Formazione

Tempesta in casa Ds. Minniti, che fai?

Parla l’ex sottosegretario alla difesa: "Se accusate me, accusate 5 anni di centrosinistra"

di Ettore Colombo

Diciamo». L?intercalare di Marco Minniti è identico a quello di D?Alema. «Diciamo che il testo non è Previti-Minniti, ma del governo» (e perciò nemmeno del povero Previti). «Io non c?ero nemmeno, quel giorno, in commissione, a votarlo, lo stravolgimento della legge sulle armi, anche se è vero che ho difeso altri due protocolli d?intesa, l?accordo commerciale Occar e il Loi, accordi importanti e che ratificavano decisioni prese dai governi di centrosinistra Prodi e D?Alema, nei quali ricoprivo l?incarico di sottosegretario alla Difesa. Anche se, all?epoca, il ministro si chiamava prima Beniamino Andreatta e poi Sergio Mattarella, entrambi del Ppi, e che sono stufo di passare per un mostro. Comunque si tratta di accordi che non modificano la legge, ma che integrano e migliorano i rapporti commerciali, industriali e militari tra alcuni Paesi della Ue, accordi che io difendo perché ci spingono verso un modello di difesa integrata necessario al nostro Paese e all?Europa. Diciamo che, comunque, a parer mio, le modifiche proposte dal centrodestra non stravolgono il senso della legge ma che, quando arriverà in aula, anch?io la difenderò. Gli emendamenti, però, servono. A migliorarla, s?intende». S?intende. Non fosse che «quattro occhi vedono meglio di due», conclude saggio Minniti. «Diciamo» che le scelte di Minniti hanno, di fatto, creato un caso politico. «Diciamo» che mezzo partito si è sollevato e l?altra metà tace. Tutto sbagliato, tutto da rifare, diceva Gino Bartali. Insomma, in casa diessina non ne azzeccano una, di recente. Cerca di mettere una pezza alla frattura che s?è creata e di mediare, di spiegare le scelte di Marco Minniti, Nuccio Iovene, membro del Tavolo dei parlamentari (di maggioranza e di opposizione, «ma quelli di maggioranza chi li vede?») per il Terzo settore: «La società civile, le ong, i siti Internet, Emergency, Amnesty, Acli, ci segnalano i pericoli e noi ci attiviamo». Onorevole, scusi, ma non dovrebbe essere il contrario? «Sì, vent?anni fa?». Dieci anni fa, invece, la frase magica «la Camera approva» riguardava una legge, la 185 del 1990, appunto, che colpiva a fondo la lobby delle armi. «Fu una battaglia durissima approvare quella legge», ricorda oggi Pietro Folena, ex coordinatore della segreteria diessina. E ora? «Oggi, quando ong e associazioni ci hanno sommerso di email e fax ci siamo svegliati e ora posso anticiparle che sia il mio partito che l?intero Ulivo cambieranno posizione». Dunque sconfesserete anni e anni di lavoro di Minniti… «Non entro in polemica con un mio collega di partito, ma l?episodio accaduto in commissione è grave e non va minimizzato. Ha sbagliato. In aula non si ripeterà». Ora, va bene che Folena sta col ?correntone? e che Minniti sta con Fassino (meglio sarebbe dire con D?Alema), ma rimane che se solo se c?è chi s?arrabbia, i Ds si svegliano. Qualcuno, a dire la verità, s?arrabbia anche dentro il partito: «Quando me l?hanno detto, mi sono messo le mani nei capelli», cerca di contenere la rabbia Pierfrancesco Majorino, segretario dei Ds di Milano. «Grazie per esservi mossi contro una decisione sbagliata del mio partito», ci scrive Giampiero Cioffredi, del direttivo Ds di Roma. «Come iscritto ai Ds, mi vergogno», dice il deputato Giovanni Lolli. Mah, sarà. Per ora, il partito dice e non dice (o meglio dice che «ci sono ancora i tempi tecnici per salvare la legge»), il gruppo parlamentare (e il suo presidente Violante) tace, solo i deputati vicini al Terzo settore parlano. E il resto del centrosinistra? Non c?era e, se c?era, dormiva. La Margherita, tranne Ermete Realacci («la decisione, gravissima, va sconfessata») e l?aclista Giovanni Bianchi, tace. A causa del peso specifico di Mattarella? Boh. Laura Cima, verde, che della legge fu la relatrice nel 1990 «s?impegnerà per difenderla». Elettra Deiana (Prc) chiama Vita perché una cosa, da comunista qual è, ci tiene, a dirla: «Cari miei, è il modello di difesa della Nato che avanza, altro che chiacchiere. Minniti come Mattarella, i Ds e l?Ulivo sono funzionali al disegno militare Usa e alla deregulation del mercato delle armi». Come a dire: è la globalizzazione, ragazzi, e voi non ci potete più fare nulla.


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