Welfare
Le opportunità di sviluppo per il territorio dell’approccio collaborativo nella programmazione del welfare
L'intervento del presidente del Dipartimento Welfare di ANCI Lombardia, nel primo dei cinque appuntamenti del ciclo di workshop a cura dell’impresa sociale Consorzio Girasole in partnership con Euricse, con il patrocinio del Comune di Lecco, Confcooperative dell’Adda, Csv Monza Lecco Sondrio e Anci e con il contributo di Fon.Coop
Il costruire un welfare locale secondo un approccio collaborativo, cioè co-progettare e co-programmare lo sviluppo di un territorio attraverso una corresponsabilità delle istituzioni locali insieme agli enti del terzo settore, è un tema di cui si sente più spesso parlare e che sta diventando di moda. Il distretto di Lecco è stato implicato da diversi anni in un percorso di questo tipo.
C'è il rischio che il tema diventi però troppo di moda e quindi oggetto di dibattiti che alimentano altri dibattiti. Vorremmo invece che se ne parli guardando alle pratiche locali che danno visibilità dal punto di vista concreto a questi cantieri.
Parliamo di progetti di pratiche collaborative che trovano fondamento non solo sul dialogo me nella condivisione di obiettivi e visioni. Esperienze che cercano il confronto con altre esperienze che possano alimentarle. Il territorio di Lecco ha sempre visto il rapporto tra enti locali e ets come complementare, come comune assunzione di responsabilità nei confronti dei cittadini. Abbiamo sperimentato servizi e interventi integrati con protagonisti sia i comuni che le reti associative sin dai primi anni '80. Abbiamo visto nascere forme di cooperazione anche spontanee che però poi si sono riconosciute nel principio che la legge 381/1991 assegnava loro, cioè l'obiettivo di perseguire l'interesse generale della comunità alla promozione umana e all'integrazione sociale dei cittadini.
Nasce da questi presupposti la ricerca di strade e strumenti comuni che ci hanno portato a sperimentare forme avanzate di co-progettazione, dialogo e partecipazione, sviluppo di azioni di comunità e ci ha portato a definire i piani di zona come patti di comunità con la ricerca di convergenza sugli orientamenti, sulle visioni e sulle idee prima ancora che sulle operatività.
Siamo convinti che l'apporto di ognuno e delle diverse realtà alla costruzione di un pensiero programmatorio comune non lede il ruolo dell'istituzione pubblica ma al contrario lo rinforza perché lo apre e lo qualifica.
Ci affacciamo alla programmazione sociale dei prossimi anni con alcuni obiettivi: lavorare insieme rinforzando la capacità di confronto e dialogo e allargando il perimetro degli interlocutori e degli spazi di azione; ridare parola alle persone ai luoghi agli spazi di rappresentazione e di autodeterminazione esercitando congiuntamente il compito che ci dà l'art. 3 della Costituzione (rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti all'organizzazione politica sociale ed economica del Paese); utilizzare al meglio i fondi del PNRR sui territori, infittendo per questo il dialogo istituzionale tra tutti gli attori sociali.
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*Guido Agostoni, presidente Dipartimento Welfare ANCI Lombardia
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