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Garlatti: “Non trattiamo i minorenni come criminali irrecuperabili”

Baby gang. Baby criminali. Baby rapinatori. Tutti termini che ricorrono sempre più spesso nei titoli di stampa, radio e tv. Dietro queste parole, però, ci sono persone: ragazzi e ragazze minorenni. Giovani che hanno come tutti gli altri una serie di diritti, tra cui quello a un futuro. “Non parliamo di giovani irrecuperabili – sottolinea Carla Garlatti, Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza – ma di minorenni con diritti da tutelare"

di Redazione

Baby gang. Baby criminali. Baby rapinatori. Tutti termini che ricorrono sempre più spesso nei titoli di stampa, radio e tv. Dietro queste parole, però, ci sono persone: ragazzi e ragazze minorenni. Giovani che hanno come tutti gli altri una serie di diritti, tra cui quello a un futuro. Se ne è parlato all’Ara Pacis di Roma in un evento dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza “Riscoprire il futuro. Diritti, responsabilità e percorsi nel sistema penale minorile”, organizzato in occasione della Giornata mondiale dell’infanzia che cadrà domenica 20 novembre.

“Si tratta di un tema che non riguarda solo i diritti in ambito giudiziario – spiega l’Autorità garante Carla Garlatti – ma tocca tantissimi diritti dei minorenni: da quello all’educazione e all’istruzione a quello alla non discriminazione, dal diritto al benessere a quello al tempo libero. È necessario restituire spazio alle persone, andando oltre al semplice racconto dei fatti: autori e vittime non sono ciò che hanno commesso o subito. Riflettere sui problemi legati al disagio, alla devianza e al sistema penale minorile non è solo un’esigenza ma una responsabilità, resa ancora più urgente dall’impatto che la pandemia ha prodotto nella vita dei giovani”.

"Ricorrere anche alla giustizia riparativa"

“Non parliamo di giovani irrecuperabili – sottolinea Garlatti – ma di minorenni con diritti da tutelare. Oggi vogliamo provare a comprendere come questi ragazzi possano riscoprire il futuro, un futuro che già esiste ed è compito della società e di tutti noi tracciare i percorsi per ritrovarlo. Però la nostra attenzione deve andare anche alle vittime: dobbiamo farci carico dei loro bisogni e delle loro aspettative, anche ricorrendo agli strumenti della giustizia riparativa. Il diritto a riscoprire il futuro e a sentirsi parte della società è pure il loro”.

“C’è una responsabilità – osserva a margine l’Autorità garante – che ricade su tutti, anche sugli operatori dell’informazione. Comprendo che il termine ‘baby gang’ sia più immediato a livello comunicativo, però non solo dà molto spesso una rappresentazione distorta della realtà ma può anche generare ulteriori danni: identificazione, emulazione e compiacimento. E una responsabilità si ha pure nei confronti delle vittime, soggetti sui quali richiamo l’attenzione: ragazze e ragazzi che hanno diritto di avere supporto e rispetto da parte di tutti”.

Al termine del convegno Carla Garlatti ha formulato una serie di proposte

Gli interventi al convegno promosso da Agia

La giornata si è aperta con l’intervento introduttivo di Carla Garlatti. Previsto nel corso della mattinata un saluto del Ministro della giustizia Carlo Nordio. La prima parte del convegno vuole offrire un’analisi da un lato sulla relazione tra disagio e devianza, dall’altro sui bisogni delle vittime nei reati tra minorenni. Ne hanno parlato Alfio Maggiolini, professore di psicologia dinamica all’Università Milano Bicocca e Susanna Vezzadini, docente di Sociologia della devianza e mutamento sociale all’Università di Bologna.

La seconda parte è stata dedicata alle possibili risposte. A offrire uno sguardo di insieme sulle sfide che la giustizia minorile deve fronteggiare Gemma Tuccillo, Capo dipartimento per la giustizia minorile e di comunità. Francesco “Kento” Carlo – rapper e scrittore – che da anni collabora da docenti con gli istituti penali minori proponendo ai ragazzi laboratori di rap e scrittura ha portato la sua esperienza. A seguire il direttore Gianluca Guida dell’Istituto penale minorile di Nisida e infe Patrizia Patrizi, presidente European Forum for Restorative Justice, che ha approfondito il modello della giustizia riparativa come strumento di ricostruzione del patto sociale leso.

L’illustrazione che accompagna la giornata è stata realizzata per l’occasione da Giulia Neri.

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