Volontariato

Così si mette in moto la catena antispreco della Lombardia

Il Banco Alimentare negli anni ha costruito una filiera del recupero efficiente e sempre più popolare. Tanto che il principe William d’Inghilterra...

di Diletta Grella

Siamo all’hub di Banco Alimentare della Lombardia di via Borsieri a Milano. Qui ogni giorno avviene qualcosa di speciale: si salva dalla spazzatura cibo ancora buono e lo si dà a chi è in difficoltà.
È mezzogiorno ed è appena arrivato il furgone che ha terminato la raccolta delle eccedenze alimentari dai punti vendita della grande distribuzione, situati in zone limitrofe. I volontari scaricano velocemente casse di frutta e verdura, ma anche pane, biscotti, latticini… I prodotti freschi vengono portati nella cella frigorifera, gli altri sono disposti su bancali e scaffali. Una volta che il furgone è svuotato, si incomincia a preparare gli scatoloni con assortimento di vari alimenti per le strutture caritative del territorio che, durante il pomeriggio, verranno a raccoglierli.

«Il Banco Alimentare della Lombardia è nato poco più di trent’anni fa, dal desiderio di contrastare lo spreco di cibo, donando alimenti ancora perfettamente edibili, ma non più commerciabili, alle persone in difficoltà» spiega il presidente Dario Boggio Marzet. «All’epoca non esisteva la cultura contro lo spreco. Con il tempo abbiamo sviluppato una grande professionalità nel recupero di cibo da tutta la filiera agroalimentare, dai produttori alle catene della grande distribuzione, fino alle mense. Inizialmente raccoglievamo gli alimenti nel nostro magazzino, dove gli enti di beneficenza convenzionati con noi venivano (e continuano a venire) a ritirare». Continua il presidente: «Nel 2003, abbiamo sviluppato Siticibo, un programma di Banco Alimentare che prevede il recupero di cibo cotto, ma non servito, da mense, hotel e supermercati. Questo cibo lo prendiamo e lo portiamo direttamente agli enti che ne fanno richiesta. Con Siticibo abbiamo iniziato un percorso di avvicinamento al territorio, che è proseguito con gli hub di quartiere».
Nel 2016, il comune di Milano, Assolombarda e il Politecnico di Milano condividono il protocollo “Intesa Zero Sprechi”, con l’obiettivo di innovare le modalità di recupero degli alimenti per i bisognosi, sperimentando un nuovo modello, basato su reti locali di quartiere. Banco Alimentare della Lombardia vince il bando per la gestione del primo hub a Milano in via Borsieri, a cui si affianca un altro in via Umiliati.



«Dal lunedì al venerdì, i nostri furgoni, coibentati e refrigerati, fanno il giro dei supermercati convenzionati con noi, raccolgono il cibo in eccedenza e lo portano agli hub» spiega Giorgio Fino, coordinatore dell’hub di via Borsieri e di un altro in via Bassini, che il Banco ha aperto con il sostegno di soggetti pubblici e privati nel 2019: «Il ritiro viene fatto rispettando la catena del freddo, recuperiamo quindi anche alimenti freschissimi, fondamentali per una dieta equilibrata».
Grazie al bando Volontariato della Regione Lombardia 2019, il Banco gestisce anche un quarto hub a Lipomo (Como).

«Al 31 ottobre 2021, con i quattro hub, tra Milano e Como,abbiamo recuperato 304.170 chili di cibo, per un valore di 882.093 euro», chiarisce Marcello Cosentino, responsabile degli hub dell’associazione. Che aggiunge:«Sono 16 le catene della grande distribuzione coinvolte, 43 i volontari, 65 gli enti caritativi beneficiari dell’iniziativa, 10.772 il totale degli assistiti. Ogni anno la gestione di un hub costa circa 50mila euro, che arrivano per lo più da finanziatori privati». «Abbiamo sposato il progetto perché in linea con due valori in cui crediamo: la lotta allo spreco alimentare e la vicinanza alla comunità», spiega Ilaria Cattaneo, della Direzione assicurazione qualità di Esselunga: «Il nostro personale si sente coinvolto dal punto di vista umano e partecipa con passione».

Gli hub aperti grazie al protocollo Zero Sprechi hanno vinto l’ultima edizione dell’Earthshot Prize (sezione “un mondo senza sprechi”): il premio, voluto dal principe William d’Inghilterra e dalla Royal Foundation, ha l’obiettivo di trovare, entro il 2030, 50 idee in difesa dall’ambiente. Fra ciascuno dei vincitori delle cinque sezioni del premio è stato suddiviso un contributo che in totale valeva un milione di sterline.

Il nostro Social Factor
«Gli hub favoriscono lo sviluppo di una rete territoriale di solidarietà, che mette insieme il mondo profit che offre il cibo e quello non profit che lo riceve» spiega Dario Boggio Marzet, presidente di Banco Alimentare della Lombardia: «In questa rete credo stia la principale innovazione sociale del progetto. Spesso, poi, negli hub gli enti si incontrano e nascono idee e collaborazioni. Anche i cittadini vengono coinvolti, c’è una partecipazione attiva: capita che alcune persone entrino a chiedere di che cosa ci occupiamo o a offrirsi come volontari». È il caso di Alba Andreolli. «Vengo a dare una mano due volte alla settimana» racconta mentre carica i viveri sul mezzo di un’associazione che assiste persone fragili: «Mi piace il fatto che facciamo qualcosa di concreto in tempi rapidi: il cibo arriva subito sulla tavola di chi ha bisogno».
BANCO ALIMENTARE DELLA LOMBARDIA. Via Papa Giovanni XXIII 17/19, 20835 Muggiò (MB) – Tel. 0395972950 – www.bancoalimentare.it/it/lombardia


Nella foto in alto, i volontari del Banco Alimentare della Lombardia davanti al furgone, con il cibo da distribuire agli enti caritativi.

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