Sostenibilità
“Un sentiero per tutti”, la disabilità non costituisce più un ostacolo
Il progetto della società Ablativ, sposato per primo dal Comune di Pula (Cagliari), permette davvero a tutti - compresi i non vedenti - di accedere ai percorsi storici e ambientali messi in sicurezza e allestiti con pannelli e totem che consentono di comprendere quale sia il paesaggio circostante. Un team di esperti ha lavorato per mettere a punto questa iniziativa innovativa che può essere replicata ovunque, attraverso l'utilizzo di una app con i dati del territorio prescelto
Un sentiero per tutti, che coniughi le straordinarie bellezze del paesaggio circostante alla reale fruibilità da parte di quanti desiderino fare un’esperienza nuova e appagante. Un percorso pensato davvero per tutti, compresi coloro che hanno problemi visivi o di deambulazione. Il progetto, denominato appunto “Un sentiero per tutti”, è stato accolto con slancio dall’amministrazione comunale di Pula, impegnata da almeno due decenni nella valorizzazione del suo vasto territorio, autentico attrattore turistico che dura tutto l’anno, in quanto può alternare la bellezza del mare al fascino della montagna. La riqualificazione delle sentieristiche a fruizione pubblica stavolta vede protagonista una società, la Ablativ di Cagliari, che ha proposto questo progetto con il chiaro intento di coniugare gli aspetti naturalistico, geologico, idrogeologico, archeologico, storico e di tutte le tematiche connesse con quello funzionale per la sicurezza del sito, permettendo di ricreare l’habitat ideale.
«Questo progetto – spiega il fondatore di Ablativ, Sandro Usai – nasce per vincere una sfida. È totalmente autoriale, non è stato creato da un bando del Comune, e può essere replicato ovunque. Abbiamo ricevuto richieste anche da parte del Comune di Oliena e dalla Fondazione Domus de Luna per l’Oasi del Cervo e della Luna di Monte Arcosu, nei pressi di Uta. In che cosa consiste la sfida? Noi non volevamo cedere al fatto che un non vedente non potesse vedere il paesaggio, che è una cosa ben diversa dal panorama. Abbiamo creato un team di esperti con varie competenze, partendo dalla creazione di un’app che consente di fare il censimento e la diagnostica dei punti d’interesse. L’applicazione open source è stata sviluppata interamente da Ablativ, sulle basi delle specifiche individuate da un gruppo di esperti. La app, sperimentata dai 53 iscritti al corso di formazione che poi hanno rilevato i dati del censimento, non è disponibile su PlayStore perché non è stata ancora certificata per Google, anche se è compatibile con Android. Stiamo lavorando per implementare l’interfaccia web».
Sono stati individuati due percorsi tra i monti di Pula: uno in località Pixinamanna, denominato “Quota 100”, e l’altro nei pressi della “Batteria antinave Boggio”, che si affaccia sul mare e risale agli anni Trenta. «Per comprendere meglio le potenzialità di quel territorio – spiega Sandro Usai – abbiamo intervistato molti residenti, in particolare gli anziani in età compresa tra gli 80 e i 90 anni. Ebbene, nessuno di loro ha mai pronunciato la parola “mare”, nonostante Pula sia a un paio di km dalla costa e viva principalmente di turismo balneare. Un fatto culturale straordinario che ci ha spinti a pensare a qualcosa di alternativo. Tuttavia, occorrono linguaggi diversi per paesaggi diversi: ogni percorso ha una storia a sé, ma l’impegno è quello di servire lo stesso utente, cioè il disabile della vista, che è centrale nel nostro progetto».
Filippo Usai, assessore comunale alla Pianificazione ambientale, precisa che «questo progetto nasce dall’esigenza di valorizzare il nostro territorio a livello storico e ambientale. Abbiamo coinvolto chi ha conosciuto la nostra realtà negli ultimi decenni, soprattutto i più anziani l’hanno raccontata nei dettagli, così abbiamo ricostruito la memoria storica di Pula. Non era mai accaduto in precedenza che si riuscisse a trovare una modalità che coinvolgesse tutti, nessuno escluso, con una particolare attenzione ai non vedenti. Invito tutti a venire perché c’è tanto da vedere: oltre al panorama mozzafiato, di fronte alla Batteria Boggio ci sono una tonnara, una chiesa bizantina e una torre aragonese».
Ai non vedenti, che prima avevano soltanto la possibilità di avvertire i profumi della vegetazione circostante, saranno dati tutti gli elementi necessari che scopriranno attraverso il tatto. Con le mani completeranno la loro esperienza sul sito, attraverso pannelli che utilizzeranno un linguaggio iconografico messo a punto da Mara Damiani, graphic designer che ha lavorato per oltre vent’anni alla Walt Disney Company. L’artista cagliaritana, rientrata di recente in Sardegna dopo la lunga esperienza a Milano, ha recepito tutti gli input messi a disposizione dai partecipanti al corso e dagli altri esperti: il geologo Diego Marsetti, la guida ambientale escursionistica Lino Cianciotto, l’accompagnatrice turistica Giulia Loglio. Le rocce e le piante consentiranno di raccontare in maniera diversa dal consueto un territorio che ha tanti segreti nascosti ai più. Il progetto prevede anche l’impiego di totem didattici scientifici a tema, con il coinvolgimento di figure tecnico-scientifiche private, universitarie e del Cnr. In una seconda fase sarà realizzato un centro di ricerca con una stazione di rilevamento climatico, idrogeologico, chimico e vegetativo. Inoltre, è prevista l’installazione di un sistema a rete di sensoristica integrata a supporto dell’evoluzione dei rapporti ambientali con eventuali oasi, zone umide, corsi d’acqua, suolo ed aria e interazione scientifica, nel pieno rispetto della sostenibilità ambientale.
«Ciò che qualifica il progetto – sottolinea Cianciotto – sono le procedure e la chiave metodologica con cui si fanno il censimento e la diagnostica, insieme alle esperienze dei residenti di quel territorio. Il progetto è applicabile in qualunque ambiente, con la dovuta personalizzazione, e a diversi livelli: da quello basico a quello più elevato dal punto di vista tecnologico ed esperienziale. Consente di mantenere un alto livello di inclusione, proprio perché pensato per tutti, e mira al coinvolgimento delle persone del luogo per garantire uno sviluppo locale».
«Dobbiamo evitare di classificare i fruitori in base alle loro eventuali disabilità, cercando di modificare radicalmente il paradigma», precisa Usai. «Lo sforzo che stiamo facendo è davvero per tutti, non per alcuni. Non a caso, i nostri consulenti non vedenti ci hanno suggerito di non utilizzare il Braille, che oggi è poco utilizzato dai ciechi. La tecnologia ci aiuta. E i pannelli consentiranno loro di metterci le mani, fisicamente».
«La Sardegna – spiega il geologo Marsetti – è una terra antichissima, non è stato facile riprodurre in pannelli da 50×50 centimetri oltre mezzo miliardo di anni di evoluzione. Ho tenuto conto di tanti fattori, compreso il valore dell’acqua, e trasferito questi elementi nei pannelli cercando di restituire una sentieristica che attragga quei turisti che non vogliono trascorrere quindici giorni sdraiati in una spiaggia dalla mattina alla sera. Ogni visitatore potrà toccare e riconoscere una roccia sedimentaria piuttosto che una carbonatica o metamorfica».
Giulia Loglio è un’accompagnatrice turistica che conduce i visitatori in suggestive camminate a piedi nudi. «È un’esperienza decisamente diversa dal solito – commenta – perché ci consente di apprezzare le sensazioni. Un approccio contemplativo, se vogliamo. Guardare non significa necessariamente farlo con gli occhi, bensì attraverso tutti gli altri sensi, ovviamente in assoluta sicurezza. Tutto ciò che passa per le nostre sensazioni, rimane vivo nella memoria più a lungo. Alle persone dico di chiudere gli occhi per cogliere un profumo, il sapore di un fiore o un’emozione: questo aiuta moltissimo quelle persone che hanno la vista ma di solito guardano senza vedere. Ai ragazzi che hanno partecipato al corso di formazione e fatto il censimento, ho chiesto di avere un approccio differente verso la natura per capire quali sono le potenzialità di un territorio attraverso le sensazioni. La natura ha la capacità di interagire con noi ben oltre quello che immaginiamo».
Mara Damiani ha avuto l’arduo compito di riassumere tutto ciò nei pannelli descrittivi. «Ho dovuto tradurre certe magie per comunicarle al mondo», spiega. «Mi sono interfacciata con tutte le figure che hanno partecipato al progetto e trasformato le varie componenti in codici grafici, con composizioni che possono essere utilizzate dal committente in vari modi: certamente i pannelli esplicativi, ma anche manifesti oppure oggetti di merchandising. Abbiamo pensato a postazioni verticali accessibili a tutti, anche ai bambini, che consentano di fruire di quei percorsi anche nelle ore notturne».
Giada Ruggeri, coordinatrice del progetto che sta per essere introdotto all’Oasi del Cervo e della Luna (a pochi chilometri da Cagliari), spiega: «Abbiamo individuato la zona più adatta in località “Sa Canna”, lungo un sentiero un po’ impervio. Sono già partiti i lavori per metterlo in totale sicurezza, in quanto il percorso deve essere fruibile in autonomia, anche se garantiremo sempre un presidio. I visitatori troveranno alcune tavolette sensoriali e avranno la possibilità di mettere alla prova le loro capacità tattili e olfattive con le essenze vegetali tipiche della nostra Oasi, che stiamo piantando ex novo lungo il sentiero. Credo che questo approccio innovativo offrirà nuovi motivi per visitare lo straordinario compendio di Monte Arcosu».
Credits: foto gentilmente concesse da Alberto Novelli, Lino Cianciotto e Fondazione Domus de Luna
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