Volontariato

Afghanistan: è emergenza umanitaria l’Onu sollecita aiuti

La guerra, la fame, il terremoto, le mine e le cluster bomb, in Afghanistan è dramma. Su Vita magazine in edicola uno speciale per capire e per aiutare

di Paul Ricard

Le Nazioni Unite hanno lanciato un appello per una raccolta di fondi dell’ordine di 1,18 miliardi di dollari per l’assistenza all’Afghanistan nel 2002 e hanno chiesto che i paesi donatori mantengano con sollecitudine la loro promessa d’aiuto. Il mese scorso, a Tokyo, i paesi donatori hanno assunto l’impegno di fornire 4,5 miliardi di dollari in cinque anni per la ricostruzione del paese, ma il denaro promesso – si osserva all’Onu – arriva ancora con il contagocce. Rappresentanti delle Nazioni Unite, di diversi paesi occidentali, delle organizzazioni non governative e del governo interinale afghano si sono riuniti per la prima volta a Kabul per fare il punto sul programma d’assistenza internazionale nell’Afghanistan. ”E’ venuto il momento di far fronte alle promesse che sono state fatte a Tokyo”, ha dichiarato il segretario generale aggiunto dell’ONU, Kenzo Oshimo, incaricato del coordinamento degli aiuti urgenti. ”Gli Afghani devono poter cambiare al piu’ presto e tangibilmente le loro vite”, ha dichiarato l’algerino Lakhdar Brahimi, rappresentante speciale dell’Onu. Il diplomatico algerino ha poi nuovamente chiesto un ampliamento degli effettivi dell’Isaf, la forza internazionale d’assistenza e di sicurezza in Afghanistan, che conta oggi 4.500 uomini.
Le organizzazioni umanitarie lanciano un disperato appello: se gli aiuti non arrivano in modo massiccio, la catastrofe umanitaria è alle porte. Quest’inverno, per la prima volta dopo quattro anni della più feroce siccità che si ricordi, è nevicato e piovuto sulle montagne. Ma siamo ancora lontani dai livelli di sicurezza e funzionari delle Nazioni Unite avvertono che la piaga delle locuste potrebbe distruggere gran parte del misero raccolto che i contadini afghani si apprestano a fare nei prossimi due mesi, quando arriverà la primavera. Un’epidemia di influenza ha colpito la remota vallata di Yumgan, nella provincia di Badakshan. Le vicine province di Balkh, Baghlan, Samangan e Kunduz sono minacciate dalle locuste, che nel 2001 hanno invaso un’area di oltre 200mila ettari di terreno. ”Nel nord dell’ Afghanistan, dove non è ancora giunto un convoglio umanitario, si sta preparando un nuovo disastro – ha detto il direttore operativo dell’organizzazione umanitaria Medici Senza Frontiere – e può essere evitata solo con un’ azione immediata e a vasto raggio”. Migliaia di persone sono tornate nei campi per i ‘profughi interni’, quelli dove si rifugiano coloro che non riescono più a trovare di che vivere nei loro villaggi di montagna. La popolazione del campo di Sar-i-Pul, vicino a Mazar-i-Sharif, è aumentata da 18mila a 23mila persone nei mesi invernali. Centinaia di mendicanti affollano le strade di Mazar, la città più vicina ma pochi sono di grado di aiutarli. La situazione non è molto migliore al sud, dove i ‘profughi interni’ sono 300mila. ”Molti vorrebbero tornare ma se tornano tutti (nelle città) la situazione si farà ancora più difficile”, ha affermato Leslie Oqvist, cooordinatrice delle attività delle Nazioni Unite nel sud. In molte zone i movimenti – anche quelli dei convogli che portano gli aiuti – sono impossibili, sia per le condizioni delle strade che per i frequenti scontri tra le diverse fazioni armate. Migliaia di tribali pashtun – accusati di aver sostenuto i Talebani – hanno lasciato le loro case nell’Afghanistan settentrionale e centrale, denunciando persecuzioni su base etnica. L’insicurezza e il ritardo nell’ arrivo degli aiuti promessi dalla comunità internazionale – che ha stanziato il mese scorso quattro miliardi e mezzo di dollari dei quali in Afghanistan non si è ancora vista traccia, salvo per una piccola parte data al governo provvisorio per pagare i suoi impiegati – stanno creando una situazione insostenibile anche nella capitale Kabul dove, secondo l’ organizzazione umanitaria francese Action Contre La Faim, almeno 153mila bambini sono ”cronicamente malnutriti”. A tutto questo si è aggiunto il terremoto di questa notte.

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