Volontariato

Immigrazione: Caritas e Migrantes, è legge da rifare

No agli immigrati usa e getta

di Gabriella Meroni

La Camera modifichi la legge sull’immigrazione approvata al Senato. E’ quanto chiedono don Giancarlo Perego, responsabile dell’area nazionale della Caritas italiana e mons. Luigi Petris, direttore di Migrantes, la fondazione della Cei per le migrazioni, commentando il testo approvato sul Sir, l’agenzia promossa dalla Cei. ”E i diritti della persona immigrata?”, e’ la domanda che si pone don Perego, secondo il quale il disegno di legge non si prende cura della ”salvaguardia dei diritti e doveri della persona immigrata ma considera l’immigrato solo come un lavoratore temporaneo necessario e utile all’azienda-Italia”. Don Perego auspica che alla Camera ci sia maggiore attenzione ai temi dei ”minori, dei rifugiati, alla regolarizzazione di tutto il mondo del lavoro nero, non solo delle colf, che e’ un aspetto importante ma non deve essere affrontato solo ad uso delle necessita’ delle nostre famiglie”. E avverte: ”in futuro l’immigrato non scegliera’ piu’ il nostro territorio se non potra’ integrarsi e vedere riconosciuti alcuni diritti. Diconseguenza sara’ penalizzato anche il mondo del lavoro e la societa’italiana”. Don Perego si dice contrario anche alla limitazione dei ricongiungimenti familiari ai soli figli minorenni perche’ ”non rispetta le esigenze delle famiglie di integrarsi sul nostro territorio” e, a proposito del ”giro di vite” sulle espulsioni chiede ”molta attenzione”, perche’ ”l’immigrazione clandestina ha due volti: ce n’e’ una all’interno della malavita e va combattuta fortemente con la giustizia e la legalita’; ma ci sono anche i rifugiati politici e l’immigrazione clandestina che nasce dal bisogno, dalla poverta’, dalla fame, come in molti Paesi dell’Est”. Anche la Fondazione Migrantes dice ‘no’ ad una immigrazione ”usa e getta”: mons. Petris fa notare che nel disegno di legge ”non c’e’ lo sforzo di guardare alla persona immigrata nella drammaticita’ dei suoi bisogni, non si vuole vedere che questa e’ una ‘immigrazione da disperazione”’. Mons. Petris invita ad ”una visione piu’ umana” dell’immigrazione, ”senza strumentalizzazioni ideologiche da entrambe le parti” e rifiuta l’idea di un immigrato ”usa e getta” visto solo come forza-lavoro, con espulsioni ”troppo spicciole” e permanenze a tempo che ”non rispettano la dignita’ della persona, impediscono l’integrazione e non facilitano un clima di serenita’ nell’opinione pubblica”.


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