Mondo
M. O. due donne (una israeliana, l’altra palestinese) ferite, partoriscono
Due donne incinte ferite partoriscono due bimbe. Dal 28/9/2000, oltre 200 bambini e adolescenti palestinesi e più di 50 quelli israeliani sono rimasti uccisi
di Paul Ricard
Due donne incinte – una palestinese e una israeliana – ferite a colpi d’arma da fuoco partoriscono due bimbe; due bambini palestinesi vengono colpiti da un colpo di cannone sparato da un carro armato; un ragazzo israeliano è ferito in un agguato. Sono solo gli ultimi episodi, del quotidiano dramma vissuto da quella parte della popolazione più indifesa e travolta dal clima di violenza in Israele e nei territori occupati.
Maysun Al Ayek, una palestinese di 22 anni, è stata colpita alla spalla da un proiettile sparato da militari israeliani a un posto di blocco vicino a Nablus, in Cisgiordania. Suo marito Mohammed è rimasto ucciso e il suocero, che viaggiava in automobile assieme a loro, è in condizioni gravi. Alla bimba, nata in ospedale, è stato dato il nome di Fida, sacrificio. A distanza di poche ore, un’israeliana, identificata come una spia, è ferita allo stomaco in un agguato teso da palestinesi vicino agli insediamenti di Nokdim e Tekoa, a sud di Betlemme. Incinta di nove mesi, viene sottoposta ad un parto cesareo in un ospedale di Gerusalemme e anch’essa dà alla luce una bambina. Secondo alcune fonti, dall’inizio della seconda Intifada (28 settembre 2000) al dicembre scorso, oltre 200 bambini e adolescenti palestinesi e più di 50 quelli israeliani sono rimasti uccisi. Ecco alcuni tra gli episodi più drammatici.
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