Non profit
Cambio ai vertici di Labsus
Gregorio Arena, il fondatore, lascia la presidenza a Pasquale Bonasora «per liberare nuove idee ed energie». Quella che quindici anni fa era pura utopia, ora è una realtà
di Redazione
Passaggio di testimone a Labsus-Laboratorio per la Sussidiarietà. Gregorio Arena, il fondatore, lascia la presidenza a Pasquale Bonasora. «Non sono molte le associazioni in cui il fondatore lascia non per stanchezza o per un ribaltone interno, ma sulla base di una scelta autonoma, ponderata e condivisa con gli altri componenti del Consiglio Direttivo, per liberare nuove idee ed energie», ha detto Arena, che resterà Presidente emerito e continuerà a seguire le Scuole di cittadinanza.
«Ho fondato Labsus nel 2005 per difendere un’idea. Avrei potuto limitarmi a scrivere un libro, come poi in realtà ho fatto pubblicando Cittadini attivi. Ma la mia ambizione è sempre stata quella di cambiare le cose e per farlo non ho esitato, come si usa dire, a “sporcarmi le mani”», ha detto Arena nella sua relazione all’Assemblea di Labsus, tenutasi a Roma il 18 settembre, con cui ha comunicato la sua scelta. «L’idea consisteva in un’interpretazione del principio di sussidiarietà (art. 118, ultimo comma della Costituzione) assai diversa da quella predominante negli anni immediatamente successivi alla sua introduzione nel 2001 nella nostra Costituzione. In quel periodo sussidiarietà era sinonimo di esternalizzazioni di servizi da parte delle pubbliche amministrazioni e, in generale, di preminenza dei privati rispetto al pubblico. Dell’art. 118 ultimo comma in quegli anni venne data una lettura minimalista, riduttiva, al punto che uno dei protagonisti di quella stagione ebbe un giorno a dire che in fondo il vero scopo di quella norma consisteva nel “dare un po’ di soldi al Terzo Settore”. Dal mio punto di vista, invece, l’art. 118, ultimo comma era molto, molto di più. Era la legittimazione costituzionale dell’ipotesi teorica che avevo esposto in un saggio pubblicato pochi anni prima, nel 1997, intitolato Introduzione all’Amministrazione condivisa, in cui sostenevo che sotto i nostri occhi si stava sviluppando in Italia un nuovo modello di amministrazione pubblica, fondato sulla collaborazione fra cittadini e amministrazioni».
Era l’11 maggio 2006 quando a Roma venne presentato il primo sito di Labsus. Ed era il 22 febbraio 2014, quando a Bologna venne presentato il primo Regolamento comunale per la collaborazione fra cittadini e amministrazioni per la cura, la rigenerazione e la gestione condivisa dei beni comuni urbani, redatto insieme con il Comune di Bologna. «Quella che quindici anni fa era pura utopia ora è una realtà fatta di migliaia di Patti di collaborazione, centinaia di Regolamenti per l’Amministrazione condivisa dei beni comuni, due leggi regionali (Lazio e Toscana), un articolo di fondamentale importanza del Codice del Terzo Settore (art. 55), una sentenza della Corte Costituzionale che per la prima volta cita l’Amministrazione condivisa come modello dei rapporti fra istituzioni ed enti del Terzo Settore (sentenza n. 131/2020) e, soprattutto, centinaia di migliaia di Custodi della bellezza, cioè di cittadini attivi in tutta Italia», prosegue Arena.
Ora quindi, «ritengo che si debba evitare un’eccessiva identificazione fra l’associazione e la persona al vertice, tanto più quando questa persona è il fondatore. Credo che questo sia il momento giusto per passare il testimone della presidenza di Labsus, anche perché ci sono tutte le condizioni, soggettive ed oggettive, per farlo nel modo migliore. Siamo una bella squadra, con tante persone giovani, competenti, motivate, intelligenti, ognuna con il proprio ruolo, i propri interessi, i propri talenti. L’autorevolezza scientifica di Labsus ormai è assodata, così come lo sono le nostre competenze in materia di Amministrazione condivisa o la completezza della nostra banca dati. Il fatto stesso che il fondatore oggi faccia un passo di lato, pur continuando a far parte della squadra, manda un segnale di grande forza, di sicurezza in noi stessi».
Il testimone passa quindi a Pasquale Bonasora «che ha veramente fatto in questi ultimi anni dell’impegno con e per Labsus il centro della sua vita. Sono felice di comunicarvi che ha accettato la mia proposta di essere il prossimo Presidente di Labsus».
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