei bombardamenti, l’ufficio e il Centro di sviluppo sociale di Sos Villaggi dei Bambini a Stanytsia Luhanska è stato chiuso e il personale è stato evacuato. Prevedendo il rischio di combattimenti, già prima dell’invasione l’Organizzazione ha provveduto a spostare bambini e famiglie sostenute, insieme al proprio staff di professionisti e volontari, in luoghi più sicuri. Ma la situazione si fa di momento in momento sempre più drammatica in tutto il Paese.

Nella giornata di ieri la città di Brovary, nella regione di Kyiv, è stata attaccata. Il personale e i bambini e ragazzi che in quel momento si trovavano nel Villaggio Sos di Brovary, si sono rifugiati temporaneamente in un rifugio antiatomico. Si registrano scontri a Starobilsk, nell'Ucraina orientale, vicino al Centro di sviluppo sociale di Sos Villaggi dei Bambini (vedi news )

Nell'immagine in apertura il Villaggio Sos di Brovary in Ucraina – Foto da Ufficio stampa

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