Sostenibilità
Eurochocolat: botteghe equo solidali, ma noi non ci saremo
Le botteghe declinano l'invito degli organizzatori della fiera, e spiegano il perchè: Nella compravendita di cacao agli agricoltori va sì e no il 5 per cento del prezzo finale
di Redazione
La coltivazione del cacao e i meccanismi economici che guidano la produzione del cioccolato presentano “i tratti tipici dell’economia coloniale e del suo inevitabile corollario, lo sfruttamento”. E’ quanto afferma Roma equa e solidale Onlus, coordinamento di botteghe di commercio equo e solidale di Roma e del Lazio, nella lettera aperta con la quale declina l’invito a partecipare alla manifestazione “Eurochocolat”, che si terrà nella capitale dal 2 al 10 marzo. “La coltivazione del cacao avviene in paesi come la Costa d’Avorio, il Ghana, il Brasile, mentre la trasformazione in cioccolato (in parole spicciole il guadagno) avviene esclusivamente nei paesi industrializzati – osserva l’associazione. – Nella compravendita di cacao le organizzazioni di commercio e l’industria ricevono circa il 70%, mentre agli agricoltori va sì e no il 5 per cento del prezzo finale”. Roma equa e solidale, sottolineando come il circuito del commercio alternativo tuteli il lavoro dei produttori offrendo nel contempo ai consumatori un prodotto biologico di alta qualità, conclude: “Certo, avremmo potuto dire queste cose a Eurochocolat, ma vi avremmo guastato la festa. Ipocriti e interessati, potevamo gridare all’ingiustizia e intanto riempirci il portafogli, festeggiare con una meta’ del mondo mentre l’altra metà vive strozzata anche grazie a certa commercializzazione del cacao. A noi però feste così non piacciono”.
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