Famiglia

Patch Adams va a Kabul

Parte per l'Afganistan uno staff di dottori-clown italiani e stranieri per portare risate e gioia ai bambini negli ospedali di Emergency

di Barbara Fabiani

Una truppa di nasi rossi e parrucche colorate, strani cappelli e animali fatti con i palloncini invaderà presto le vie di Kabul. Questo colorato e estroso gruppo di persone è composto da dottori-clown pronti a far sorridere i piccoli pazienti afgani curati negli ospedali di Emergency, Medici senza frontiere e Croce rossa internazionale.
Come capofila al corteo un “pagliaccio” quale Patch Adams, l’uomo che negli Stati Uniti ha teorizzato, e messo in pratica nella sua Gesundheit Institute, la gioia e l’umorismo come coadiuvante terapeutico per la guarigione; accanto a lui Leonardo Spina, suo epigono italiano dell’associazione !Ridere per Ridere!, l’organizzazione che ha progettato la missione insieme alla Fondazione Garavaglia “Dottor sorriso”.

L’iniziativa è stata presentata ieri a Roma in un tripudio di bambini festanti accorsi in massa sulla piazza del Campidoglio dalle scuole elementari della città per giocare con gli amici clown; alcuni di quei 23 (per lo più italiani e statunitensi, ma anche australiani, argentini, sud africani e giapponesi) che sono pronti a partire il prossimo martedì per la missione “Una strada per la pace – a Pachwork for Peace” negli ospedali ma anche nelle scuole e nei campi profughi afgani. Il loro rientro è previsto in tre settimane.

L’iniziativa è finanziata dall’amministrazione comunale della città di Roma compreso un contributo personale del suo sindaco, Walter Veltroni. L’idea di inviare dottori-clown a colorare la vita dei piccoli pazienti afgani è piaciuta anche ad un gruppo di piccole imprese private che hanno messo insieme circa 20 tonnellate di beni e aiuti umanitari (tra cibo, vestiario, calzature, medicine e materiale scolastico) e 5mila aquiloni, il gioco preferito dei bimbi afgani.
La catena della solidarietà ha coinvolto anche il gruppo Intemendia che ha fornito i telefoni satellitari.

Insieme allo staff dei dottori-clown, che ricordiamo essere una nuova figura professionale con una formazione ludica e psicologica per saper portare il sorriso in ambienti di sofferenza, viaggeranno due troupes cinematografiche di Telepiù che gireranno un documentario del lavoro sul campo.
Stefano Moser e Enzo Balestrieri ne saranno i registi , con la supervisione artistica di Ettore Scola e la pellicola sarà completata dal commento musicale di Nicola Piovani. I proventi della distribuzione di questo film verranno devoluti al Gesundheit Institute, ad Emergency e alle altre ong coinvolte nel progetto.

Ci si chiede con curiosità cosa penseranno questi bimbi cresciuti nella guerra nel vedere un clown per la prima volta in vita loro, loro che non hanno mai visto un circo. “Prima di avviare il progetto ci siamo documentati sulla tradizione islamica e su quella afgana riguardo queste tipo di figure comiche“, spiega Leonardo Spina,” Abbiamo scoperto che nella cultura islamica esiste una figura di “furbacchione truffaldino” chiamato Mullah Nassdurin, e che nella cultura afgana in particolare esiste un personaggio burlone, il Mazaqi, vestito con un abito di pezze multicolori proprio come il nostro Arlecchino. Questi sono i nostri riferimenti”. E aggiunge “Non ci sono mai problemi a far ridere i bambini; piuttosto dovremmo agire con rispetto e cautela nei confronti degli adulti e ottenere la loro fiducia. Ma siamo certi che il buonumore contagerà anche loro”.

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