Welfare

Un podcast dà parola alle storie degli orfani di femminicidio

Re.S.P.I.R.O. è uno dei quattro progetti selezionati da Con i Bambini per la presa in carico degli orfani di femminicidio nelle regioni del Sud Italia. Nel suo primo anno di attività ha “intercettato” circa 200 orfani speciali e ne ha presi in carico 62. Alcune di queste storie ora sono raccolte nel podcast "Respiro", realizzato insieme a Terre des Hommes

di Sabina Pignataro

«Abbiamo iniziato il progetto con un fitto programma di formazione che ha coinvolto i partners di progetto, poi ci siamo dedicati all’incontro con gli orfani “storici”, spesso mai degnati di alcuna attenzione oltre il pietismo caritatevole dei giorni post femminicidio. E lì si è aperto davanti a noi un abisso fatto di sofferenze e di solitudini personali e familiari». A raccontarlo è Fedele Salvatore, presidente della cooperativa sociale napoletana Irene ’95, capofila del progetto Re.S.P.I.R.O. dedicato agli orfani di femminicidio e alle famiglie che si prendono cura di loro. È uno dei quattro progetti – uno per ciascuna macro-area del Paese – selezionati e finanziati dall’impresa sociale Con i Bambini, in questo caso Re.S.P.I.R.O. è operativo in Campania, Calabria, Basilicata, Puglia, Sicilia e Sardegna.

Poiché non esistono dati e riferimenti ufficiali, attraverso un lavoro certosino sulla cronaca degli ultimi 15 anni, nell’interlocuzione con servizi pubblici ed enti del Terzo settore, gli operatori di Re.S.P.I.R.O. in questi primi mesi del progetto hanno “intercettato” circa 200 orfani speciali in tutto il territorio meridionale (isole comprese). «Di questi, una settantina li abbiamo “agganciati” (abbiamo avuto uno o più contatti mettendo a disposizione le risorse del nostro progetto) e 62 sono già stati in qualche modo presi in carico dal progetto, con i loro relativi caregivers».

Non esistono dati ufficiali. Abbiamo setacciato le cronache e "intercettato” circa 200 orfani speciali in tutto il territorio meridionale. Di questi, una settantina li abbiamo “agganciati” e 62 sono già stati in qualche modo presi in carico dal progetto, con i loro caregivers

Fedele Salvatore, presidente di Irene ’95

«A suggerire il nome del progetto – ricorda Fedele Salvatore – è stata la frase di una lettera che una ragazza orfana ha scritto alla madre: «Quando diventi orfana così, il dolore ti spezza le gambe e l’aria infinita che vola ovunque sembra non esserci più per te». Il progetto Re.S.P.I.R.O. nasce per ridare aria – cioè vita – a bambini e ragazzi che hanno perso la mamma a causa di crimini domestici».

La presa in carico, chiarisce Fedele Salvatore, strutturata territorialmente in nove équipes multidisciplinari, si è concretizzata nelle diverse forme delle azioni e attività previste dal progetto: «percorsi psicoterapeutici per orfani e loro caregivers, laboratori scolastici con le loro classi e i loro insegnanti, sostegno e accompagnamento psicologico per tutto il sistema parentale e, in generale, dei caregivers, accompagnamento educativo degli affidatari, doti educative per la fruizione di beni e servizi educativi, accompagnamento dei caregivers nei complessi meandri delle procedure burocratiche per la fruizione dei benefici previsti dalla normativa e nelle pratiche legali inerenti la condizione degli orfani, costituzione di piccole “reti di prossimità” intorno ai bisogni degli orfani».

Il podcast

Il 20 novembre è andato online Respiro, il podcast ideato da Terre des Hommes e scritto da Roberta Lippi (qui il trailer), che in 6 puntate con grandissima delicatezza racconta storie degli orfani di femminicidio e delle famiglie che si sono prese cura di loro: lo fa evitando sensazionalismi, affinché si possa ridare il giusto peso alla loro drammatica esperienza e comprendere l’importanza che ha prendersi cura, da subito, di chi resta.

«Per Terre des Hommes – commenta Federica Giannotta, Responsabile Advocacy e Programmi Italia di Terre des Hommes – poter raccontare questo tipo di storie rappresenta un contributo essenziale alla conoscenza del dramma dei molti orfani speciali ai quali il nostro Paese deve dare una protezione e tutela che oggi ancora non hanno. La protezione dei diritti fondamentali di bambini, bambine e adolescenti è il cuore della mission della nostra Fondazione e in questo caso, purtroppo, ci confrontiamo con una delle peggiori violenze che un minore possa subire nella sua vita».

Il calvario lo chiarisce bene Giuseppe Delmonte, il primo testimone a raccontare la sua storia di violenza e riscatto, rimasto orfano il 26 luglio del 1997, quando sua madre Olga è stata uccisa per strada a colpi d'ascia dall'ex marito. Giuseppe aveva 18 anni: «Quando perdi tua mamma così sei condannato all’ergastolo del dolore. Per 25 anni non sono riuscito a parlarne con nessuno, non ho avuto nessun supporto psicologico e facevo finta che non fosse mai accaduto, ma ora non voglio più stare zitto. Il mio grido è perché si intervenga subito, gli orfani hanno bisogno di un supporto immediato», dice.

Nel secondo episodio è invece nonna Adriana a parlare: «Nella tragedia il nostro primo pensiero è stato quello dei bimbi, il piccolo aveva solo 19 mesi e il grande 4 anni». È una delle storie che avevamo raccolto, con nomi di fantasia, anche nel volume "A braccia aperte". A quasi 6 anni dalla morte della figlia Stefania, uccisa dal marito il 19 ottobre 2016, Adriana e Luigi Formicola testimoniano la loro esperienza di nonni-caregiver di due piccoli orfani. Un percorso a ostacoli che la coppia ha portato avanti con coraggio e dedizione.


Un Pronto Soccorso Psicosociale

Nei prossimi mesi Re.S.P.I.R.O prevede l’attivazione di un “Pronto Soccorso Psicosociale”, con un referente del progetto che – allertato dai servizi sociali, dalle Prefetture o dalle Asl – si trasferisce sul posto immediatamente e fa da raccordo tra i servizi. Il modello è quello già sperimentato dal Progetto Giada dell’Azienda Ospedaliera Giovanni XXIII di Bari, uno dei 16 partner.

Nel frattempo il progetto è cresciuto e si è allargato oltre i confini nazionali. Grazie al sostegno di uno dei partner del progetto, il Cismai (Coordinamento italiano dei servizi contro il maltrattamento e l’abuso all’infanzia), Re.S.P.I.R.O ​ è infatti entrato in rete con ISPCAN (International Society for the Prevention of child abuse & Neglect), un’organizzazione internazionale senza scopo di lucro con sede negli Stati Uniti che riunisce i professionisti che lavorano per la prevenzione e il trattamento di tutte le forme di violenza, abuso o abbandono dei bambini.

Per info e contattti

PROGETTO RE.S.P.I.R.O. – RETE DI SOSTEGNO PER PERCORSI DI INCLUSIONE E RESILIENZA CON GLI ORFANI SPECIALI
Territori d’intervento: Campania, Calabria, Basilicata, Puglia, Sicilia, Sardegna
Ente capofila: Irene ‘95 Cooperativa Sociale
mail: direzione@progettorespiro.org
tel. 081/8416349 (Coop Soc Irene ’95)

VITA ha raccontato i progetti e le prime storie emerse sui territori nell'instant book “A braccia aperte. Un faro acceso sui figli delle vittime di femminicidio”, a cura di Sara De Carli e Sabina Pignataro: è scaricabile gratuitamente dallo store di vita.it a questo link. Il volume è realizzato in collaborazione con l’impresa sociale Con i Bambini, che con il Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile ha stanziato 10 milioni di euro per quattro progetti in favore degli orfani delle vittime di crimini domestici.

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