Welfare

Minori/Giustizia: per Don Albanesi una riforma “da sceriffi”

Durissimo il giudizio del presidente Cnca sul ddl di riforma della giustizia minorile approvato dal Consiglio dei ministri: "Si vogliono azzerare i diritti dei più deboli"

di Benedetta Verrini

“Non mi stupisco: è una riforma da sceriffi all’americana, di stampo repressivo, che punta ad escludere i più deboli”. E’ durissimo il giudizio di Don Vinicio Albanesi, presidente CNCA (Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza), sulla riforma della giustizia minorile approvata oggi dal Consiglio dei ministri. “Se si inizia a pensare che il minore non è un soggetto da redimere, ma solo da reprimere, è evidente che ci si mette nei panni soltanto di chi ha paura di confrontarsi col disagio, e che vuole sentirsi tranquillo nel proprio benessere senza preoccuparsi di chi ha bisogno. Così, i minori che delinquono devono essere messi in galera, gli immigrati hanno diritto soltanto di lavorare, i tossicodipendenti di stare rinchiusi. Nessuno deve turbare la pace di una fascia di società benestante, che riesce ad essere tollerante solo con se stessa. Mi spiego solo così tutta l’elasticità del governo verso i reati economici, e non verso i reati generati dalla povertà e dalla devianza”. Per Don Albanesi, anche la scelta di trasferire i ragazzi che diventano maggiorenni nelle carceri comuni dipende da una mancanza di sensibilità verso questi soggetti: “In fondo, che diritti hanno i carcerati? Abbiamo raggiunto quota 60mila nei penitenziari italiani, raggiungendo condizioni da carceri turche, senza che nessuno si sia preso la briga di difendere i loro diritti. Perciò, ripeto, questo nuovo pugno di ferro non mi meraviglia affatto. Saremo solo noi, alla fine, a raccogliere i cocci di questo disagio, a tamponare il disagio profondo che scaturirà da questa repressione. Quello che mi amareggia di più, è che saranno i figli dei poveracci a fare la galera, perché i figli dei benestanti potranno godere di bravi avvocati e sfuggiranno a questo rigore”. “Per noi, ogni persona è sacra, anche se sta collocata all’ultimo gradino della devianza – continua – Se non ci si pone in quest’ottica, si va a costruire una società che scarta gli immigrati, i drogati, i minori difficili, per poi passare agli anziani, ai pazzi e ai poveri. Ed è quello che sta succedendo, nell’indifferenza dei media e dell’opinione pubblica”.


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