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Decreto anti-rave, don Mazzi: Occupiamoci dei giovani invece di fare leggi inutili

«Io sono incavolato con tutti». È categorico don Antonio Mazzi, presidente di Fondazione Exodus. «Sono incavolato con il Governo, con il Pd e gli altri partiti di sinistra. Tutti continuano farsi la guerra sulle spalle dei giovani e a sottoscrivere leggi senza concentrarsi sull’unica questione seria: i nostri ragazzi e le nostre ragazze. E poi si può usare sempre la pena come risposta? Perché a me sembra che appena ci sia qualcosa di “poco regolare” entri subito in gioco la punizione, e non va bene»

di Anna Spena

Sta facendo discutere, e non poco, il primo comma dell’art 434bis di riforma del Codice Penale. La norma, varata dal governo Meloni, inserita nel Decreto Legge del 31 ottobre 2022, n. 162, già pubblicato in Gazzetta Ufficiale, introduce la fattispecie di reato per invasione di terreni o edifici pubblici o privati se il fatto è commesso da più di 50 persone.

La legge può punire gli interessati con pene da tre a sei anni di reclusione, e multe da mille a 10mila euro. La norma, come detto, si applica in caso di invasione di terreni o edifici, non solo privati ma anche pubblici. Quindi include anche spazi come le università e le piazze. E questa poca chiarezza è uno dei primi punti di discussione. «Il Governo ritiri il primo comma dell'art434bis di riforma del Codice Penale. È un gravissimo errore. I rave non c'entrano nulla con una norma simile. È la libertà dei cittadini che così viene messa in discussione. #NoArt434bis», ha scritto su Twitter il segretario del Pd Enrico Letta. «Un Pd ormai in confusione totale difende illegalità e #raveparty abusivi, chiedendo al governo di cambiare idea. No! Indietro non si torna, le leggi finalmente si rispettano», non si è fatta attendere la risposta del neo vicepremier Matteo Salvini.


Sono incavolato con il Governo, con il Pd. Con tutti davvero che continuano a farsi la guerra e a sottoscrivere leggi senza concentrarsi sull’unica questione seria: i nostri ragazzi e le nostre ragazze

Don Mazzi come commenta le nuove norme del decreto anti-rave?
Io sono incavolato con tutti. Sono incavolato con questo governo, con il Pd e tutti i partiti di sinistra. Continuano a farsi la guerra tra loro. Ma la finissero di usare i giovani come strumento bellico. Iniziamo ad occuparci dei ragazzi, a parlare ai ragazzi, invece di fare leggi inutili.

Da dove dovrebbero ripartire governo e opposizione?
Dai giovani. Devono chiedersi: “dove sono i giovani?”, “che hanno?”, “cosa fanno?”. Ce le facciamo solo noi queste domande, noi del Terzo settore intendo. Settore fondamentale che però, a mio avviso, viene fatto passare dalla politica come il terzo mondo perché considerato un gradino sotto oppure non considerato e basta. Noi qui in comunità cerchiamo di salvare i ragazzi tutti i giorni. E loro che fanno? Si mettono a legiferare sul numero dei giovani che si aggregano. Certo che i rave non vanno bene, certo che sono luoghi dove gira moltissima droga, però…

Però?
Si può usare la pena per ogni cosa? Perché a me sembra che appena ci sia qualcosa di “poco regolare” entri subito in gioco la punizione, in questo caso multe e addirittura la galera. È vero che i ragazzi fanno uso di sostanze durante i rave, però ci chiediamo perché? E interveniamo su quel perchè?

La norma si applica in caso di invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, non solo privati ma anche pubblici. Quindi include anche spazi tra cui le università e le piazze… insomma sembrerebbe vengano messi al bando i raduni in generale, non solo i rave party.
Invece io dico che i ragazzi hanno bisogno di vedersi, di stare insieme, di fare gruppo. Dovremmo agevolare la creazione di questi momenti, non ostacolarla.

Fondazione Exodus ha lanciato una campagna di raccolta fondi, partita lo scorso 16 ottobre che sarà attiva fino all'8 novembre, con un sms solidale al 45596 per la realizzazione del “Progetto S.O.S. Adolescenti”, un servizio di ascolto e accoglienza per ragazzi e famiglie della Fondazione Exodus di don Mazzi. Al Servizio potranno accedere anche educatori e docenti per co-progettare insieme percorsi educativi sperimentali alla luce dei profondi cambiamenti che la pandemia, e non solo, ha prodotto sui bisogni di crescita degli adolescenti.

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