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2 mln e mezzo di pasti distribuiti alle famiglie in povertà

Si è conclusa la campagna "La fame non va in vacanza" che ha permesso di distribuire alle strutture caritative 1.250 tonnellate di alimenti. I risultati ottenuti per Giovanni Bruno, presidente della Fondazione Banco Alimentare sono «il segno di una rinnovata attenzione verso chi è in difficoltà, in un momento in cui il numero delle persone che hanno bisogno di aiuto alimentare è aumentato drasticamente»

di Redazione

Recuperate e distribuite alle strutture caritative convenzionate 1.250 tonnellate di alimenti, corrispondenti a 2.500.000 pasti. Questo il risultato ottenuto dalle donazioni raccolte nel corso della campagna “La Fame non va in vacanza” di Fondazione Banco Alimentare che si è appena conclusa.
Si tratta di numeri importanti , ma drammatiche sono le conseguenze del virus e, come sempre accade in una crisi economica, a pagarne le maggiori conseguenze sono le fasce più vulnerabili della popolazione: già prima del Covid 1,6 milioni di famiglie erano in povertà assoluta, ovvero senza lo stretto necessario per vivere dignitosamente. Oggi sono 2 milioni, l’equivalente di oltre 5,6 milioni di individui, 1 milione in più rispetto all’anno precedente; di questi, 200mila sono minori (dati Istat 2021).

Le donazioni sono impiegate per sostenere i costi di recupero delle eccedenze alimentari che vengono distribuite gratuitamente alle 7.600 strutture caritative convenzionate che raggiungono in Italia oltre 1.670.000 persone in difficoltà, di cui 340mila minori. Nel 2020 sono state oltre 100mila le tonnellate di cibo distribuito, e nel 2021, ad oggi, sono già oltre 80mila tonnellate.

«Ringrazio tutti coloro che hanno deciso di partecipare alla campagna», afferma Giovanni Bruno, presidente della Fondazione Banco Alimentare Onlus. «I risultati ottenuti da “La fame non va in vacanza” sono il segno di una rinnovata attenzione verso chi è in difficoltà, in un momento in cui il numero delle persone che hanno bisogno di aiuto alimentare è aumentato drasticamente. Penso alle famiglie delle 870mila persone che hanno perso il lavoro da inizio pandemia. Serve un aiuto concreto e immediato per sostenere tempestivamente chi è nel bisogno».

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