Formazione

Embargo, la fine è vicina?

Gli Stati Uniti hanno clamorosamente annunciato che potrebbero allentare le restrizioni. Il Parlamento italiano si impegna a mettere in discussione l’embargo.

di Redazione

Cresce l?attenzione mondiale nei confronti della grave situazione umanitaria in Iraq, e cresce anche l?interesse dei nostri lettori dopo la pubblicazione della nostra intervista a Hans von Sponeck, il capo missione Onu che si è dimesso per protesta contro le sanzioni che affamano il Paese. Molti infatti ci hanno scritto e telefonato per saperne di più su come aiutare la popolazione irachena, mentre sul fronte internazionale ci sono importanti novità che lasciano ben sperare sull?allentamento dell?embargo che da quasi 10 anni costringe l?Iraq all?isolamento e alla fame. Sensibili alle crescenti pressioni, infatti, gli Stati Uniti stanno valutando come e in quale misura allentare le sanzioni: il ?Washington Post? ha rivelato nei giorni scorsi che Clinton sta pensando di attenuare le restrizioni imposte sui macchinari, pezzi di ricambio per l?industria petrolifera, pesticidi e «altri prodotti ritenuti necessari per la salute e il benessere della popolazione irachena». Un risultato insperato cui ha certamente contribuito in maniera preponderante la decisione di von Sponeck (e della collega del Pam Burghardt) di lasciare la missione umanitaria ritenendola «un cerotto su una ferita inguaribile». Non basta. Francia, Gran Bretagna ed altri alleati europei, così come il segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan, avrebbero fatto notare a Washington che le restrizioni sui prodotti a ?uso duale? (civile e militare) stanno minando i programmi umanitari in Iraq: su istanza americana, il Comitato per le sanzioni delle Nazioni Unite ha finora bloccato il 48% dei contratti iracheni nel settore energetico (per un valore di 601 milioni di dollari) e il 38% dei contratti nel settore dei macchinari per l?industria petrolifera (297 milioni di dollari). Fortunatamente però l?atteggiamento degli Stati Uniti sta mutando: su richiesta della Russia e della Cina, Washington ha tacitamente rinunciato a bloccare un contratto da 80 milioni di dollari nel settore elettrico. Anche in Italia i nostri politici si sono mossi, e lo scorso 24 febbraio è stata presentata una mozione in Parlamento – prima firmataria Ersilia Salvato, ma sono state raccolte firme di tutti gli schieramenti – con cui «si impegna il Governo ad intraprendere ogni iniziativa per ottenere l’immediata revoca dell?embargo all?Iraq; a porre nei rapporti bilaterali con i Paesi membri del Consiglio di sicurezza dell?Onu la questione della immediata revoca dell’embargo all?Iraq al fine di tutelare il diritto alla vita dei cittadini di quel Paese». Venendo alla possibilità di aiutare il popolo dell?Iraq, come abbiamo brevemente scritto nell?articolo della settimana passata, c?è una ong italiana, ?Un ponte per Baghdad?, che da molti anni è presente in Iraq con progetti di aiuto al sistema scolastico e progetti di ?sostegno sanitario a distanza?. Si tratta di aiutare bambini che hanno una famiglia impossibilitata a fornire loro le cure necessarie, a volte, alla sopravvivenza. Sono bambini da 0 a 12 anni affetti da malattie croniche (diabete, asma, epilessia, talassemia) e che quindi hanno un bisogno costante di cure. I casi vengono segnalati dalla Mezza Luna Rossa (la Croce Rossa locale); ai bambini, una volta ?affidati? ad una famiglia italiana che copra le spese, vengono spedite ogni 3/4 mesi le medicine necessarie, distribuite in loco dalla Mezza Luna Rossa. Copia della ricevuta della consegna del materiale viene inviata per conoscenza al sostenitore italiano. Gli invii di medicine sono curati personalmente dai volontari di ?Un ponte per Baghdad?. Per saperne di più e contribuire direttamente, contattare l?associazione al numero 06/6780808, fax 06/6793968, abridge@tin.it


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