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Le quattro navi Ong al largo della Sicilia: “Scegliere chi far sbarcare è disumano”
A due settimane dai primi soccorsi le quattro navi della società civile sono entrate in acque territoriali italiane dove secondo le direttive del Viminale verranno esaminati a bordo i casi di vulnerabilità. Ma le operazioni procedono a rilento e le condizioni meteo peggiorano di ora in ora
Navigano attorno a se stesse davanti alle coste della Sicilia le quattro navi delle Ong da ormai 14 giorni in mare con 1035 migranti a bordo. Questa mattina a circa sei miglia a largo di Catania tra Aci Castello e Aci Trezza è apparsa la sagoma della Humanity 1 che ha a bordo 179 persone, di cui oltre 100 minori.
Secondo le direttive del Viminale personale a bordo della Guardia Costiera e del Ministero della Salute esamineranno i casi di vulnerabilità per permettere lo sbarco alle persone considerate “fragili”. Ma fino ad ora non ci sono indicazioni precise e con il mare visibilmente mosso e le condizioni meteo in peggioramento le navi della società civile continuano a rimanere ferme.
Sulla Rise Above, avvistata a largo di Messina, ieri notte due persone sono state evacuate per motivi sanitari. A bordo della Geo Barents, la più grande delle navi coinvolte nei soccorsi ci sono 572 persone, tre donne in stato di gravidanza e 60 minori, anche loro come i 234 a bordo della Ocean Viking attendono da due settimane di avere indicazioni su un eventuale luogo di sbarco.
I migranti a bordo come riferiscono i medici sono esausti e hanno scritto dei cartelli nelle loro lingue dove chiedono di poter raggiungere terra. In attesa di conoscere come avverranno le operazioni di sbarco le Ong tuonano contro il governo italiano: “Scegliere chi può sbarcare e chi deve ancora soffrire è semplicemente disumano”
In una nota diffusa alla stampa Sos Humanity comunica di aver ricevuto la direttiva firmata dai ministri dell’Interno, Matteo Piantedosi, Difesa, Guido Crosetti e Infrastrutture, Matteo Salvini in cui si proibisce all’Humanity 1 di rimanere in acque territoriali italiane “non più del tempo necessario ad assicurare le operazioni di soccorso e assitenza nei confronti delle persone che versino in condizioni emergenziali e in precarie condizioni di salute segnalate dalle competenti autorità italiane. A tutte le persone che restano sull’imbarcazione sarà comunque assicurata l’assistenza occorrente per l’uscita dalle acque territoriali”, si legge nel decreto che la Ong definisce “illegale”.
“Riportare indietro rifugiati ai confini italiani è una violazione della Convenzione di Ginevra e del diritto internazionale. Tutte le persone soccorse sono in cerca di protezione e l’Italia è obblicata a garantire loro un porto sicuro immediatamente”, replica Mirka Schäfer, advocacy officer di SOS Humanity
Foto di copertina: la Humanity 1 a largo di Catania (foto di Alessandro Puglia)
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